La Fondazione Mont’e Prama e la Fondazione Nivola presentano la prima mostra dedicata al rapporto tra l’arte di Costantino Nivola e la preistoria della Sardegna. Lo fanno attraverso un percorso che mette in dialogo capolavori della scultura e dell’architettura eneolitica e nuragica e importanti opere di Nivola. Il tutto grazie a una serie di importanti prestiti provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e internazionali. «Questo progetto apre una strada nuova per ciò che attiene ai rapporti di collaborazione e sinergia fra istituzioni museali, dichiara il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni. Una collaborazione intensa e piena di significati, che ponendo Cabras e Orani in stretto collegamento durante il periodo in cui le esposizioni resteranno contemporaneamente aperte, collega la Sardegna e i suoi visitatori». «Il rapporto tra la Preistoria e l’arte contemporanea è uno dei temi chiave della cultura del Novecento, aggiunge Giuliana Altea, presidente della Fondazione Nivola, l’opera di Nivola ne è una testimonianza importante, finora mai studiata sotto questo aspetto. La mostra “Sulle spalle dei giganti” conferma come dalla sinergia tra istituzioni attive in diversi campi culturali possano nascere risultati di grande rilievo». Il titolo della mostra, «Sulle spalle dei giganti. La preistoria moderna di Costantino Nivola» (fino al 23 marzo 2025), allude, oltre che alle monumentali statue ritrovate a Mont’e Prama, all’aforisma medievale secondo cui noi, rispetto agli antichi, siamo come nani sulle spalle dei giganti.
La scultura di Costantino Nivola (Orani, 1911-Long Island, 1988) si ispira fin dagli inizi agli anonimi maestri della preistoria sarda. Folgorato dalla civiltà nuragica, Nivola percorre in lungo e in largo l’isola scattando centinaia di foto. Si reca a visitare gli scavi del nuraghe di Barumini, entra in contatto con il suo scopritore, l’archeologo Giovanni Lilliu, e inizia a sentire l’eredità spirituale e la continuità della sua opera con l’antica stirpe dei costruttori dei nuraghi e degli scultori dei bronzetti. L’architettura nuragica è presente nelle sue sculture monumentali.
La mostra, allestita in contemporanea in due sedi, il Museo Nivola (Orani) e il Museo Civico G. Marongiu (Cabras), presenta reperti originali, fotografie e installazioni multimediali a cura del Visual Computing Group del CRS4. Nata dalla collaborazione scientifica tra Giuliana Altea e Antonella Camarda, storiche dell’arte, Luca Cheri e Anna Depalmas, archeologi preistorici, e Carl Stein, architetto e già collaboratore di Nivola, è un’occasione unica per esplorare questo legame. «Il percorso, spiega Altea, segue lo sviluppo della Preistoria in Sardegna, dalla comparsa degli esseri umani sino all’apogeo della Civiltà Nuragica. A ogni momento del remoto passato dell’isola si affiancano opere fondamentali di Costantino Nivola». «Questi graffiti, aggiunge Camarda, costituiscono per Nivola una continua fonte d’ispirazione». «In Sardegna, precisa Depalmas, è diffusa la presenza dei menhir, grandi monoliti dalla forma ogivale di epoca prenuragica, a cui è dedicata la seconda sezione della mostra. Questi enigmatici manufatti dovettero colpire profondamente Nivola, che li cita nei primi sandcast degli anni Cinquanta e in modo anche più diretto nel progetto di piazza Satta a Nuoro, del 1967». Nel cuore della mostra al Museo Nivola è esposta la «Grande Madre» che, come tutte le figure femminili di Nivola, porta con sé il fascino ambivalente delle antenate preistoriche.
L’esposizione prosegue con il parallelo tra i pozzi sacri, monumenti nuragici legati al culto delle acque, e l’arte di Nivola. «Il tema dell’acqua, racconta Stein, è sempre stato caro a Nivola, le fontane svolgono un ruolo importante. Nivola amava contrapporre l’abbondanza e lo spreco dell’acqua negli Stati Uniti con la scarsità dell’acqua in Sardegna, che la rende preziosa e ne alimenta il desiderio». La sezione dedicata al «Costruttore», figura quasi mitica con cui Nivola si identificava, sia come figlio di muratore che come erede dei lontani artefici dei nuraghi, chiude la mostra al Museo Nivola e dà inizio a quella del Museo Giovanni Marongiu di Cabras. «Nivola, afferma Cheri, scorge nell’idea di costruzione l’essenza stessa dell’arte. Dalla sua fascinazione per i muri nuragici nasce nei primi anni Cinquanta la serie dei “Building Blocks”». Al museo di Cabras, che già accoglie i Giganti di Mont’e Prama, la mostra prosegue con il confronto fra le sculture nuragiche in pietra e in bronzo e quelle di Nivola. Pastori, guerrieri e artigiani preistorici sono per l’artista figure mitiche del tempo dei nuraghi che continuano ad aggirarsi sulla Terra, dando energia e ispirazione all’artista. Ecco un esempio di rete museale e artistica che, con le Madri di Nivola e i giganti di Mont’e Prama, parla al mondo restando fortemente ancorata alle proprie radici.
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