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Secondo un’inchiesta condotta dal Pesticide Action Network Europe, 10 su 19 acque minerali analizzate in 7 Paesi sono risultate contaminate da TFA, un PFAS tossico e persistente. La contaminazione deriva dall’uso diffuso di pesticidi, sollevando gravi preoccupazioni per la salute pubblica e l’ambiente
L’Europa si trova di fronte a una sfida ambientale inaspettata: l’acqua minerale, simbolo di purezza, è stata trovata contaminata da acido trifluoroacetico (TFA), un composto pericoloso per il sistema riproduttivo umano e classificato tra le cosiddette “sostanze chimiche eterne” (come alchiliche le sostanze perfluorurate e polifluorurate, cioè i PFAS) per la sua resistenza alla degradazione. La scoperta di TFA in diverse marche di acqua minerale provenienti da varie nazioni europee solleva preoccupazioni significative sulla sicurezza di una risorsa così fondamentale.
L’origine della contaminazione
La presenza di TFA nelle acque minerali è stata ricondotta all’uso estensivo di pesticidi che contengono questa sostanza o che si degradano formando TFA nell’ambiente. Questa contaminazione è particolarmente preoccupante perché l’acqua minerale dovrebbe essere isolata da influenze chimiche artificiali. L’inchiesta condotta dal Pesticide Action Network Europe ha rivelato livelli di TFA fino a 32 volte superiori al limite europeo in 10 delle 19 acque minerali analizzate in 7 Paesi (Austria, Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Ungheria e Lussemburgo).
Implicazioni per la salute pubblica
Il TFA è noto per la sua longevità ambientale e mobilità, rendendo difficile la sua rimozione dall’acqua e dall’ambiente in generale. Questa sostanza non solo persiste nell’ambiente, ma si accumula anche negli organismi viventi, inclusi gli esseri umani, aumentando la sua concentrazione nel tempo. Nonostante i tentativi di sviluppare tecnologie efficaci, attualmente non esistono metodi industriali capaci di eliminare il TFA dall’acqua in modo efficiente.
Responsabilità e misure regolative
Sebbene i produttori di acqua minerale non siano direttamente responsabili per la contaminazione, il problema richiede un’azione urgente da parte delle autorità. Di fronte a questa emergenza, la Commissione europea sta valutando il divieto di due comuni pesticidi contenenti composti TFA, e sta emergendo un consenso crescente sull’urgente necessità di rivedere le normative relative a queste sostanze chimiche. La proposta includerebbe anche la classificazione di questi pesticidi come tossici per la riproduzione, seguendo la crescente consapevolezza del loro impatto negativo sulla salute.
Studio sull’impatto globale del TFA
Un recente studio intitolato “La minaccia globale derivante dall’accumulo irreversibile di acido trifluoroacetico (TFA)” condotto da Hans Peter H. Arp, Andrea Gredelj, Giuliana Glüge, Martin Scheringer e Ian T. Cugini ha evidenziato la gravità dell’accumulo di TFA in diversi ambienti, tra cui pioggia, terreni, siero umano, piante e alimenti di origine vegetale. Le concentrazioni di TFA sono risultate significativamente superiori rispetto ad altre sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS), confermando la sua estrema persistenza nell’ambiente.
Il TFA è un prodotto di trasformazione di molti PFAS, inclusi alcuni gas fluorurati (F-gas), pesticidi, prodotti farmaceutici e sostanze chimiche industriali. L’elevata persistenza di TFA e le emissioni continue stanno portando a un aumento irreversibile delle sue concentrazioni ambientali. Gli effetti tossici del TFA, come evidenziato da studi di tossicità sui mammiferi, includono la tossicità per la riproduzione e l’epatotossicità. I dati sull’ecotossicità sono ancora scarsi, specialmente per quanto riguarda gli effetti sulle piante terrestri, dove il TFA tende a bioaccumularsi con maggior facilità.
Queste scoperte suggeriscono che il TFA possa essere considerato una minaccia di confine planetaria per le nuove entità chimiche, data la sua crescente esposizione su scala globale e il potenziale per impatti irreversibili sui processi vitali del sistema terrestre. La risposta consigliata dagli studiosi è l’adozione di misure vincolanti per ridurre le emissioni di TFA e dei suoi numerosi precursori, e mitigare, così, questa crescente minaccia ambientale e sanitaria a livello mondiale.
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