Procura di Napoli mancano 13 pubblici ministeri e il Csm ne manda tre, Gratteri: «Ora rinforzi»

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Promozioni, trasferimenti per nuovi incarichi, applicazioni fuori ruolo. Al momento, nella Procura di Napoli mancano 13 pubblici ministeri (un conto che rischia di diventare nei prossimi giorni ancora più grave). Dal Csm, però, non arrivano i rinforzi attesi. Anzi. Numeri alla mano, il Csm ha deciso di mandare alla Procura di Napoli appena tre pm. Motivo? Difficile interpretare, in mancanza di un documento formale, conviene affidarsi al rigore dei calcoli e delle proiezioni statistiche.

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In sintesi, non arrivano nuovi pm per due ragioni: da un lato, perché nell’ultimo anno e mezzo sono stati abbattuti parte degli arretrati, cosa che rende l’ufficio inquirente napoletano non più in crisi; in secondo luogo, perché per tutte le Procure d’Italia, viene applicato un principio geometrico: quello del 10 per cento. In che senso? Per tutti gli uffici inquirenti resta tollerabile un vuoto del 10 per cento nell’organico, regola che vale per un ufficio di piccole e medie dimensioni come per la Procura napoletana. Uno scenario che alimenta non poche perplessità nella Torre del Centro direzionale.

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È evidente il disagio per le scelte del Csm. Si percepisce in modo immediato, nel recinto del Palazzo di giustizia, un certo disincanto per un approccio che viene considerato eccessivamente burocratico rispetto alle esigenze della prima Procura del disretto di corte di appello di Napoli. Legittime aspirazioni di carriera da parte di chi lascia la Procura, al netto di soluzioni adottate da Palazzo dei Marescialli che non soddisfano, dunque, le domande rimbalzano da una stanza all’altra: possibile che per Napoli valgano gli stessi principi di un ufficio di medie dimensioni e meno gravato da emergenze criminali? Dall’altro parte, però, al Csm non si escludono interventi. La voce del procuratore potrebbe essere ascoltata nel corso dei prossimi mesi, anche alla luce di altri possibili turn over all’ombra del Centro direzionale.

Le uscite

Ma chi lascia o è destinato a lasciare la Procura di Napoli? In questi giorni, la procuratrice aggiunta (a lungo reggente) Rosa Volpe ha assunto l’incarico di pg a Salerno; a coordinare i fascicoli della Dda dell’area centrale di Napoli sarà il procuratore aggiunto Sergio Amato (che conserva l’ufficio antiterrorismo); lascia il ruolo di pm, per diventare procuratrice aggiunta Giuseppina Loreto, in passato titolare di delicate inchieste in materia di pubblica amministrazione. Non è tutto: lasciano Napoli, per andare alla Procura nazionale antimafia le due pm Antonella Fratello e Ida Teresi, che a Roma torneranno sotto la guida del loro ex capo, il procuratore nazionale Gianni Melillo. Nelle prossime settimane, potrebbe scattare la nomina a procuratore aggiunto a Verona del pm Maurizio De Marco, attualmente pm in forza al pool che contrasta i reati predatori, dopo aver svolto per quasi dieci anni le indagini contro i clan della faida di Scampia e Secondigliano. Poi c’è chi è in procinto di lasciare la Procura, in vista di un incarico fuori ruolo.

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Insomma, ci troviamo di fronte a un ufficio inquirente che riesce ad assicurare numeri soddisfacenti, tanto da ridimensionare in modo sostanzioso il numero dei fascicoli arretrati (anche grazie al lavoro delle sezioni dei gip del Tribunale di Napoli), ma che rischia di ritrovarsi nuovamente alle prese con la classica coperta corta. E che rischia di avere risorse ridimensionate per affrontare le nuove sfide, sotto il profilo investigativo.

Il confronto

Dialettica incrociata sull’asse Napoli-Roma, si prova la via del dialogo, nel tentativo di capire quali margini di intervento sono possibili per i prossimi mesi. Una riorganizzazione dell’ufficio inquirente che ha anche una precisa caretterizzazione logistica. Nelle prossime settimane, i pm che sono ospitati nella Torre B del Tribunale di Napoli prenderanno posto nell’ufficio blindato, quello propriamente detto della Procura. Entro il prossimo anno, invece, sarà creato un braccio di trasmissione per unire la Procura al Tribunale, all’altezza di via Grimaldi. Novità logistiche e funzionali, che fanno però i conti con la richiesta di nuovi pm, sulla scorta di un principio più volte scandito in questi giorni: scelte e valutazioni da parte del Csm non possono certo dipendere da principi geometrici e approcci burocratici.





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