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Treviso, città violenta. Dieci giorni dopo il gravissimo ferimento alla gola e al torace di un ventiduenne con un pezzo di bottiglia, la Squadra mobile ha arrestato tre ragazzi, di cui un quattordicenne. L’aggressione sarebbe avvenuta per rapinare la vittima dell’hashish di cui era in possesso ed ha coinvolto una decina di giovani, in una città che da tempo è teatro di scorribande di adolescenti, al punto da costringere la Questura e l’amministrazione comunale a predisporre servizi d’ordine quasi permanenti nelle piazze, soprattutto nei fine settimana.
La notizia dei tre arresti è stata data con un comunicato: “La Polizia di Stato ha dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti gravemente indiziati di aver giocato un ruolo centrale nel tentato omicidio di Via Castelmenardo”. La strada si trova a ridosso del Calmaggiore, ricca di vetrine e affollata per l’imminenza del Natale. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica trevigiana e dalla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Venezia. Sono stati raccolti “gravi indizi di colpevolezza” nei confronti di un quattordicenne e di due maggiorenni, di 18 e 19 anni. Le accuse sono di concorso in tentato omicidio e rapina pluriaggravata. La vittima dell’aggressione è infatti ancora ricoverata all’ospedale Ca’ Foncello, nel reparto di terapia intensiva, ed è in prognosi riservata.
Gli arresti sono stati ordinati a seguito dei risultati dell’indagine che hanno portato, tra l’altro, al ritrovamento nel Sile del telefonino del giovane aggredito. Dopo la rapina e il ferimento, il cellulare era stato gettato in acqua. Manca ancora il coltello che sarebbe stato usato da uno degli aggressori. Basandosi su alcune testimonianze, alcuni sommozzatori provenienti da Venezia hanno effettuato le ricerche con un gommone in un punto non lontano dal luogo dell’aggressione. Sono stati però soprattutto i filmati raccolti dalla polizia e i successivi interrogatori di testimoni e ragazzi indagati a permettere di riconoscere chi era presente nel tardo pomeriggio del 12 dicembre. Si tratta di dieci giovani, di cui sei minorenni, che avrebbero agito per impossessarsi della droga. Due ragazze erano state portate in Questura già quella sera, con i vestiti sporchi di sangue e sono nell’elenco degli indagati.
Questa la ricostruzione della Questura: “La vittima, dopo essere stata avvicinata e accerchiata dal gruppo, veniva improvvisamente aggredita, venendo dapprima picchiata con calci e pugni e, al culmine dell’aggressione, accoltellata ripetutamente e colpita – con un collo di bottiglia rotto – al collo e al torace. Durante la brutale aggressione, il ventiduenne veniva rapinato della borsa e del cellulare e poi, dopo un suo ultimo tentativo di reazione, colpito con una bottiglia di vetro in testa e nuovamente accoltellato”. Si tratta ora di verificare il ruolo che ognuno degli arrestati ha avuto nei fatti, ma la contestazione di concorso nei reati fa capire che tutti e tre sarebbero coinvolti. Nei giorni scorsi erano state eseguite 8 perquisizioni domiciliari alla ricerca dei capi di abbigliamento indossati dai sospettati.
Uno dei ragazzi presenti aveva dichiarato: “Eravamo tutti strafatti, abbiamo preso tanta ketamina da non capire più nulla. Anche lui era aggressivo, come sempre succede quando si è sotto ketch. Hanno cominciato a discutere e poi ha perso sangue, tantissimo sangue”. Saputo degli arresti, il sindaco leghista Mario Conte ha dichiarato: “Esprimo soddisfazione e ringrazio il questore Alessandra Simone e la Squadra mobile per il grande lavoro svolto. L’impegno e la rapidità nel risalire agli autori di questo drammatico fatto rappresentano un esempio concreto di dedizione al servizio della sicurezza dei cittadini e alla tutela della giustizia”. Poi una riflessione preoccupata: “L’episodio di violenza che ha scosso la nostra comunità non può e non deve essere tollerato. Il risultato delle indagini è un segnale tangibile del fatto che Treviso non arretra di un centimetro di fronte a chi vuole minare la serenità del nostro territorio”.
Proprio il sindaco Conte aveva reagito nei giorni scorsi alle ricostruzioni del clima di violenza in città nel corso della trasmissione “Fuori dal coro” di Rete 4. Minacciava denunce. “È chiaramente caratterizzato da un taglio sensazionalistico che non rappresenta Treviso e danneggia l’intera comunità. E’ mia intenzione sottoporlo alle autorità competenti per effettuare tutte le verifiche sui contenuti e sulle dichiarazioni”. Il conduttore Mario Giordano aveva replicato: “A Treviso un ragazzo va in coma dopo una rissa. Andiamo a fare il servizio e assistiamo in diretta ad un’altra rissa… E il problema è il servizio? E non la sicurezza in città. Caro sindaco, la credevo più serio, invece è diventato un politico della peggior specie”.
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