Come ogni anno nel mese di dicembre è stato presentato il rapporto rifiuti urbani dell’Ispra, arrivato alla sua 26esima edizione e frutto di una articolata attività di raccolta ed elaborazione di dati da parte del centro nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’Ambiente. Il rapporto fornisce i dati aggiornati all’anno 2023 sulla produzione (e gestione) dei rifiuti e la raccolta differenziata a livello nazionale, regionale e provinciale. Comprende anche un monitoraggio sui costi sostenuti dei servizi di igiene urbana e sull’applicazione del sistema tariffario. In sintesi, la produzione di rifiuti diminuisce a Genova e cresce la raccolta differenziata, ma quest’ultima rimane al di sotto della media nazionale e del nord Italia. La nostra città e la nostra regione, tra l’altro, spiccano per l’alto costo di ogni chilogrammo di rifiuto: la Liguria è al secondo posto tra le regioni italiane, Genova al terzo tra le città capoluogo. Alti anche i costi relativi ai servizi di igiene urbana: in Liguria sono i più alti d’Italia, Genova si piazza invece al secondo posto nel Nord e tra le prime anche in Italia.
Raccolta differenziata: Genova cresce, ma è ancora sotto media
Nel 2023 in Italia la raccolta differenziata è aumentata a livello complessivo, attestandosi al 66,6% (+1,4% rispetto al 2022), con percentuali del 73,4% al Nord, del 62,3% al Centro e del 58,9% al Sud. Anche in Liguria è cresciuta passando dal 57,5% del 2022 al 58,3% del 2023 (+0,8%) ma il dato rimane molto inferiore alla media nazionale e soprattutto a quella dell’Italia settentrionale, proprio come il Comune di Genova dove la crescita è più sostanziosa (+3%) arrivando a un 46,1%. Una conferma, comunque, di un trend molto positivo: nel 2019 e nel 2020 la percentuale di raccolta differenziata era del 35,5%, questo significa che negli ultimi cinque anni sono stati recuperati oltre dieci punti percentuali. A livello di Città Metropolitana (la vecchia provincia), infine, il dato del 2023 è più alto di quello del Comune principale, 52,8% contro il 51,4% dell’anno precedente (+1,4%). Tra i Comuni con più di 200mila abitanti i maggiori livelli di raccolta differenziata sono quelli di Bologna (72,9%), Padova (64,4%), Venezia (63%) e Milano (62,4%), qui sotto la tabella estrapolata dal rapporto dell’Ispra con l’andamento dal 2019 al 2023. La media delle città con più di 200mila abitanti è pari al 49,1%, dato a cui Genova si sta avvicinando.
Quanti rifiuti vengono prodotti nel Comune di Genova
In termini quantitativi nel Comune di Genova ogni cittadino ha prodotto nel 2023 498,8 kg di rifiuti urbani, un dato in calo rispetto ai 515,9 del 2021 e ai 503,2 kg del 2022, che torna ad avvicinarsi a quello del 2020 (497,3 kg). Buono, dunque, il trend degli ultimi anni. La media pro capite delle 14 città con più di 200mila abitanti è di 545,3 chilogrammi per abitante (- 2,3 kg rispetto al 2022), superiore di 49,3 kg rispetto alla media italiana, un divario che si è comunque ridotto nell’ultimo anno (la differenza nel 2022 era di 54 kg tra media delle grandi città e Italia). Positivo, quindi, il dato genovese, praticamente in linea con la media nazionale e tra i più bassi delle 14 città con più di 200mila abitanti. I valori più alti di produzione pro capite si riscontrano per Venezia (651 kg), Firenze (619 kg), Padova (604 kg) e Catania (593 kg) mentre i più bassi, oltre a Genova (498,8 kg), sono quelli di Verona (501 kg), Torino (499 kg), Milano (475 kg) e Messina (436 kg). In basso la tabella con tutti i valori e il confronto con la media italiana.
Comune di Genova, cosa è stato raccolto
Tra i dati del rapporto Ispra anche la suddivisione, nel Comune di Genova, della raccolta differenziata nelle varie frazioni merceologiche. Ogni abitante ha prodotto e raccolto nella differenziata, in media in tutto l’anno, 46,65 kg di organico, 66,48 kg di carta e cartone, 28,68 kg di vetro, 17,33 kg di plastica, 25,94 kg di legno, 4,89 kg di metallo, 4,10 kg di Raee (rifiuti elettrici ed elettronici),1,86 kg di rifiuti tessili. Qui sotto la tabella completa e il confronto con le altre grandi città.
Città Metropolitana: ogni residente ha prodotto più di 506 kg di rifiuti
Anche per quello che riguarda la Città Metropolitana di Genova la produzione di rifiuti urbani è leggermente calata. Dalle 425.674 tonnellate del 2021 si passa per le 421.140 tonnellate del 2022 e si arriva alle 413.912 tonnellate del 2023. Allo stesso tempo, come abbiamo visto, è aumentata la quota di raccolta differenziata: 204.796 tonnellate nel 2021, 216.509 tonnellate nel 2022 e 218.480 tonnellate nel 2023. In termini percentuali si passa quindi, in due anni, dal 48,1% al 52,8%. Il dato comprende Genova (che come abbiamo visto ha una percentuale più bassa) e tutti gli altri piccoli Comuni della vecchia provincia. Considerando il totale degli abitanti della Città Metropolitana (817.260 quelli conteggiati nel rapporto di Ispra) significa che ognuno ha prodotto 506,5 kg di rifiuti e che 267,3 di questi sono finiti nella raccolta differenziata. Nel confronto con il 2022, anche qui, si rileva un leggero miglioramento: la media era di 517,6 kg di rifiuti pro capite e di 266,1 kg di finiti nella raccolta differenziata. Nella tabella in basso i valori delle città metropolitane italiane.
Servizi di igiene urbana, in Liguria il dato più alto d’Italia
Pessime notizie anche per quello che riguarda i costi sostenuti dai cittadini per ogni chilogrammo di rifiuti prodotto. La Liguria, anche quest’anno, si conferma la regione con il maggior costo per abitante per il servizio di igiene urbana, parliamo di 275,7 euro pro capite, con un aumento di 5 rispetto al 2022. Segue la Toscana con 258,1, poi il Lazio con 233,7. La media italiana è di 197 euro (in aumento rispetto al 2022 quando era 192,3 euro/abitante), quella del Nord invece ancora più bassa, 173,3 euro. Le regioni con i dati migliori sono il Molise (144,3), la Lombardia (144,5) e il Friuli Venezia Giulia (144,9). Le voci di costo di natura variabile che rientrano in questi dati sono la raccolta e il trasporto delle frazioni differenziate, trattamento e recupero, trattamento e smaltimento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani indifferenziati. Le voci di natura fissa sono invece costi comuni, costo di spazzamento e lavaggio e costi d’uso del capitale. Qui sotto il confronto tra tutte le regioni.
Quanto costa un kg di rifiuti? Liguria da record negativo nel nord (e seconda in Italia)
Pessime notizie anche per quello che riguarda i costi sostenuti dai cittadini per ogni chilogrammo di rifiuti prodotto: 51,5 centesimi in Liguria (in crescita rispetto ai 50,8 centesimi del 2022). Un dato che vale il primo posto tra le regioni del nord e il secondo posto in Italia (lo scorso anno era al primo) perché al primo vola la Calabria con 52,2 centesimi. Sul podio, al terzo posto, la Campania con 48,9 centesimi. Il dato regionale ligure è molto più alto della media nazionale (39,8 centesimi per kg) e di quella del Nord Italia (34,5 centesimi per kg). Nelle altre realtà della nostra macro-area, infatti, i valori sono nettamente inferiori, tra i 28 e i 37 centesimi. Qui sotto la tabella con i dati relativi a tutte le regioni italiane.
Genova tra le città in cui il servizio di igiene urbana costa di più
Dati sconfortanti emergono anche dall’analisi dei costi pro capite del servizio di igiene urbana dei capoluoghi di regione. Nel 2023 il costo annuo pro capite più elevato si registra per la città di Venezia, con 411 euro/abitante (+6,6 rispetto 2022), seguita da Cagliari con 296,7 euro/abitante (+0,7) e da Perugia con 291 euro/abitante (+5). I valori più bassi si osservano, invece, per Campobasso e Trento, con 166,8 euro/abitante (+0,3) e 170,9 euro/abitante (-1,4). Al Nord, oltre a Venezia, il costo totale pro capite più alto si registra a Genova e Torino con, rispettivamente, 284,8 euro/abitante (+0,9 euro/abitante rispetto al 2022) e 240,1 euro/abitante (+0,7). Tra l’altro a Genova si paga una delle Tari più alta d’Italia e nell’ultimo anno sono proseguite le polemiche legate all’installazione dei nuovi cassonetti per la raccolta differenziata, con relativo accumulo di spazzatura anche in strada.
Genova terza città d’Italia per il costo di un chilogrammo di rifiuto
Per quello che riguarda i costi per chilogrammo di rifiuto il valore più elevato si registra a Cagliari con 63,9 euro centesimi/kg a fronte di un quantitativo di rifiuti prodotti di oltre 68 mila tonnellate, di cui circa 53 mila tonnellate raccolte in modo differenziato. Segue la città di Venezia con 63,1 euro centesimi/kg con un quantitativo di rifiuti prodotti pari a 163 mila tonnellate, di cui circa 103 mila tonnellate raccolte in modo differenziato. Al terzo posto Genova con un costo di 57,1 euro centesimi/kg, con un quantitativo di rifiuti prodotti di oltre 280 mila tonnellate, di cui oltre129 mila tonnellate raccolte in modo differenziato. Rispetto al 2022 si assiste a un aumento di 0,7 euro centesimi/kg. Il costo più basso si rileva per la città di Palermo con 32,7 euro centesimi/kg a fronte di una produzione di oltre 356 mila tonnellate, di cui 60 mila tonnellate raccolte in modo differenziato. Qui sotto la tabella dei Comuni.
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