Omicidio a Lecce, spunta l’ipotesi della rapina degenerata

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Non un agguato, ma uno “scambio” finito male. Con un conflitto a fuoco, non si esclude, considerato che le armi adoperate sono due: una pistola e un kalashnikov. Entrambe sono state utilizzate, ma nessuna è stata ritrovata sul posto. Le indagini della polizia sull’omicidio di Giuseppe De Giosa, il 43enne di Bari con precedenti, raggiunto da un colpo al torace alla periferia di Lecce mercoledì pomeriggio alle 18. 

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Gli uomini della Squadra mobile della questura di Lecce stanno compiendo perquisizioni a tappeto e ascoltando numerose persone. Sono stati anche effettuati alcuni accertamenti su residui di polvere da sparo, ma al momento nessuna verifica formale che preveda l’iscrizione nel registro degli indagati di qualcuno. 
L’ipotesi che si sia trattato di un agguato, per varie ragioni, si fa sempre più residuale. È stata la prima ad essere valutata, considerato l’impianto scenico del delitto. E del resto l’inchiesta è coordinata dalla Dda (pm Giovanna Cannarile), tanto per tenere in considerazione il possibile contesto legato alla criminalità organizzata che va di pari passo, quasi sempre, con i traffici di droga. L’esecuzione, il regolamento di conti, non viene escluso. Ma trascorse alcune ore dai fatti, acquisite anche le immagini dei sistemi di videosorveglianza privati della zona e le testimonianze dei pochi residenti di via Papini, una traversa di via Giammatteo, ci sarebbe stato un breve scambio di battute tra i contendenti. Si sarebbero udite voci, prima degli spari. 
Non si può neppure escludere che sia stata inscenata o tentata una rapina finita male. Assalto che avrebbe avuto come bottino prescelto la sacca rossa piena di hascisc che è stata trovata nel bagagliaio della Fiat Panda su cui viaggiava la vittima. 

La caratura criminale della vittima 

Sull’altro fronte, quello barese, ci cerca di fare chiarezza sulla caratura criminale della vittima. De Giosa era stato arrestato nel 2014 in una operazione antimafia ma non rispondeva di associazione di stampo mafioso. Era considerato vicino al clan Di Cosola, ma si tratta di fatti datati. La situazione, nel Barese, è profondamente mutata. E ciò rende possibile che si siano create delle zone franche nella ripartizione delle piazze di spaccio in cui qualcuno potrebbe aver tentato di inserirsi. Probabile che volesse farlo anche De Giosa, originario di Adelfia, che aveva finito di scontare la sua pena ed era tornato in libertà. 
Non c’è alcun dubbio che qualche contatto con i locali dovesse averlo. E che Lecce fosse la location di un appuntamento, forse per il prelievo di sostanza o per la consegna. Al momento escludono gli investigatori che la vittima fosse in possesso di altra droga, eventualmente sparita nel nulla. 
Ad ogni modo, definito il movente sicuramente legato al mondo degli stupefacenti e quindi a contesti criminali di un certo spessore, per proseguire con le investigazioni gli uomini al comando del vicequestore Fabrizio Gargiulo, partono dall’analisi della dinamica dei fatti. 
Due le armi usate: una pistola e un kalashnikov. Almeno quattro i colpi esplosi, considerato che sono stati trovati altrettanti bossoli. Due appunto rilasciati dal fucile mitragliatore e privi di ogiva, uno mortale per De Giosa: il foro di entrata è stato individuato dal medico legale Alberto Tortorella che eseguirà l’autopsia e che ha effettuato una prima ispezione cadaverica sul posto all’altezza del torace. Il che farebbe pensare ad un azione avvenuta in movimento.
In strada, all’arrivo dei poliziotti della Mobile e della Scienfica, c’era la Panda con lo sportello aperto. Il corpo a terra, il portellone chiuso. L’auto era leggermente di traverso. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro per essere analizzato. Dai fotogrammi dei video potrebbero giungere elementi determinanti. Sembrerebbe che la svolta non sia così lontana, di sicuro sin dalle prime ore dopo i fatti gli uomini e le donne della questura sono a lavoro senza soluzione di continuità per chiudere il caso. Un caso che, per quanto circoscritto ad ambiti che non sfiorano l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, ha destato parecchio allarme. 





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