La speranza di nuovi taxi e Ncc passa dalle Regioni

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Se Roma è paralizzata – non solo dall’assenza di taxi e ncc, anche dal punto di vista legislativo – può agilmente essere superata dalle Regioni che, per la Consulta, possono procedere mettendo all’asta nuove licenze per non arrecare ulteriori danni al settore turistico e alla popolazione più fragile. Tutti i dettagli

Si muove per via giurisprudenziale, stante l’immobilismo legislativo e comunale, la speranza dell’utenza di avere più taxi e Ncc (auto a noleggio con conducente) in strada. Speranza che si fa più forte considerati i disagi riscontrati negli ultimi anni in quasi tutte le grandi città italiane e soprattutto in vista dell’anno giubilare che dovrebbe portare un afflusso di pellegrini e turisti dalla portata eccezionale a Roma e in tutto il Paese.

TAXI E NCC, LA CALABRIA ACCELERA E DETTA LA LINEA

La giurisprudenza in questione che potrebbe sbloccare la situazione è quella della Consulta, ma per comprendere appieno quanto ha disposto occorre riavvolgere la pellicola all’aprile 2023, quando cioè la Calabria con la legge regionale 16 ha autorizzato fino a 200 nuove vetture a noleggio con conducente affidandole direttamente a Ferrovie della Calabria srl, azienda interna. Poteva farlo?

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Ne era nato un conflitto di attribuzione tra Regione e Comuni che era diventato in verità un conflitto con lo Stato centrale, dal momento che la Calabria così facendo ignorava la legge statale che conferiva la possibilità di concedere licenze esclusivamente agli 8mila campanili circa che punteggiano il territorio nazionale.

L’INTERVENTO DELLA CONSULTA

Conflitto che è stato risolto nelle ultime ore dalla Corte Costituzionale. Nella decisione di ieri i giudici delle leggi stabiliscono che la Calabria, così come ogni altra Regione, ha modo di rilasciare nuove licenze, ma ha sbagliato i modi: si è infatti rivolta all’attribuzione diretta anziché passare per il meccanismo della gara pubblica.

La “rigida previsione contenuta nella risalente disciplina introdotta nel 1992”, che assegna solo ai comuni la possibilità di indire pubblici concorsi per il rilascio delle autorizzazioni al servizio di noleggio con conducente, deve ritenersi “cedevole rispetto a successive leggi regionali che definiscano un assetto più articolato e attuale, in funzione della tutela di un livello di interessi che riguarda importanti potenzialità di sviluppo dell’intero territorio regionale”.

COMUNI E REGIONI CONCORRONO, ANCHE IN TEMA TAXI E NCC

Non è una sentenza dirompente dal punto di vista giurisprudenziale. Già in altri settori, con le sentenze 164/2019, 98/2017 e l’ordinanza 199/2006, la Consulta aveva ritenuto che l’esclusiva comunale fissata dalle leggi precedenti al 2001 (riforma titolo V) fosse vincolante solo finché le Regioni non fossero intervenute con una loro disciplina.

IL BLOCCO DEL DL 135 DEL 18

Qui però la questione era resa ancora più complessa non solo perché vi fosse il dubbio che quella facoltà non aspettasse alla Regione Calabria ma esclusivamente ai Comuni ex artt 5 e 8 della Legge 21 del 1992 ma anche e soprattutto perché in mezzo alla strada si trovava l’intervento governativo rappresentato dall’articolo 10-bis, comma 6, del Dl 135/2018 che, proprio come nel settore balneare, aveva bloccato qualsiasi nuova autorizzazione Ncc in attesa di un censimento, che però non si è mai visto. Nel campo delle liberalizzazioni, infatti, quasi tutti gli esecutivi che si sono succeduti in questi anni non volendo procedere hanno calciato il pallone lontano adducendo il bisogno di creare anzitutto un registro pubblico che fotografasse la situazione contingente.

LA CORTE HA SCONGELATO LA SITUAZIONE

Una situazione scongelata dalla Consulta: il registro non è mai stato creato, non sembra essere all’orizzonte e l’immobilismo del legislatore ha colpito anzitutto la popolazione anziana e fragile che non ha modo di utilizzare gli altri servizi di trasporto di linea e in secondo luogo “ha recato danno al turismo e all’immagine internazionale dell’Italia, dal momento che l’insufficiente offerta di mobilità ha pregiudicato la possibilità di raggiungere agevolmente i luoghi di villeggiatura”. Insomma, se Roma è paralizzata – non solo dalla mancanza di taxi e ncc, anche a livello legislativo – può essere agilmente superata dalle Regioni che potranno mettere all’asta nuove licenze.



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