La gestione delle finanze peggiora con l’età, ecco perché

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Capita ogni giorno. A volte è il classico phishing che arriva via mail, proponendo esperienze finanziarie di successo semplicemente cliccando il link indicato per creare un contatto. In altri casi è la chiamata sullo smartphone, con indicazioni chiare per trovare modalità di investimento tali da favorire un rapido moltiplicarsi delle proprie finanze.

Sono tante le modalità che vengono impiegate per accedere alle informazioni sui risparmi delle persone, se non direttamente alle disponibilità economiche. Ed è sempre importante, se non si è convinti, ricordare di evitare qualsiasi contatto potenzialmente rischioso, seguendo i consigli che regolarmente vengono proposti dalla Polizia Postale per limitare i rischi. Fatto questo preambolo, non ci sono dubbi che le persone anziane possono risultare più esposte a chiamate fraudolente, anche per il progressivo invecchiamento cerebrale. E la situazione può peggiorare ancora se si manifestano i primissimi segnali di deficit cognitivo. Con potenziali impatti sulla gestione delle finanze. 

Essere lucidi, insomma, è fondamentale. Ma cosa succede nel cervello e quanto contano le abilità matematiche (se sono sufficienti) a compensare i possibili rischi? Una risposta sui possibili meccanismi neurobiologici che entrano in gioco nella gestione delle risorse economiche e finanziarie nella terza età viene da un’originale ricerca coordinata da Ian M. McDonough dell’Università Binghamton, realizzata assieme a Macarena Suárez-Pellicioni dell’Università dell’Alabama.

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Lo studio, apparso su Archives of Gerontology and Geriatrics, mostra come il processo d’invecchiamento possa influire sulla gestione delle finanze. E punta l’attenzione su aree encefaliche specifiche. La ricerca ha preso in esame adulti con valide capacità cognitive di età compresa tra 50 e 74 anni, utilizzando la Risonanza Magnetica per misurare la struttura cerebrale e la connettività funzionale.

I partecipanti allo studio si sono anche impegnati in semplici attività finanziarie, come bilanciare un libretto degli assegni o dare il resto. Partiamo dalla “fisiologia” finanziaria. Stando a quanto riporta una nota dell’ateneo Binghamton, nella valutazione e nella programmazione di questo tipo entrano in gioco diversi domini cognitivi, tra cui memoria, funzioni esecutive e capacità numerica. Tutte queste funzioni con l’invecchiamento possono perdere qualche “colpo”.

La ricerca ha preso in esame in particolare le regioni cerebrali collegate specificamente all’elaborazione matematica. Si parte dal giro frontale inferiore, che ha il compito di accedere alle informazioni matematiche contenute nella memoria. Nel tempo, i calcoli semplici vengono “immagazzinati” e quindi rimangono sempre a disposizione. Ma la situazione cambia se ci viene imposto, magari nel corso di una telefonata, di fare rapidi calcoli “nuovi” e più complessi.

In questo caso entrerebbe in azione il giro frontale medio. Che impiega una maggior potenza cerebrale della memoria con aumento della possibilità di errore. Ed è a questo punto che occorre la massima attenzione. Come riporta lo stesso McDonough nella nota per la stampa dell’Università Binghamton, “quando le persone fanno i calcoli, è più probabile che sbaglino. Se li hai memorizzati, hai memorizzato la risposta giusta. Sei più veloce, più efficiente e più preciso quando hai quelle rappresentazioni verbali”.

Purtroppo, la corteccia prefrontale del cervello si restringe nel processo d’invecchiamento e il processo involutivo si accelera in caso di decadimento neurocognitivo, come avviene nella malattia di Alzheimer. Quindi, in presenza di questa condizione, si rischiano di più errori nella gestione delle proprie finanze. Queste situazioni potrebbero diventare veri e propri marcatori di vulnerabilità, tali da segnalare chi è più a rischio.

Come preservare l’indipendenza e correre meno rischi di truffe? Detto che dallo studio emerge come chi ha un reddito più elevato e dispone di una sufficiente alfabetizzazione finanziaria risulti maggiormente protetto, non bisogna dimenticare l’importanza protettiva delle capacità linguistiche. In presenza di queste competenze, infatti, si potrebbe creare una maggiore connettività tra diverse parti del cervello, tali da compensare eventuali carenze specifiche.

Ma non basta. E’ importante che il singolo e chi si prende cura dell’anziano ponga attenzione al declino cognitivo. Strumenti finanziari, tecnologie e se necessarie tutele legali, come la procura per i sistemi di pagamento automatici, possono proteggere le persone dai rischi e favorire l’indipendenza economica. A tutte le età.

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