Il rapporto con gli investitori in una campagna di crowdfunding

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Mi è capitato in passato di raccogliere fondi come founder di una startup. Negli anni mi è capitato anche di lavorare a oltre 70 campagne di crowdfunding e di investire in una quindicina di progetti. Conosco un po’ le dinamiche che si innescano tra startup e investitori e sono sempre più convinto che tenere un comportamento corretto e trasparente (da ambo le parti) è la base di tutto.

Da founder, so benissimo quanto sia difficile convincere senza spararle grosse, cercando di essere sempre etico e realistico. So anche che non c’è nulla di più antipatico di un sedicente investitore che ti contatta, fissa un incontro e poi sparisce e non ti fa sapere più nulla. Basterebbero due righe e tu potresti metterci serenamente una pietra sopra.

So anche, da modesto investitore, quanto fa arrabbiare il fatto di non essere più considerati dai founder una volta che il round è chiuso e i tuoi soldi hanno cambiato portafogli. Ogni tanto vieni a sapere qualcosa da Linkedin o da qualche gruppo Telegram, ma nulla di ufficiale. In quei casi mi viene da dire: “Ti aspetto al varco quando verrai nuovamente a battere cassa”.

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Ogni tanto vieni a sapere qualcosa da Linkedin o da qualche gruppo Telegram, ma nulla di ufficiale. In quei casi mi viene da dire: “Ti aspetto al varco quando verrai nuovamente a battere cassa”.

Detto questo, cerchiamo di capire in che modo bisognerebbe gestire il rapporto con gli investitori prima, durante e dopo una campagna di crowdfunding.

La trasparenza come fondamento della fiducia

Il crowdfunding, e in particolare l’equity crowdfunding, ha rivoluzionato il modo in cui le startup raccolgono capitale. Offrendo ai founder la possibilità di coinvolgere direttamente il pubblico nel progetto, questa modalità rappresenta una strada innovativa e inclusiva per finanziare nuove idee. Tuttavia, una raccolta fondi di successo non dipende solo dalla piattaforma scelta o dalla validità dell’idea, ma anche dalla capacità del founder di costruire e gestire un rapporto duraturo con i suoi investitori. La trasparenza è un fondamento essenziale di questo rapporto. Quando un founder condivide informazioni dettagliate sul modello di business, sui rischi e sull’utilizzo dei fondi raccolti, non solo riduce le incomprensioni ma crea fiducia, una risorsa cruciale per consolidare il supporto degli investitori.

Questa trasparenza deve essere praticata non solo durante la campagna, ma anche in tutte le fasi successive. È essenziale fornire aggiornamenti regolari che dettaglino i progressi della startup, i successi raggiunti e le eventuali sfide incontrate. Per esempio, un report trimestrale che includa dati sulle vendite, aggiornamenti sulle iniziative di marketing e l’utilizzo dei fondi può fare la differenza nel rafforzare la fiducia. Questo approccio dimostra non solo impegno, ma anche rispetto verso chi ha scelto di credere nel progetto.

La comunicazione come leva strategica

Durante la campagna di equity crowdfunding, il founder deve essere un comunicatore efficace. Raccontare il progetto in modo avvincente ma realistico è fondamentale per attrarre gli investitori. Le promesse irrealizzabili o gli obiettivi poco chiari rischiano di compromettere la credibilità del progetto. Al contrario, un founder che dimostra di avere una visione chiara e supportata da dati concreti sarà in grado di convincere anche i potenziali investitori più esigenti. Questo richiede una preparazione meticolosa, che includa un business plan ben strutturato e proiezioni finanziarie realistiche.

Trasformare il crowd in community è la sfida più grande, ma anche quella più sana e vincente.

Inoltre, è importante personalizzare la comunicazione in base al pubblico. Gli investitori retail, spesso meno esperti, potrebbero apprezzare un linguaggio più accessibile e spiegazioni dettagliate sulle opportunità e i rischi. D’altra parte, investitori professionali potrebbero preferire un focus su metriche di performance e strategie di crescita. Dopo la campagna, la comunicazione non si interrompe: continuare a tenere informati gli investitori è fondamentale per mantenere viva la relazione e prepararli a eventuali sviluppi futuri. Trasformare il crowd in community è la sfida più grande, ma anche quella più sana e vincente.

Gestire le aspettative e creare chiarezza

Il rapporto con gli investitori non si limita alla comunicazione, ma include anche una gestione chiara delle aspettative. Durante la campagna, è cruciale spiegare in modo trasparente le modalità di ritorno economico, che si tratti di dividendi, crescita del valore delle quote o di una futura exit strategy. Ad esempio, un founder che prevede una quotazione in borsa o una vendita a un acquirente strategico deve comunicare chiaramente i tempi e i passaggi necessari per raggiungere questi obiettivi.

La vita di un founder è durissima. Quasi mai quello che viene prospettato si realizza, o per lo meno quasi mai nella forma e nei tempi previsti.

Parliamoci chiaro, la vita di un founder è durissima. Quasi mai quello che viene prospettato si realizza, o per lo meno quasi mai nella forma e nei tempi previsti. Fa parte del gioco e nessun investitore vero mette dei soldi in una startup appena nata aspettandosi di diventare miracolosamente ricco in due anni (gli investitori della domenica invece lo pensano). Quando ci sono difficoltà, e ce ne sono sempre tante, è giusto alzare la mano e dirlo. Gestire con trasparenza le difficoltà è un mestiere coraggioso che premia sempre i founder onesti. Mettere la testa sotto la sabbia non porta mai grandi benefici. A nessuno.

Valorizzare gli investitori come alleati strategici

Gli investitori, specialmente quelli che partecipano a campagne di equity crowdfunding, non sono solo una fonte di capitale. Spesso portano con sé competenze, esperienze e network che possono rivelarsi fondamentali per la crescita della startup. Il founder deve essere abile nel coinvolgerli in momenti strategici, come l’accesso a nuovi mercati o la pianificazione di iniziative di marketing. Per esempio, un investitore con esperienza nel settore tecnologico potrebbe fornire consigli preziosi su come sviluppare un prodotto innovativo o migliorare l’esperienza utente.

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Gli investitori spesso portano con sé competenze, esperienze e network che possono rivelarsi fondamentali per la crescita della startup.

Valorizzare gli investitori significa anche riconoscere il loro ruolo come ambasciatori naturali del brand. Molti di loro, spinti dall’entusiasmo per il progetto, diventano promotori attivi, contribuendo alla visibilità dell’azienda. Creare opportunità di coinvolgimento, come eventi dedicati o newsletter esclusive, rafforza questo legame e trasforma gli investitori in veri e propri alleati strategici.

Costruire una community per il futuro

Il crowdfunding non è solo una raccolta fondi, ma una potente occasione per costruire una community intorno al progetto. Gli investitori che scelgono di credere in una startup si sentono spesso parte di un’avventura più grande, e questa sensazione va coltivata con cura. Una startup che mantiene un dialogo aperto e costante con i suoi investitori non solo rafforza il legame emotivo, ma getta le basi per collaborazioni future.

Investire tempo e risorse nella gestione del rapporto con gli investitori non è un optional: è una strategia essenziale per garantire il successo della campagna e la crescita sostenibile della startup. Dall’onestà iniziale alla cura dei dettagli legali, passando per il coinvolgimento attivo, ogni aspetto contribuisce a trasformare gli investitori in partner fedeli e promotori del progetto. Quando gestito con competenza, questo rapporto diventa una risorsa preziosa che può fare la differenza tra una startup che prospera e una che si perde nel tempo.



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