Consorzi industriali: il Consiglio approva la proposta di legge

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21 Dicembre 2024

Il provvedimento è stato votato a maggioranza: favorevoli Pd, Movimento 5 stelle, Italia Viva e, in difformità col gruppo, il consigliere di Fratelli d’Italia Diego Petrucci. Contrari la Lega e Fratelli d’Italia. Respinti gli emendamenti della Lega, decaduti quelli di Fratelli d’Italia

Comunicato stampa n. 1337

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Firenze – Il Consiglio regionale, nel corso della notte, ha approvato a maggioranza la proposta di legge per la “costituzione e il funzionamento dei consorzi di sviluppo industriale finalizzati alla realizzazione di poli per specifici settori industriali. Strumenti per il sostegno a recupero cooperativistico d’impresa e del tessuto economico e sociale del territorio”, presentata da Silvia Noferi (Movimento 5 stelle), che ha proposto il primo testo poi rielaborato e condiviso con Gianni Anselmi e Vincenzo Ceccarelli (Pd). La Pdl è stata poi sottoscritta anche da Maurizio Sguanci (Italia Viva). In aula hanno votato a favore Pd, M5s, Italia Viva e, in difformità con il suo gruppo, il consigliere di Fratelli d’Italia Diego Petrucci. Contrari Lega e Fratelli d’Italia. Nel corso delle votazioni dell’articolato di legge, sono stati respinti gli emendamenti presentati dal gruppo della Lega, decaduti quelli presentati dal gruppo di Fratelli d’Italia perché i proponenti non erano in aula.

La discussione e la votazione si è svolta mente sotto la sede del Consiglio regionale si svolgeva una manifestazione degli ex lavoratori della Gkn, dalla cui crisi ha preso le mosse, almeno nella sua prima stesura, la proposta di legge presentata da Silvia Noferi.

Ad illustrare il testo all’aula, il presidente della commissione Sviluppo economico e rurale, Gianni Anselmi (Pd), che ha ricordato che la proposta di legge è stata licenziata dalla seconda commissione nella penultima seduta, prima della sessione di bilancio, con parere a maggioranza. “La proposta, la cui prima firmataria è la collega Noferi – ha spiegato – riguarda la costituzione di consorzi e si configura come uno strumento di politica industriale”. Anselmi ha ricordato il lavoro comune tra i firmatari, con il supporto degli uffici legislativi, “per conformare il testo alla scheda di legittimità che aveva riguardato la sua prima stesura e anche per superarla, alla luce dei contributi che strada facendo si aggiungevano”. Il provvedimento, ha poi spiegato, “decolla da una situazione di crisi, largamente conosciuta ai colleghi, e in questa serata anche largamente udita”, ha detto riferendosi ai rumori, udibili in aula, della manifestazione della rappresentanza degli ex lavoratori Gkn sotto la sede del Consiglio. “Ma è una iniziativa di legge  – ha continuato a spiegare – che, se prende le mosse da una crisi industriale localizzata e conosciuta, ha acquisito, nel corso della sua istruttoria, un carattere molto più generalista, è cioè una misura che non si applica solo a una fattispecie critica di natura industriale, ma in via di principio a contesti nei quali una politica attiva di politica industriale può trovare le ragioni di una propria presenza” e in questo senso la legge è una sorta di “riflessione sulla funzione delle politiche industriali in questo paese e in questa regione, che molto spesso sono evocate e che molto molto spesso si traducono solamente in deboli sostegni finanziari con i fondi statali o con i fondi comunitari che sostengono gli investimenti in particolar modo sul fronte dell’innovazione, della transizione digitale o della transizione ecologica degli impianti”.

Secondo Anselmi, la legge “non qualifica una sostituzione del pubblico nella gestione di impresa, ma qualifica la costituzione di strumenti di intervento per creare condizioni favorevoli alla rigenerazione industriale, all’attrazione d’impresa o a nuovi insediamenti produttivi. Per questo si fa riferimento ad esperienze esistenti, anche in riferimento alla normativa nazionale che ha generato, nel contesto nazionale, già alcune esperienze più o meno fortunate di consorzi”. Ma la declinazione Toscana, ha aggiunto, prevede “un intervento misto pubblico privato di cui possono far parte la Regione, i comuni interessati, rappresentati d’impresa, le Camere di commercio.  È un’interessante novità anche rispetto ad altre esperienze nel paese. E quei soggetti possono ingaggiare in questo percorso cooperative di lavoratori” a rischio di licenziamento o già licenziati a causa di una crisi di impresa. Si affianca cioè l’intervento pubblico ai bisogni espressi da un territorio, dove c’è “necessità di intervenire in situazioni o di crisi, oppure potenzialmente anche anticipatorie di crisi”. I consorzi vengono disciplinati “circa il perimetro di intervento, vale a dire l’infrastrutturazione e la strutturazione competitiva dei contesti quali possono essere i piani per gli insediamenti produttivi, oppure aree già espropriate dai Comuni e messi a disposizione di un gestore oppure aree industriali dismesse e quindi potenzialmente da rigenerare con strumenti anche di natura pubblicistica e tutta una serie di funzioni che riguardano l’intercettazione di investimenti”. Quindi “i consorzi gestiscono il contesto e lo rendono più attrattivo, ma non si sostituiscono le attività di impresa che all’interno di quel contesto potranno insediarsi, comprese in via prioritaria, in caso di assegnazione con avviso pubblico di strutture e di volumi produttivi o di aree pubbliche, le cooperative neo costituite da parte dei lavoratori” disoccupati per crisi aziendali o che si trovino in contesti critici di impresa.  “La norma – ha continuato – prevede per i consorzi la possibilità di proporre procedure espropriative di infrastrutture, di area adiacenti a quelle originariamente assegnate al consorzio o anche di volumi dismetti esistenti da rimettere a disposizione delle aziende che eventualmente si insediassero. Possono proporre, non possono espropriare”, perché questo è potestà dei Comuni. “I consorzi, insomma – ha spiegato – sono uno strumento che la Regione mette a disposizione dei territori che vogliono organizzarsi per attivare risorse pubbliche e private” per rilanciare iniziative industriali. In chiusura ha ringraziato il collega Sguanci per aver sottoscritto la proposta di legge.

Per la consigliera Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia): “Si tratta di un provvedimento nato su un caso singolo, su un lavoro frutto di uno stimolo che ritengo profondamente viziato e sbagliato, un’assemblea legislativa ha il dovere di legiferare in termini generali. Tutti conosciamo il caso della Gkn, anch’io sono stata a manifestare davanti alla fabbrica e a portare la solidarietà di tutto il Consiglio regionale. Alle crisi aziendali si risponde con strumenti efficaci, che dovrebbero avere una visione programmatica. Questo è invece un tentativo strumentale di sistemare una situazione che è stata definita dalla collega Noferi come potenzialmente pericolosa. Intorno a questa vicenda, intorno a ‘Insorgiamo’ ci sono persone vicine ai collettivi anarchici. Siamo a discutere di questa legge, mentre fuori ci sono manifestanti che di fatto ci impediscono di uscire e questo non mi sembra accettabile. Il soggetto pubblico impiega risorse pubbliche su uno strumento che mi lascia perplessa. La Regione diventa attore in economia, diventa soggetto di un Consorzio che potrebbe avere un ruolo anche per sbloccare le infrastrutture”.

Maurizio Sguanci (Italia viva): “Ringrazio la collega Noferi e il collega Anselmi per avermi permesso di sottoscrivere il provvedimento, che a mio giudizio è una legge-pilota. La Gkn era una delle migliori aziende, una delle meglio specializzate. Pur essendo un liberale, non mi sento così liberista da pensare che sia accettabile che una multinazionale l’acquisti e invii una comunicazione ai lavoratori dicendo loro che se non vogliono essere licenziati devono andare a lavorare all’estero”.

Marco Niccolai (Pd): “Il diritto di manifestare è previsto dall’articolo 17 della Costituzione, la manifestazione che sta avvenendo è pacifica, oltre che autorizzata. Queste persone hanno lo stesso diritto di manifestare di coloro che l’hanno fatto in tante altre occasioni. Non vedo un tentativo di condizionamento della sovranità di questa Assemblea legislativa. Intervengo come presidente della commissione Aree interne e montane, quelle che hanno subito per prime le conseguenze del dramma dell’industria e del manifatturiero. Chi dice che senza industria non c’è l’Europa, dice una grande verità. Un intervento come questo, su un tema così rilevante, non riguarda solo la Gkn, i cui lavoratori hanno avuto il merito di porre un tema alla politica, ma interessa molte altre realtà. L’opposizione a questa legge è, quella sì, ideologica. Servono forme di intervento pubblico nei momenti di crisi, di fronte ai quali la politica non deve alzare le mani”.

“Di fatto, siamo qui ostaggio di venti manifestanti che vogliono condizionare il voto dell’Aula – esordisce il consigliere Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) in risposta alle considerazioni di Marco Niccolai –. Ciò detto, a me questa legge non dispiace, è interessante, perché mette a disposizione uno strumento che prima non avevamo. È una opportunità su base volontaria che la legge mette a disposizione della politica, nel caso in cui ritenga che ci siano le condizioni di intervenire. Un’opportunità, non una limitazione. È difficile da applicare, ma è un antidoto all’orribile, violenta pratica della delocalizzazione, frutto della globalizzazione, che ha distrutto milioni di posti di lavoro in Europa negli ultimi decenni. Intravedo un qualcosa che, magari lontanamente, assomiglia partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Questo non è un tema di sinistra, è stato uno dei cavalli di battaglia della destra politica italiana. Potremmo immaginare, penso agli impianti di risalita, come Consorzi industriali tutte le stazioni montane della Toscana”.

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Secondo il vicepresidente del Consiglio regionale, Marco Casucci (Lega), “il rullo martellante di tamburi che continuiamo a sentire è l’espressione di una pressione nei confronti degli eletti che ritengo quantomai fuori luogo. Dietro questa legge ci sono esigenze di natura politica. Il carattere generale e astratto dovrebbe essere il faro da seguire con la massima attenzione. Il testo ora in approvazione rappresenta un passo in avanti rispetto al testo inziale. La legge nazionale prevede che i Consorzi sono enti pubblici economici, il ruolo attivo della Regione che viene ora previsto. Le funzioni che si prevedono per il Consorzio, in relazione alle possibilità di esproprio, non superano a nostro giudizio definitivamente i problemi di legittimità perché incide sulla discrezionalità degli Enti locali”.

“Sono anche emozionato – dichiara Francesco Gazzetti (Pd) –, ci sono decine di persone fuori al freddo da oggi pomeriggio e lo sono non per una manifestazione ‘contro’, ma a sostegno di una speranza. Un pezzo di quella speranza possiamo costruirla noi stasera. Dovremmo essere orgogliosi di quello che stiamo per fare. Ricordo il presidente Anselmi, da sindaco, sul tetto di una fabbrica di Piombino, a me è capitato di fare uno sciopero della fame a difesa di posti di lavoro. Abbiamo l’opportunità di dimostrare che quello che facciamo qua può provare a dare uno strumento in risposta alle necessità delle persone. Stiamo producendo delle normative che stanno suscitando un interesse e di rispondere alla domanda che la politica può ancora servire a qualcosa”.

“Questa legge presenta numerose criticità e trova la nostra totale contrarietà”, dice la capogruppo della Lega, Elena Meini, che annuncia sei emendamenti al testo in approvazione. “La Regione non dovrebbe essere un attore principale, non deve entrare direttamente nella gestione dei Consorzi, ma limitarsi al ruolo di controllo e monitoraggio, come prevede la legge nazionale. Con questa proposta, invece – prosegue la capogruppo –, la Regione si eroga il diritto di gestire i Consorzi industriali e non solo le aree di crisi, sulle quali ci sarebbe stata la nostra convergenza. Nelle aree industriali che funzionano e per fortuna ce ne sono ancora molte nella nostra Regione non c’è bisogno di una legge come questa. Oltretutto, questa partecipazione attiva della Regione crediamo si in contrasto con i principi di sussidiarietà e possa politicizzare i nostri distretti. Il tema dell’esproprio, il tema della composizione del Consorzio, della compatibilità con gli enti locali ci fanno pensare a un atteggiamento eccessivamente centralizzato e burocratizzato”. Dl punto di vista più politico, “se questa legge è stata interpretata come il banco di prova del campo largo, notiamo che non c’è il presidente Giani, non c’è la capogruppo del Movimento 5 stelle: pensiamo che qui è nato, probabilmente è già finito”.

Il consigliere Fausto Merlotti (Pd) ritiene che “questo atto ci riconnette anche sentimentalmente con delle persone, ci rende più credibili e ci fa recuperare un gap di fiducia. Non offre niente a nessuno, è uno strumento in più. La nostra è una risposta di serietà riguardo a lavoratrici e lavoratori che sono qui a manifestare in maniera pacifica, sempre nel rispetto degli altri e delle regole. Questo intervento lo voglio dedicare a un operaio, Angelo Nappo, di Prato che ha perso il lavoro e ha visto anche il figlio perdere il lavoro. Con lui ho preso un impegno, mi sento in coscienza di aver risposto. L’altra dedica voglio farla a Dalida Angelini, che ha seguito la vicenda fino a quando ha potuto. A lei, come a tanti altri sindacalisti che ci hanno lavorato. Il nostro ruolo è essere classe dirigente a disposizione dei territori”.

Per il capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli, “questa legge nobilita il nostro impegno in questa parte finale della legislatura. Creiamo uno strumento e lo mettiamo a disposizione dei territori. È una legge importante, non è la prima volta che troviamo a legiferare mentre fuori ci sono persone che protestano. Sono sceso a parlare con queste persone, è una manifestazione pacifica, a momenti anche gioiosa. Abbiamo conosciuto e incontrato i loro rappresentanti: gente che si è impegnata, ha studiato, si è data da fare per far fronte alla situazione. Hanno il merito di aver sollecitato l’approvazione di una legge che sarà utile per molti altri”. Ceccarelli ringrazia “la collega Silvia Noferi che per prima ha presentato questa legge e il presidente della commissione Sviluppo economico Gianni Anselmi. Non è un provvedimento ad personam, potrà essere utilizzato in situazioni molto diverse, soprattutto con l’evoluzione che il testo ha avuto in commissione. Non farà della Regione un soggetto gestore, i consorzi non saranno soggetti imprenditoriali, né saranno i soggetti che faranno gli espropri. Non siamo qui a fare prove di campo largo, siamo a mettere a disposizione uno strumento utile per tutti”.

“Ho apprezzato tutti gli interventi, alcuni mi hanno addirittura commosso – dichiara la consigliera Silvia Noferi (Movimento 5 stelle) –. Sono qui, dopo dieci anni di opposizione ad ascoltare discorsi che non avrei mai pensato di ascoltare, sono particolarmente orgogliosa di essere la prima firmataria, di aver trovato la collaborazione del Partito democratico, di aver visto in Gianni Anselmi un grandissimo collega che non avevo avuto modo di conoscere”. La consigliera ringrazia “tutti i colleghi del Partito Democratico e tutti i lavoratori accorsi a sostenerci fuori dal Palazzo”. In particolare, “il presidente Mazzeo, che ha seguito fin dall’inizio la vicenda dei lavoratori Gkn, Ceccarelli, Galletti, Sguanci e il presidente Eugenio Giani, che ha cambiato totalmente opinione nel percorso della legge. Non è stato facile fargli cambiare idea, ma ci siamo riusciti tutti insieme. Così come i consiglieri Gazzetti e Merlotti. Vorrei anche sottolineare un aspetto innovativo: in questa legge, partecipano ai Consorzi non solo le cooperative dei lavoratori, ma anche i centri di ricerca delle Università, si vuole abbinare la conoscenza pratica maturata dai lavoratori alla conoscenza teorica e tecnologica che solo le Università possono dare, per ottenere una produzione ad alto valore aggiunto. Spero e credo che la finalità sia quella di dare una speranza per un futuro migliore, perché sarà uno strumento in più a disposizione per promuovere progetti di riconversione industriale sui quei territori dove si verificano aree di crisi aziendale. È una bella pagina di una politica che ha ritrovato il senso vero della rappresentanza e di una giusta alleanza fra cittadini, lavoratori ed eletti”.

 

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La scheda della legge

La proposta di legge, che nelle intenzioni dei proponenti nasce per affrontare situazioni come quella della ex Gkn di Campi Bisenzio, “definisce e disciplina l’assetto, l’organizzazione e il funzionamento dei Consorzi di sviluppo industriale finalizzati a supportare processi innovativi, ad alto impatto tecnologico, capaci di rispondere alle esigenze del territorio e della comunità locali”, e a sostenere la realizzazione di poli per specifici settori strategici tra cui quelli della mobilità leggera e delle energie rinnovabili. S’intende inoltre, come si legge nella relazione illustrativa della proposta di legge, “favorire la nascita e lo sviluppo di società cooperative, sostenere lo sviluppo economico, salvaguardare i livelli occupazionali e incentivare la ricollocazione dei lavoratori e delle lavoratrici di aziende in situazioni di crisi, con problemi di ricambio generazionale nella proprietà familiare o a rischio di delocalizzazione”. Per perseguire questi obiettivi, si ritiene necessario “intervenire con azioni di riqualificazione infrastrutturale nelle aree industriali dislocate sul territorio regionale, creando le condizioni per nuovi insediamenti produttivi e favorendo i processi di riconversione delle aziende esistenti”.

La costituzione dei Consorzi può essere promossa da vari enti e istituzioni operanti nel territorio, come la Regione, la Città metropolitana, le Province, i Comuni, le camere di commercio e altri organismi pubblici e di ricerca. La costituzione di un consorzio richiede l’approvazione della Giunta regionale. Tra le funzioni, al fine di promuovere la reindustrializzazione e l’insediamento di nuove attività produttive nel territorio, la facoltà dei Consorzi di “individuare e acquisire, anche su proposta della Regione, aree industriali e immobili destinati alla produzione, con priorità per il recupero e l’ampliamento delle aree dismesse”; “valorizzare e gestire le aree produttive individuate dagli strumenti urbanistici degli enti locali consorziati, provvedendo alle opere di urbanizzazione necessarie”; “favorire l’insediamento di nuove imprese, promuovendo le condizioni per la creazione e lo sviluppo delle attività produttive”; “agevolare, in caso di crisi industriali, la cessione dell’azienda o di rami d’azienda ai lavoratori o a cooperative da essi costituite, per favorire la continuità dell’attività”. Regione, Comuni e altri enti potranno affidare ai consorzi la manutenzione e gestione delle opere di urbanizzazione e delle infrastrutture nelle aree industriali, stipulando convenzioni specifiche.

La Regione intende così rafforzare la propria capacità attrattiva per nuovi investimenti, “dotandosi di strumenti che agevolino la riorganizzazione delle aree produttive dismesse e che incentivino la collaborazione tra enti territoriali e soggetti privati”.

I Consorzi, si legge nell’articolato del testo normativo, potranno “proporre provvedimenti espropriativi agli enti territorialmente competenti”, provvedimenti per i quali “resta ferma la competenza dei Comuni nelle funzioni amministrative relative alle espropriazioni per pubblica utilità”.

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(testo a cura di Sandro Bartoli e Luca Martinelli)

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana



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