Chi è il nuovo capo in pectore del Dap e perché si è dimesso Russo

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Lina Di Domenico sarà la prima donna a guidare il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap)

Per alcuni si è trattato di un fulmine  ciel sereno, in realtà le tensioni covavano da mesi. Giovanni Russo ha annunciato le dimissioni da capo Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Lo strappo, non ancora formalmente ufficializzato, segna una svolta nell’organizzazione del sistema carcerario italiano. Russo, come riferisce l’Ansa, dovrebbe andare a ricoprire il ruolo di consigliere giuridico alla Farnesina, lasciando il posto quasi certamente a Lina Di Domenico, attuale vicecapo del Dap. Repubblica fornisce qualche dettaglio in più, precisando che per Russo “è pronto un ruolo all’interno di un organismo internazionale”.

I RAPPORTI DIFFICILI TRA RUSSO E DELMASTRO

Secondo il Sappe (il sindacato autonomo Polizia penitenziaria), alla base delle sue dimissioni ci sarebbero rapporti difficili con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, di Fratelli d’Italia. “Tra Russo e Delmastro non è mai scattato quel feeling indispensabile tra politica e amministrazione per lavorare insieme di pari passo”, hanno fatto presente dal sindacato.

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Sempre Giuliano Foschini su Repubblica fa riferimento a “mesi di tensioni silenziose con il sottosegretario Delmastro e la potentissima capa di gabinetto Giusi Bortolozzi”. E trova conferma in altre fonti all’interno del Ministero: “I rapporti avevano cominciato a incrinarsi – si legge nell’articolo – quando la testimonianza di Russo davanti ai magistrati di Roma è diventata centrale nel processo che vede imputato Delmastro per rivelazione del segreto di ufficio. Russo infatti ha raccontato come i documenti consegnati sull’anarchico Alfredo Cospito fossero a “divulgazione limitata”, quindi sarebbero dovuti rimanere all’interno dell’amministrazione. E invece Delmastro riferì il contenuto al collega Donzelli, il quale li usò per un intervento in Aula contro i deputati del Pd che erano andati in carcere a trovare Cospito. Da quel momento il sottosegretario e il capo del Dap hanno lavorato su due piani paralleli”.

CHI E’ LINA DI DOMENICO, LA PRIMA DONNA A GUIDARE IL DAP

Lina Di Domenico dovrebbe diventare quindi la prima donna a guidare il Dap. In passato magistrato di sorveglianza a Novara, è anche nipote di Giuseppe Falcone “compianto grande magistrato – ha ricordato sempre il Sappe – che ha fatto la storia dell’amministrazione penitenziaria, già anch’egli vicecapo del Dap (diretto da Salvatore Cianci) e per parecchi mesi Capo ad interim del dipartimento”. La nomina di Di Domenico rappresenta un momento storico, ma l’iter per l’ufficializzazione potrebbe richiedere più tempo del previsto a causa delle festività natalizie. Secondo i sindacati, non si attende alcuna conferma da parte del Csm prima del 7 gennaio.

GIOVANNI RUSSO, TRA PROGETTI E POLEMICHE

Giovanni Russo lascia il Dap in un momento in cui stava portando avanti vari progetti. Tra questi, un’iniziativa d’arte promossa insieme al Vaticano per l’Anno Santo, che ha visto il coinvolgimento dei detenuti. Russo avrebbe dovuto partecipare a Rebibbia all’apertura della Porta Santa da parte di Papa Francesco, ma la sua presenza ora appare incerta.

Tuttavia, il suo nome è stato recentemente al centro di controversie legate alla vicenda dei presunti dossieraggi su politici. La procura di Perugia ha aperto un’indagine che coinvolge anche l’ex magistrato Antonio Laudati e il finanziere Pasquale Striano. Russo, che in passato era coordinatore del Servizio di contrasto patrimoniale della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, aveva segnalato già nel 2020 presunte anomalie nelle operazioni condotte da Striano. Tali segnalazioni hanno però suscitato polemiche, con l’ex procuratore Federico Cafiero de Raho che ha negato di aver ricevuto tali informazioni.

LA POSIZIONE DELL’UILPA PENITENZIARIA: “DIMISSIONI OPPORTUNE MA TARDIVE”

Secondo Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, le dimissioni di Giovanni Russo, a due anni dalla sua nomina, sono considerate “opportune ma tardive”. De Fazio ha descritto Russo come una figura competente e sensibile, ma ha sottolineato che il suo ruolo come capo del DAP e del Corpo di Polizia Penitenziaria è stato percepito come “anonimo” dagli operatori. La Uilpa lamenta l’assenza di un’azione concreta da parte di Russo riguardo ai problemi delle carceri e della Polizia Penitenziaria, definendo la situazione attuale come “disastrosa”.

CRESCONO I SUICIDI NELLE CARCERI, IL REPORT DEL GARANTE

Nel frattempo un dato preoccupante è il crescente numero di suicidi tra i detenuti registrati dal Dap. Secondo il report del Garante nazionale per i diritti delle persone private della libertà, nel 2024 si sono registrati 83 suicidi, un aumento significativo rispetto ai 66 dello stesso periodo del 2023. La maggior parte dei suicidi ha coinvolto uomini (81) con un’età media di circa 40 anni. Inoltre, il 54,22% dei suicidi è avvenuto nei primi sei mesi di detenzione, con casi drammatici registrati già nei primi giorni dall’ingresso in carcere.

Oltre ai suicidi, il Dap ha registrato 20 decessi per cause da accertare nel 2024. Tra i suicidi, due sono avvenuti al di fuori degli istituti penitenziari: uno presso la cittadella giudiziaria di Salerno e un altro durante un permesso premio. Il report evidenzia che il 56,62% dei suicidi ha riguardato detenuti italiani, mentre il restante 43,38% ha coinvolto stranieri provenienti da 15 Paesi. Le posizioni giuridiche delle vittime erano diversificate, con il 38,56% in attesa di primo giudizio e il 42,17% già condannato in via definitiva. Dati che evidenziano le criticità e le complessità del sistema carcerario italiano, caratterizzato da condizioni di detenzione difficili, sovraffollamento e carenze strutturali.

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