Fluid Wire Robotics, startup innovativa che sta sviluppando bracci robotici compatibili con ambienti ostili come le zone radioattive, i luoghi a rischio di esplosione, il mondo sottomarino e lo spazio, ha chiuso la seconda tranche di un round complessivo da 1,2 milioni di euro. A investire nella startup questa volta è Deep Blue Ventures (DBV), il fondo di venture capital specializzato in tecnologie deep tech e gestito da Deep Ocean Capital sgr (si veda qui il comunicato stampa).
La prima tranche del round, da 800 mila euro, era stata guidata lo scorso luglio dal lead investor RoboIT– il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per la Robotica nato su iniziativa del Fondo TechTransfer di CDP Venture Capital insieme a Pariter Partners, con la partecipazione di Scientifica Venture Capital e Pariter Robotics (si veda altro articolo di BeBeez).
L’ingresso di Deep Blue Ventures, che conclude così l’intero round, rafforza ulteriormente la strategia di crescita della startup, mirata a validare la tecnologia in contesti reali, perfezionare le sue soluzioni robotiche ed espandere la propria presenza nei mercati chiave, tra cui il settore nucleare, spaziale e subacqueo.
Per Deep Blue Ventures, Fluid Wire Robotics rappresenta il sesto investimento dal suo debutto nel maggio 2023 (si veda altro articolo di BeBeez). Il precedente era stato di 3,5 milioni di euro in AIKO, scaleup torinese che sviluppa software avanzati basati su intelligenza artificiale e automazione per applicazioni spaziali. In quel caso era stato sottoscritto da Deep Blue Ventures e da Primo Space Fund specializzato nel settore space tech, gestito da Primo Ventures sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Deep Blue Ventures, nato per sostenere le startup, spin-off e più in generale le iniziative di innovazione nell’ambito aerospaziale, nei settori della sanità e della sostenibilità, prevede di chiudere altre quattro operazioni entro il primo semestre 2025. Ricordiamo che il fondo ha fatto il suo debutto con una raccolta iniziale di 40,8 milioni di euro, su un target di 70 milioni.
Quanto a Fluid Wire Robotics, questa rappresenta un esempio virtuoso di trasferimento tecnologico tra università e industria. La startup, grazie alla sua tecnologia di trasmissione proprietaria, chiamata “Fluid Wire”, sviluppa bracci robotici elettrici modulari capaci di affrontare le sfide degli ambienti più estremi esistenti al mondo, come zone radioattive, lo spazio, ambienti sottomarini e atmosfere esplosive. La start-up era già stata supportata e finanziata in fase di pre-seed proprio da RoboIT e, inoltre, era stata una delle vincitrici della start-up competition Super Sapiens Day Factory organizzata proprio da Scientifica Venture Capital.
Ora, grazie alle risorse ottenute, Fluid Wire Robotics si focalizzerà in primis sullo sviluppo e commercializzazione del braccio robotico per il settore nucleare e per lo spazio, fino ad affrontare successivamente ambienti subacquei e ambienti a rischio di esplosione, ha spiegato la società, che è nata come spin-off accreditato della Scuola Superiore Sant’Anna e affonda le sue radici presso l’Istituto di Intelligenza Meccanica della medesima università. Il progetto è stato sviluppato sotto la supervisione di Marco Fontana, co-fondatore della start-up, che vanta una pluriennale esperienza in robotica e meccanica applicata.
Si stima che il mercato globale della robotica, con un fatturato di circa 42,2 miliardi di euro nel 2022, possa raggiungere i 95,5 miliardi di euro entro il 2028, con un CAGR del 38,8% tra il 2022 e il 2025 e del 5,8% tra il 2026 e il 2028. Fluid Wire Robotics si posiziona strategicamente in questo contesto, offrendo soluzioni capaci di affrontare le sfide più critiche della robotica avanzata.
L’obiettivo della startup infatti, è stabilire un nuovo standard nella robotica per ambienti estremi, combinando performance, affidabilità e versatilità. Adattare i robot tradizionali ad ambienti estremi comporta complessità progettuali significative e costi elevati, poiché richiede soluzioni ad-hoc per ogni contesto, limitandone la versatilità. Per affrontare queste sfide, Fluid Wire Robotics ha progettato un braccio manipolatore modulare ed elettrico, capace di operare in qualsiasi condizione estrema. La tecnologia proprietaria di Fluid Wire Robotics ridefinisce gli standard di affidabilità, eliminando i rischi legati alla presenza di componenti sensibili, come motori e sensori, all’interno del braccio robotico. Questi elementi, tradizionalmente incompatibili con gli ambienti ostili, sono posizionati in un’unità esterna e dunque protetti da condizioni ambientali aggressive. L’innovativo design del braccio robotico permette di ottenere una struttura “vuota”, priva di elementi soggetti a surriscaldamento, radiazioni o che possano causare esplosioni, garantendo un’affidabilità senza precedenti. La trasmissione della potenza dalla scatola al braccio avviene mediante un sistema idrostatico proprietario, il “Fluid Wires”, che consente di ottenere delle performance molto elevate in termini di destrezza e accuratezza del controllo delle forze scambiate con l’ambiente circostante.
“Fluid Wire Robotics rappresenta una risposta concreta alle sfide più complesse della robotica avanzata, con una tecnologia unica che combina affidabilità, modularità e sicurezza in ambienti estremi, in grado di abilitare soluzioni sostenibili e altamente performanti in contesti critici come il nucleare, lo spazio e le operazioni subacquee. Questo progetto dimostra come l’ingegno italiano, sostenuto da partnership mirate, possa affermarsi come leader nell’automazione globale e contribuire a ridefinire il futuro della robotica in settori fondamentali per la crescita economica e tecnologica del Paese”, ha dichiarato Paolo Cellini, Key Man Responsabile dell’Investimento e Member of Board di Deep Ocean Capital sgr.
“Il contributo di Deep Blue Ventures porta il nostro round d’investimento a raggiungere un valore complessivo di 1,2 milioni di euro”, ha precisato Marco Bolignari, ceo e co-founder di Fluid Wire Robotics. “Il nostro obiettivo di raccolta è così stato raggiunto con successo e siamo felici che si sia ulteriormente ampliato il gruppo di investitori che ha creduto in Fluid Wire Robotics. Il nostro percorso d’innovazione trova quindi ulteriore spinta in questa seconda fase d’investimento, portandoci ad attuare un piano di sviluppo tecnologico ancora più ambizioso ed esteso”.
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