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Turismo Verde Toscana è l’associazione di servizi al fianco delle aziende agricole che fanno accoglienza. Ne abbiamo parlato con il suo presidente Franco Masotti
Con oltre 5.600 strutture attive, la Toscana è la prima regione in Italia per il turismo agrituristico, rappresentando il 21 per cento del totale nazionale. Nella nostra regione, più di un terzo degli agriturismi (1.900 su 5.634) sono associati a Turismo Verde Toscana, l’associazione agrituristica di Cia Toscana per la valorizzazione di forme idonee di turismo nel territorio. Per conoscere come opera questa realtà abbiamo intervistato il suo presidente Franco Masotti.
Agricoltore e apicoltore, titolare dell’Agriturismo Podere le Pialle, a Pontassieve, in provincia di Firenze, Masotti sottolinea il fondamentale supporto che l’associazione fornisce nell’offrire consulenza alle imprese agricole per gli adempimenti di leggi finalizzati all’avvio e alla gestione dell’agriturismo.
Ad esempio, di recente ha aiutato le aziende agricole a ottenere il CIN, il codice con cui ciascuna struttura ricettiva turistica e ciascun immobile destinato a locazione breve o per finalità turistiche è identificato. Inoltre, l’assistenza è fornita per le attività che riguardano tutta la parte dei finanziamenti, in particolare quelli legati al piano di sviluppo rurale.
Dai dati emerge che il 48 per cento delle strutture agrituristiche toscane è condotto da una donna. Masotti conferma e rilancia: «Oltre alle donne, sono tanti i giovani a decidere di lavorare in questo settore. Condurre un agriturismo, infatti, è forse l’unico modo per far rimanere le persone a lavorare in campagna, vista la crescente difficoltà di generare reddito esclusivamente dalle attività agricole».
Sul ruolo delle donne interviene anche Alessandra Alberti, coordinatrice di Turismo Verde Toscana: «L’imprenditoria femminile nella nostra regione è molto basata sulle attività complementari a quelle agricole. Le aziende agricole condotte da donne, anche se sono generalmente più piccole rispetto a quelle condotte da uomini, sono multifunzionali e realizzano progetti basati sull’agricoltura sociale e sulle fattorie didattiche.
È vero che esistono le donne del vino, ma in generale le aziende a conduzione femminile specializzate in un’unica coltura sono più rare rispetto alle aziende della stessa tipologia a conduzione maschile. Per questo, nella nostra regione l’agriturismo è un’attività tipicamente femminile». Sui numeri del turismo dell’ultima stagione estiva, Masotti e Alberti concordano: c’è stato un drastico calo delle presenze dei turisti italiani negli agriturismi, dovuto all’aumento dei costi.
Non si rinuncia alla vacanza verde, ma si riducono i giorni di pernottamento o si rinuncia a qualche pasto nella struttura, in particolare negli agriturismi più vicini alle città d’arte. Cala anche la presenza di famiglie con bambini, sempre per ridurre le spese. Parlando dei servizi offerti dalle strutture, la presenza della piscina, originariamente vista come uno snaturamento dell’idea stessa di agriturismo, è ormai ritenuta indispensabile, anche solo considerando l’aumento delle temperature che ha caratterizzato le ultime stagioni estive.
Il turismo esperienziale rimane una caratteristica connaturata agli agriturismi toscani. Secondo Alberti, «stare in un agriturismo è già un’esperienza perché si possono visitare le cantine, gli oleifici, tutte realtà di cui la Toscana è ricchissima e che non a caso contribuiscono a renderla la regione italiana con il maggior numero di agriturismi».
Per Masotti, il turismo esperienziale è un elemento da incentivare sempre di più: «Come apicoltore ho molti contatti con le scuole e con realtà come la Foresta Modello delle Montagne Fiorentine, che mi ha coinvolto in un progetto di didattica dell’apicoltura. Chi ha un agriturismo dovrebbe far conoscere ai propri ospiti come si svolge il lavoro di agricoltori, è qualcosa che può dare molta soddisfazione e che ricorda a tutti che l’azienda agrituristica, oltre ad essere una struttura ricettiva, è per prima cosa un’azienda agricola»
Da Alberti apprendiamo che Cia è l’organizzatrice di Agrichef, un evento itinerante che promuove e valorizza i piatti tipici della tradizione contadina, chiamando ai fornelli cuochi che lavorano all’interno delle cucine degli agriturismi e studenti degli istituti alberghieri: «Si tratta di una manifestazione nazionale in cui la Toscana è sempre stata molto attiva. Da tre anni il format prevede di coinvolgere le scuole alberghiere, facendo partecipare quelli che saranno i cuochi del domani. L’obiettivo è di tramandare la cucina territoriale delle zone rurali, recuperando vecchie ricette che i ragazzi possono rielaborare ed innovare.
Lo scambio di idee tra i giovani cuochi e gli agrichef fa sì che venga esaltata l’importanza della materia prima e della filiera corta, in quanto i prodotti utilizzati vengono tutti dal territorio e dalle aziende che li producono, senza intermediari. Agrichef è anche un festival: la prossima tappa regionale si terrà in un istituto alberghiero di Grosseto, mentre la fase nazionale si svolgerà a marzo 2025 a Roma».
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