11.28 – venerdì 20 dicembre 2024
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Inflazione turistica, Demoskopika: a novembre crescita del 4% su base annua. Ma Italia decisamente meglio di UE. Nel mese di novembre 2024, si stima un tasso di inflazione turistica in diminuzione dell’1,5% su base mensile e una crescita del 4,0% su base annua.
In aumento su base tendenziale tutte le macro-voci del paniere turistico: pacchetti vacanza (+9,6%), servizi ricreativi e culturali (+4,1%), servizi di trasporto (+3,5%), servizi ricettivi e ristorazione (+3,4%). Spostando l’analisi sul livello delle singole voci, a registrare un incremento, su base annua, più significativo risultano principalmente i servizi ricreativi e sportivi (+18,1%), i pacchetti vacanza nazionali (+13,4%), il trasporto marittimo (+8,8%), gli alberghi (+6,1%) e il trasporto aereo passeggeri (+5,6%).
Sul versante congiunturale, cioè rispetto al mese di ottobre, si registra un decremento prioritariamente per i servizi di alloggio (-7,7%) con in testa gli alberghi (-9,1%) e i voli nazionali (- 7,5%).
Il differenziale inflazionistico, in termini tendenziali, tra l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) e quello turistico (NICT) si riduce ulteriormente portandosi a 2,6 punti percentuali (dai 2,9 di ottobre 2024).
L’inflazione turistica acquisita per il 2024 è pari al 3,8%.
Sono sei i sistemi turistici con una dinamica dei prezzi più alta rispetto alla media italiana con in
testa Liguria e Piemonte.
La dinamica dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo turistico (IPCAT) per l’Italia fa registrare nel mese di novembre 2024, su base annua, un aumento del 4,1% (in crescita rispetto al mese di ottobre 2024, +3,9%) a fronte del dato dell’Unione Europea pari al 4,8%.
Analisi del dato
Secondo le stime di Demoskopika, nel mese di novembre 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo turistico per l’intera collettività (NICT), diminuisce dell’1,5% su base mensile (cioè rispetto al mese precedente) mentre registra una crescita del 4,0% su base annua (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Dunque, la dinamica dei prezzi del settore turistico, dopo un breve periodo di stabilità, ritorna a registrare una tendenza “rialzista” (3,8% nello scorso mese di ottobre).
Analizzando la scomposizione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo turistico per l’intera collettività nei contributi delle sue voci di spesa, si rileva che l’inflazione è sostenuta, seppur con pesi differenti, da tutte le componenti del paniere turistico individuato: servizi ricettivi e di ristorazione (+2,660 punti percentuali), servizi ricreativi e culturali (+0,695), servizi di trasporto (+0,389) e pacchetti vacanza (+0,224). In altri termini, sono i servizi ricettivi e di ristorazione ad assorbire il 67,0% della crescita seguiti da servizi ricreativi e culturali (17,5%), dai servizi di trasporto (9,8%) e, infine, dai pacchetti vacanza (5,7%).
Spostando l’analisi sulle voci di dettaglio del “paniere turistico”, spiccano per crescita su base annua i servizi ricreativi e sportivi (+18,1%), i pacchetti vacanza nazionali (+13,4%), il trasporto marittimo (+8,8%), gli alberghi (+6,1%) e il trasporto aereo passeggeri (+5,6%). In chiave congiunturale, la dinamica dei prezzi registra una flessione prevalentemente per i servizi di alloggio (7,5%).
Tra i primi sistemi regionali a registrare l’inflazione turistica tendenziale più elevata, e comunque al di sopra del valore medio italiano, si collocano Liguria (6,0%), seguita da Piemonte (5,3%), Friuli Venezia Giulia (4,6%), Lazio (4,5%), Umbria (4,3%) e Trentino Alto Adige (4,1%). Sul versante opposto la dinamica dei prezzi più contenuta si registra prevalentemente nelle seguenti regioni: Molise (2,8%), Calabria (2,9%), e Basilicata (3,0%).
In base alle stime di Demoskopika, infine, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo turistico (IPCAT) per l’Italia, sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo, registra, nel mese di novembre 2024, una crescita su base annua dal 4,1% a fronte di un 4,8% dell’Unione Europea. Una dinamica dei prezzi del “paniere turistico” che colloca il Belpaese al penultimo posto tra le aree “meno inflazionate”, preceduto dalla sola Francia (3,6%). Sul, versante opposto, a presentare, infine, un andamento dell’inflazione turistica più elevato dell’Italia tutte le rimanenti destinazioni osservate: Polonia (7,6%), Grecia (7,1%), Austria (5,3%), Paesi Bassi (5,1%), Germania (4,9%), Spagna (4,6%), Svezia (4,5%) e, infine, Portogallo (4,3%).
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