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Genova. Un Confeugo di buon auspicio: la fiamma dritta ha annunciato un 2025 sereno e prospero per la città. Si è rinnovata questo pomeriggio l’antica cerimonia che deriva da una tradizione della Repubblica di Genova, documentata dal secolo XIV ma probabilmente più antica.
In occasione del Natale il popolo rendeva un omaggio beneaugurante alle massime autorità della Repubblica, presentando un tronco d’alloro decorato con nastri bianchi e rossi, che veniva consegnato al doge dall’abate del popolo. Il tronco veniva poi bruciato, sempre per buon auspicio, e i presenti cercavano di portarne a casa un tizzone, come amuleto.
«La fiamma dritta è di buon auspicio per il 2025, che sarà un anno di grandi sfide per tutti noi e per Genova, all’insegna dei valori della nostra comunità che si ritrova unita, anche in occasioni come quella di oggi, per celebrare le nostre tradizioni – ha dichiarato il facente funzioni sindaco Pietro Piciocchi – Non nascondo l’emozione per il battesimo del mio genovese, che ho esercitato in questi giorni perché ci tenevo a onorare una tradizione che in questi anni è stata fortemente valorizzata, diventando un appuntamento molto caro nel ricco calendario delle iniziative di piazza a Genova».
«Anche quest’anno siamo qui, in piazza De Ferrari e di fronte a Palazzo Ducale, due dei luoghi simbolo di Genova e della Liguria, a celebrare la tradizione del Confeugo – commenta il presidente della Regione Liguria Marco Bucci – Un appuntamento storico, una festa antica che richiama alle nostre radici e alla nostra tradizione, al nostro essere liguri e genovesi, e che è profondamente connesso con le festività natalizie. Ci auguriamo che il fuoco dei rami di alloro, la fiamma dritta che ha illuminato questo pomeriggio sia di buon auspicio: abbiamo di fronte a noi tante sfide e tante opportunità, la nostra terra ha dimostrato in questi anni forza e capacità di fronteggiare le difficoltà. Sono sicuro che, proprio per questo, riusciremo a portare a compimento tutti i progetti e gli obiettivi che vogliamo raggiungere nel 2025».
La festa è partita da piazza Caricamento con il corteo guidato dall’abate del popolo, i gruppi storici, gli sbandieratori dei Sestieri di Lavagna e un carro trainato dai cavalli bardati dei Carratê, che hanno percorso le strade del centro fino a piazza De Ferrari dove l’abate del popolo, impersonato dal presidente di A Compagna Franco Bampi, ha incontrato il sindaco facente funzioni, Pietro Piciocchi.
Dopo il rituale scambio di saluti: «Ben trovòu messe ro Duxe» (Ben ritrovato Messer Doge) e «Benvegnou messe l’Abbou» (Benvenuto Messer Abate) l’abate del popolo ha offerto al sindaco facente funzioni il tradizionale Confeugo, a cui è stato poi appiccato il fuoco, al rintocco del Campanon de Päxo, la campana collocata sulla Torre Grimaldina.
La cerimonia del Confeugo è entrata nel vivo con l’invito solenne rivolto dal cintraco, Marco Pépé, all’abate a prendere la parola per leggere, secondo la tradizione, i mugugni ovvero l’elenco dei principali problemi della città più invisi ai genovesi, che il facente funzioni sindaco si è impegnato a risolvere. Quest’anno i mugugni erano dedicati ai rifiuti, alle pompe della fontana di piazza De Ferrari, alla segnaletica orizzontale poco visibile e al declassamento dell’Archivio di Stato.
Nel corso della cerimonia, il Comune di Genova e la Consulta Ligure delle Associazioni per la Cultura, le Arti, le Tradizioni e la difesa dell’Ambiente hanno siglato il Protocollo d’intesa per la valorizzazione della lingua genovese, che coinvolge le realtà locali nella promozione e nella diffusione delle tradizioni, in particolare della lingua genovese.
Maurizio Daccà, vicepresidente di A Compagna ha raccontato la figura di Ettore Vernazza, stimato notaio e filantropo del XVI secolo, che ripristinò l’antica Compagnia del Mandiletto, una sorta di consorteria che aveva lo scopo di raccogliere elemosina per i poveri. Vernazza è conosciuto soprattutto come fondatore a Genova dell’Ospedale degli Incurabili, il primo nel suo genere e il primo di una serie di ospedali, almeno undici, che Vernazza fondò in tutta Italia. Il filantropo genovese fondò anche nella nostra città il Conservatorio delle Figlie di San Giuseppe per l’educazione di fanciulle povere e istituì un lazzaretto per gli appestati, con il contributo del doge Ottaviano Fregoso.
La cerimonia si è conclusa con il concerto natalizio di Gnachi & Fϋrbe Grandi & Fanti Vico 28, con la danza popolare del Gruppo Folcloristico Città di Genova e l’invito a cantare tutti insieme Ma se Ghe pensu.
Durante la cerimonia del Confeugo il Comune di Genova e la Consulta Ligure delle associazioni per la Cultura, le Arti, le Tradizioni e la difesa dell’Ambiente hanno siglato un protocollo di intesa che coinvolge le realtà locali nella promozione e nella diffusione delle tradizioni, in particolare della lingua genovese.
Tra le iniziative: promuovere corsi di lingua genovese gratuiti per i cittadini, collaborare con le scuole per l’insegnamento della lingua genovese, realizzare eventi culturali, spettacoli e rassegne tematiche che coinvolgano le nuove generazioni, implementare siti web e canali social per diffondere la cultura genovese, registrare testimonianze sonore di parlanti anziani per preservare e trasmettere la tradizione linguistica. E ancora, organizzare concerti, rappresentazioni teatrali, concorsi e altre attività sul tema.
L’accordo, che ha una durata triennale, rappresenta un passo significativo verso la valorizzazione della lingua genovese, contribuisce a rafforzare l’identità culturale della nostra città e a garantire che le tradizioni locali continuino a vivere per le generazioni future.
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