Livorno, la signora dei presepi dal mondo: in giro nella sua casa museo

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LIVORNO. La signora dei presepi. Col suo museo artigianale delle Natività. E così una casa di via Carlo Bini diventa un qualcosa di meraviglioso. Una mostra. Un percorso a tappe tra nazioni e tradizioni. Se nelle case dei livornesi come ogni dicembre è ormai al suo posto il presepe, a casa di Maria Gabriella Bassi, da anni, per le feste di Natale si fanno “i” presepi. Natività che raccontano storia. E storie. In un momento in cui nel mondo si soffre per le guerre che uccidono ogni giorno centinaia di esseri umani, dalla dimora in via Carlo Bini di questa insegnante di inglese in pensione parte un messaggio di amore fra i popoli e di pace universale.

Tutto ciò grazie all’allestimento, non di uno, ma di una quindicina di presepi provenienti da tante parti del mondo e rappresentanti “delle “natività ognuna (e soprattutto quelli provenienti da paesi non cattolici) con il “taglio” che gli è proprio e con piccole modifiche legate agli usi e costumi locali.

«Il presepe è sempre stata la mia passione – racconta la prof – e visto che poi, sia per lavoro, sia per piacere, ho viaggiato molto ho pensato bene di raccogliere pezzi di presepe più o meno in tutte le località che ho visitato. A questi si aggiungono quelli regalati da amici in viaggio consapevoli della mia passione».

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L’unione delle passioni fa la forza. Bassi ha addirittura insegnato a Mogadiscio (Somalia) in virtù del suo distacco presso il Ministero della Pubblica Istruzione per il quale era coinvolta in progetti di insegnamento internazionale.

Poi, ancora, viaggi di piacere a parte, ha soggiornato a Montevideo in Uruguay paese di origine del marito (purtroppo scomparso) Cesare Menotti.

Insomma è una cittadina del mondo. In Italia la carriera scolastica della prof di inglese si è svolta quasi esclusivamente a Bergamo. La palazzina di via Carlo Bini più che un’abitazione somiglia a un museo del presepi.

Appena entrati ti rapisce il presepe senegalese, più precisamente dell’isola di Gorèe meglio nota come l’isola degli Schiavi in virtù della base in questa isola delle “aste” dei nativi e porto delle navi “negriere” in rotta per le Americhe con il loro carico umano.

Tutti i pezzi sono in legno intarsiato, lo stile ricorda un po’ il “santons” provenzale, sopra di loro vigila la scultura sempre in legno di una donna africana.

Accanto al presepe africano uno dei molti presepi tradizionali presenti in casa Bassi: un napoletano doc con i tradizionali “pezzi” di casa nostra. È come un viaggio. La signora dei presepi mostra. Spiega.

Si prosegue con un presepe proveniente dai Pirenei e costruito con la tradizionale pietra di questi monti, confini naturali tra Francia e Spagna.

Un particolare curioso: qui il bambinello non è rappresentato nella fasciatoia ma sdraiato accanto alla Madonna. Poi un altro presepe tradizionale completamente in plastica originario degli anni quaranta con il “marchio” Landi ovvero di un’azienda che in quei tempi primeggiava in questa produzione.

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A seguire, dai Pirenei al centro Europa con una rappresentazione della natività originaria della capitale ceca Praga (anche qui in legno artigianale).

Ti guardi intorno e le scoperte sono continue. Si accede al lato dei presepi in ceramica: quello messicano e quello andaluso, uno accanto all’altro, e da qui ancora nello spazio dei “tradizionali” fra i quali uno in “cotto toscano” doc e uno con il marchio El Prado, come il Landi un marchio d’eccellenza.

Via ancora con la ceramica precisamente quello proveniente dalla siciliana Caltagirone e a seguire un rarissimo presepe vietnamita in pietra. Una ceramica prestigiosa è quella del presepe targato De Sargadelos proveniente dalla Galizia accanto a un presepe ideato da Jim Shore, un famoso artista del settore.

La prof spiega tutto. Come una guida turistica delle natività. Sul finire uno delle opere più prestigiose della collezione Bassi ovvero un presepe filippino di legno dipinto tutto a mamo circondato un “tradizionale” in resina e uno in materiale plastico.

Dalla “fine del mondo” ovvero dalla Terra del Fuoco argentina, precisamente dal suo capoluogo Ushuaia, giunge un presepe al minimo sindacale (i soli Giuseppe, Maria e il bambinello) ma con una caratteristica originale: tutti i tre personaggi sono vestiti con lana di guanaco ovvero il lama del sud dell’Argentina. Paese che vai presepe che trovi.



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