Natale alle porte. Regalate libri

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di Emanuele Giordana

Fantasmi, piante, viaggi, noir, Asia, nucleare. Un piccolo carniere letterario per i vostri doni sotto l’albero. Per riflettere ma anche per svagarsi. In gran parte scritto da amici dell’Atlante. Non recidete fiori: regalate libri!

Il gelso di Gerusalemme. Quando si comincia la lettura di questo libro di Paola Caridi lo sguardo volge naturalmente al giardino, se ne avete uno. Oppure al parco vicino a casa o lungo le vie della vostra città. Le piante, che normalmente ci appaiono come esseri stabili e inanimati se non durante la fioritura o quando cadono le foglie, assumono così un altro aspetto. Hanno occhi, orecchie e soprattutto memoria. E sono il simbolo e in parte il riflesso di quella umana. Così, prima di potare il gelso del mio giardino, ci ho pensato due volte dopo aver letto il primo capitolo, dedicato al sicomoro che, nelle pagina di Caridi, diventa l’albero piazza. L’ho guardato con rispetto e ho rinviato la potatura alla stagione in cui l’albero dormiente può sopportare il taglio (sempre ingiusto) del suo possessore. Al gelso è dedicato il terzo capitolo. E il secondo alle famose arance di Jaffa che mangiavamo da bambini senza saperne la storia di sottrazione che poco a poco le ha levate di mano ai palestinesi che per secoli le avevano coltivate e selezionate. Il libro di Paola è un testo che invita a non limitarsi a leggere la Storia attraverso le sole fonti scritte ma indagandone il paesaggio e le sue trasformazioni. Ambientali e culturali. E mai per caso. Le piante e i loro frutti ne sono testimoni a tal punto che sembrano aver suggerito a Caridi le tante storie che racconta, sussurrate da uno stormir di fronde che lei ha saputo ascoltare. Le piante, com’è noto, sono gli unici esseri viventi (la scienza moderna ha smesso di tenere divise le sfere essenziali animale e vegetale) che non possono muoversi. E sono dunque i testimoni controvoglia delle epoche che le colonizzano e ne fanno passar di mano una proprietà che spesso era condivisa e faceva delle piante, di “quell’albero”, un protagonista della vita reale e non solo un abbellimento estetico. Il mondo visto dalle piante ci racconta spesso un altro modo di leggere, anzi di guardare, la Storia.
Paola Caridi, Il gelso di Gerusalemme, Feltrinelli pp 138 euro 17

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Fantasmi a Roma. Un giornalista del Messaggero, a lungo corrispondente di quel giornale a Gerusalemme, ripercorre i luoghi della capitale dove, soprattutto per Paese Sera, aveva imparato il mestiere in gioventù come cronista di nera. Ma poiché la passione per il Mondo, gli intrighi internazionali, gli orizzonti lontani affascinavano il giovane reporter, oggi ripercorre a distanza di anni alcuni momenti di quell’esperienza. Rievocando, tra memoria e luoghi fisici della capitale, certi casi che fecero un po’ la storia della cronaca romana. Che iniziava girando per i commissariati e gli ospedali e finiva in qualche ristorante dopo la chiusura del giornale. I fantasmi di Roma emergono in un viaggio tra vie e quartieri che sono cambiati come sono cambiate le classi sociali e, tra queste, la nobiltà nera della capitale, vicina al Santo Padre quanto ai vizi nascosti dei “salotti buoni”. Eric Salerno, che già ci aveva regalato saggi e racconti lunghi ma anche un noir che si dipanava tra Israele e l’Australia, scava nell’archivio della sua memoria (e in quello dei “suoi” giornali) dipingendo la Roma del secolo scorso che si affacciava sulle pagine dei quotidiani capitolini – Paese, Il Messaggero – rivelando, per esempio, un formidabile reticolo sotterraneo dove si coltivavano funghi ma che faceva da deposito anche per generi meno mangerecci. Ma a parte le storie tipicamente romane, tra Campo de’ fiori o il Testaccio, si affacciano molto spesso i profili di un’altra categoria: gli spioni – si chiamavano 007 – che avevano scelto Roma come uno dei più importanti crocevia per guardare a un’Europa dove forse una volta avevamo un ruolo, se non più lusinghiero, certo più importante. Salerno racconta delitti, intrighi, furti, spie e truffatori con la leggerezza della distanza dai fatti. E il giovane cronista che emerge non è solo la scusa per una rievocazione – che per una volta va oltre via Veneto – ma anche per una riflessione su una professione che è cambiata. Proprio come la Roma che attraversa tutto il libro.
Eric Salerno, Fantasmi a Roma, Il Saggiatore, pp 248, euro 17

Bangkok. Città rizoma, seduzione cinta d’acciaio, megalopoli quantica. Le definizioni si sprecano quando si tenta di definire la capitale del Sudest asiatico. E sì, perché Bangkok ha superato Singapore e Giacarta, Kuala Lumpur o Saigon. E’ l’hub per eccellenza in questa parte di Mondo ed è una città piena di città in costante evoluzione. Massimo Morello, giornalista che a Bangkok passa metà dell’anno, a descrivere Bangkok non ci prova nemmeno. Preferisce indicare i luoghi o i sentimenti che questi raccontano, nel bene e nel male. Quella di Morello non è una guida turistica per sapere dove andare col naso all’insù e la telecamera allertata, semmai una “guida sentimentale” nel senso che sembra orientare più il sentimento che non la passione della scoperta geografica. Come se la magia che pervade la città potesse accompagnare il visitatore purché questi ci si lasci avvolgere mantenendone forse un po’ le distanze. Naturalmente però, nel libro c’è tutto: dai mall smaglianti, nuovi templi del benessere, agli slum un po’ nascosti, dai demoni agli angeli, dalle case degli spiriti ai grattacieli scelti dai suicidi, soft power e tailandesità. Nel suo percorso Morello si fa aiutare dai molti che hanno cercato di raccontare Bangkok (ricercatori, scrittori, viaggiatori) e da un mago, metà oriente metà occidente sembra di capire. Ma anche la magia non riesce ad aiutarlo a dipanare tutti i dettagli di una Bangkok che il giorno dopo non è più quella del giorno prima. Bisogna andarci, sembra dire Morello, per scoprire – se mai è possibile – tutti i rizomi della Città degli angeli. Raccontarli si può. Spiegarli forse no.
Massimo Morello, Bangkok, Orizzonti Geopolitici, pp. 146 euro 15

Asia Ribelle. Tim Harper è uno studioso con la passione delle storie personali. Dell’autore di Forgotten Wars viene ora tradotto in italiano da Add Asia Underground (Traduzione di Anita Taroni e Stefano Travagli) che racconta infatti la Storia attraverso le singole storie personali di alcuni rivoluzionari asiatici che hanno contribuito alla lotta coloniale nei primi anni del ‘900, quando fioriscono i primi gruppi nazionalisti che vogliono trovare la strada per liberarsi dal giogo coloniale. Decretato libro dell’anno dalla stampa anglosassone (Economist e FT), Asia Ribelle racconta quegli anni e le strade in cui, da Shangai a Singapore, dal Vietnam francese all’India britannica, si agita un fermento che si nutre dei contatti con l’Occidente e lo stesso Oriente dove si allungano le ombre della Rivoluzione d’Ottobre in Russia. Contatti che sono consentiti dai viaggi transatlantici in uno scambio di idee che diventa elaborazione politica. Un’elaborazione del tutto asiatica che fornirà le basi ai movimenti nazionalisti, comunisti e anticoloniali che creeranno le basi della caduta dei grandi imperi che tenevano sotto scacco milioni di uomini schiavizzati dalle leggi di un mercato che aveva nelle terre d’oltremare la sua grande macchina produttrice di materie prime.
Tim Harper, Asia ribelle, Add, pp 775, euro 45

Un caso per Maraschino. A un certo punto, in questo giallo ambientato in una Roma non scontata tra criminalità e redazioni dei giornali, si dice che «Ormai nessuno va oltre il titolo» quando legge un quotidiano. Ma non sarà così per questo noir dove Pietro Maraschino, un cronista di nera del quotidiano “La Civetta”, viene incaricato di seguire un caso di omicidio a Trastevere dove un imprenditore viene ritrovato stecchito su una panchina del quartiere della movida romana. Maraschino, un cronista all’antica, anarcoide e solitario vessato  da una relazione difficile con una donna sposata che lo tradisce col marito, scoprirà che il suo motto interiore dice una profonda verità. Perché Maraschino ha un unica certezza: il dubbio.
Paolo Zagari, Un caso per Maraschino, Fratelli Frilli, pp 208, euro 16.90

Lo Stato atomico. L’austriaco Robert Jungk, classe 1913, è stato uno dei grandi attivisti della lotta al nucleare. E da questo punto di vista, Lo Stato Atomico non appare per nulla datato benché sia un libro degli anni Settanta (Der Atom-Staat, traduzione di Nicola Paoli). L’autore de Hiroshima il giorno dopo (uscito in Italia nel 1960) e de Gli apprendisti stregoni (uscito in Italia nel 1964) mette insieme la capacità di inchiesta del giornalista, lo studio dell’analista e la forza dell’attivista (pacifista e ecologista) ma anche, scrive Daniela Padoan nella prefazione, la passione politica e la riflessione filosofica. Su un tema tornato improvvisamente di grande – e terribile – attualità.

Robert Jungk, Lo Stato atomico, Castelvecchi, pp 196, euro 20





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