Arezzo, «l’arbitro ci ha preso a pugni». E per protesta giocano con il «baffetto» contro la violenza (in senso opposto)

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di
Salvatore Mannino

La protesta dei giocatori del Montemignaio contro Gabriel Kondi dopo gli incidenti di domenica scorsa a Rassina nel derby del Casentino, placati dagli interventi dei carabinieri di Bibbiena

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Questa domenica, 22 dicembre, scenderanno in campo col baffettino nero a pennarello disegnato sul volto, quello che due domeniche fa avevano utilizzato gli arbitri per protestare contro gli episodi di violenza che avvengono continuamente contro di loro.

I giocatori del Montemignaio, invece, almeno questa è l’intenzione preannunciata dal direttore sportivo Luigi Bartoli, il segno in faccia lo avranno per segnalare esattamente l’opposto, ossia un direttore di gara che avrebbe (il condizionale è d’obbligo, visto che nessun referto sportivo ha per ora accertato che le cose siano andate davvero così) preso a cazzotti un dirigente e un calciatore a fine partita.




















































Di certo, per adesso, c’è soltanto che il fischietto si è dimesso, non senza quella che al Montemignaio considerano l’ultima beffa, ossia un referto in cui non si fa cenno ai pugni finali, ma che ha portato a maxi-squalifiche per due altri giocatori e lo stesso direttore sportivo.

Dei colpi proibiti, però, sempre secondo la società sportiva del più piccolo dei comuni della provincia di Arezzo, è rimasta traccia nel verbale steso dai carabinieri intervenuti per sedare gli animi. Ancora non è chiaro se le presunte vittime dei cazzotti procederanno con una querela nei confronti dell’arbitro.

Ma torniamo all’incontro giocato domenica scorsa, 22 dicembre, a Rassina, un derby tutto casentinese fra la squadra locale e appunto il Montemignaio, valevole per il campionato di seconda categoria. La partita è animata, soprattutto per la direzione di gara di Gabriel Kondi, della sezione Aia del Valdarno, che sventola tre cartellini rossi: il primo al diesse Bartoli, gli altri due ai giocatori Michele Giabbani e Fabio Castri, tutti espulsi per proteste, con il contorno di qualche parola pesante nei riguardi di Kondi, («Ma io – si difende Bartoli – gli avevo solo chiesto conto di una punizione»).

Poi all’80° il gol che fissa il risultato sull’1-0, realizzato, sempre secondo quelli del Montemignaio che protestano animatamente, in sospetto fuorigioco.

Finirebbe lì se l’arbitro non fischiasse la fine al 90° in punto senza recuperare il tempo delle espulsioni e di otto sostituzioni, sempre fra le recriminazioni degli ospiti. I protagonisti si avviano verso una vicina palestra, distante una ventina di metri, che fa da spogliatoio e qui un dirigente del Montemignaio, Ennio Consumi, si avvicina a Kondi.

Quest’ultimo, descritto da Bartoli come un «trentenne ben piazzato, alto un un metro e novanta», avrebbe replicato: «Perchè, cosa mi fai?». A seguire, nella versione del diesse, parte il pugno che stende Consumi, ultrassessantenne. Un altro giocatore ospite, Alessandro Fani, chiede spiegazioni e riceve un secondo cazzotto che lo atterra. A questo punto il diesse chiama i carabinieri, che intervengono con una pattuglia da Bibbiena, cercando di mettere pace.

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Si rientra dunque nello spogliatoio dell’arbitro, dove i militari stendono un verbale nel quale, sempre secondo Bartoli, Kondi ammette le sue responsabilità chiedendo scusa, davanti al presidente della sua sezione Aia, quella del Valdarno.

Le vittime dei cazzotti, intanto, vanno all’ospedale di Bibbiena, dove vengono sottoposte a una Tac di controllo: niente di grave, cinque giorni di prognosi.

Fine del pomeriggio concitato mentre comincia l’attesa per il referto dell’arbitro, che a inizio settimana si dimette. Sarà stato clemente, sperano quelli del Montemignaio che scelgono la via del silenzio, senza pubblicizzare quanto successo.

Invece giovedì arriva la stangata del giudice sportivo, da cui non risulta niente dei pugni oltre il 90°: cinque giornate a Giabbani e quattro a Castri per offese al direttore di gara, il diesse inibito fino al 16 febbraio. Esplode la rabbia della società, concretizzata in un post su Facebook dal titolo significativo: «Kondi-ti per le feste». Ora, salvo sorprese dell’ultimo momento, la colorita protesta coi segni di pennarello in volto.

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21 dicembre 2024 ( modifica il 21 dicembre 2024 | 17:08)

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