Pronto l’intervento della Commissione Europea per cercare di affrontare la crisi di un settore importantissimo in Italia
Il 2024 si avvia verso una chiusura senza grandi scossoni per il mercato automobilistico europeo. Le vendite sembrano destinate a ricalcare quelle dell’anno precedente, mentre sul 2025 pesano diverse problematiche. Tra queste l’ombra di crisi economica, l’avanzata dei costruttori cinesi e il dibattito sempre più acceso sul 2035, anno fissato per lo stop ai motori termici. Un settore strategico, simbolo della competitività europea, è ora chiamato a fronteggiare sfide cruciali.
Uno scenario che ha portato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ad annunciare un’iniziativa di ampio respiro. L’obiettivo è un “dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica in Europa”. Con questo si intende costruire un confronto diretto tra istituzioni e produttori per identificare soluzioni concrete e, come affermato dalla Commissione, “proporre e attuare rapidamente le misure di cui il settore ha urgente bisogno“.
Il lancio ufficiale è previsto per gennaio 2025. Un evidente segnale dell’urgenza di un cambio di rotta per un comparto che genera milioni di posti di lavoro, guida l’innovazione e rappresenta il maggiore investitore privato in ricerca e sviluppo.
Nel suo intervento al Parlamento Europeo, lo scorso 27 novembre, von der Leyen ha delineato quattro pilastri che saranno al centro del dialogo. Prima di tutto “Innovazione e digitalizzazione“, ossia spingere tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e la guida autonoma, puntando su uno sviluppo orientato ai dati. Poi “Decarbonizzazione con approccio tecnologico aperto“, così da favorire la transizione green, conciliando gli ambiziosi obiettivi climatici europei con le esigenze del settore.
Si va avanti con la “Semplificazione normativa“, per snellire e modernizzare il quadro regolamentare per sostenere la competitività. Infine, il “Rafforzamento delle risorse e della domanda“, in modo tale da assicurare maggiore resilienza e sostegno finanziario al settore, adattandosi a un contesto internazionale sempre più competitivo.
Quale futuro per il mondo dell’automobile
L’obiettivo finale è ambizioso: definire una strategia olistica che supporti il settore in una fase di transizione “profonda e dirompente”. Von der Leyen ha sottolineato l’importanza di garantire che il futuro dell’automobile resti saldamente radicato in Europa: “Ogni settore ha esigenze uniche ed è nostra responsabilità proporre soluzioni che siano sia pulite sia competitive“.
La presidente della Commissione europea si è inoltre impegnata ad affrontare rapidamente la crisi dell’auto intervenendo sulle potenziali multe ambientali che potrebbero colpire i produttori nel 2025. Le ipotesi sul tavolo includono la sospensione delle multe almeno fino all’approvazione di un pacchetto-quadro, che potrebbe essere discusso al Consiglio europeo di marzo, oppure la trasformazione della sanzione pecuniaria in una di altra natura. Su questo fronte, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha sottolineato l’urgenza di un piano automotive europeo con risorse comuni per sostenere gli investimenti tecnologici e gli incentivi all’acquisto.
Il dialogo strategico promette un confronto serrato, ma il percorso si preannuncia accidentato. I costruttori europei, riuniti sotto l’Acea (che ha recentemente riaccolto Stellantis), chiedono da tempo un ripensamento delle politiche sulle emissioni e sulla transizione ai motori elettrici. Un punto critico riguarda lo stop ai motori termici previsto per il 2035, una scadenza che il commissario europeo per il clima, Wopke Hoekstra, ha definito non negoziabile, chiudendo la porta a possibili rinvii.
Resta aperta anche la questione degli incentivi. L’ipotesi di un piano europeo, caldeggiata dall’Italia, potrebbe trovare spazio nei lavori del dialogo, specialmente alla luce del riferimento al “rafforzamento delle risorse finanziarie del settore“. Un altro tema sensibile riguarda i dazi sulle auto elettriche cinesi, misura recentemente introdotta ma contestata da alcuni produttori, tedeschi in primis, che temono ripercussioni sul commercio globale.
Cosa emergerà dal dialogo strategico è ancora tutto da vedere. Ciò che appare certo è che l’Europa non può permettersi di perdere il suo primato in un settore cruciale. La sfida è complessa: conciliare sostenibilità, innovazione e competitività globale senza lasciare indietro alcuna delle anime del comparto. Insomma, il futuro dell’auto in Europa è a un bivio. Gennaio 2025 segnerà solo l’inizio di un percorso che dovrà dare risposte concrete a una transizione che non ammette ritardi né errori.
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