Il presidente parla alla nazione mentre prosegue la guerra in Ucraina e dopo la caduta dell’alleato Bashar al-Assad in Siria e l’uccisione del generale Igor Kirillov a sette chilometri del Cremlino. E sfida gli Usa sul missile Oreshnik: “Possono designare un obiettivo a Kiev, e vedere se riescono ad abbatterlo, vorremmo veramente fare questo esperimento”
La situazione nel conflitto in Ucraina sta cambiando “drasticamente” e la Russia si avvicina al raggiungimento dei suoi “obiettivi prioritari”. A dirlo è il presidente Vladimir Putin aprendo la tradizionale conferenza stampa di fine anno, nel corso della quale ha anche sottolineato: “Noi siamo pronti a negoziati, ma abbiamo bisogno che gli ucraini siano pronti a negoziati e a compromessi. La politica è l’arte del compromesso e i negoziati sono un compromesso”. La Russia è pronta “a condurre un dialogo senza precondizioni” con l’Ucraina “ma sulla base” di quello che Putin chiama “il processo negoziale di Istanbul del 2022” e “sulla base della realtà che sta prendendo forma sul campo oggi”. Poi ha aggiunto di essere pronto a incontrare il presidente eletto americano Donald Trump, spiegando di non aver parlato con lui per “oltre quattro anni”. Un discorso alla nazione pronunciato mentre prosegue la guerra in Ucraina e dopo la caduta dell’alleato Bashar al-Assad – che “lo zar” ha detto di non aver ancora incontrato – in Siria e l’uccisione del generale Igor Kirillov a sette chilometri del Cremlino, definita il risultato di “gravi errori” dei servizi speciali russi: “Significa che le nostre forze dell’ordine e i nostri servizi speciali lasciano passare questi colpi, dobbiamo migliorare questo lavoro e non permettere errori così gravi”.
Putin sfida a “duello” gli Usa su missile Oreshnik
Putin, nel corso della conferenza stampa, ha sfidato gli Stati Uniti a un “duello tecnologico” relativo al nuovo missile russo balistico ipersonico Oreshnik per dimostrare che non può essere abbattuto dalle difese aeree occidentali. “Possono designare un obiettivo a Kiev, e vedere se riescono ad abbatterlo, vorremmo veramente fare questo esperimento”, ha detto Putin, aggiungendo che il missile ha ora una gittata di 5.500 chilometri. “Non ci sono possibilità di abbattere l’Oreshnik – ha sottolineato il presidente russo – Se gli esperti (occidentali) credono che sia possibile, propongo di fare un esperimento, un duello tecnologico. Lasciamo che loro determinino un obiettivo a Kiev, concentrino tutto i loro sistema di difesa missilistica lì, e noi lanciamo l’Oreshnik. Siamo pronti per un tale esperimento e vedremo cosa accadrà. Sarà interessante per noi. Un tale duello tecnologico sarà utile sia per noi che per loro”.
“Da Kiev attacchi terroristici mai condannati dall’Occidente”
L’Ucraina ha ripetutamente compiuto attacchi terroristici contro i russi, inclusi giornalisti, ma l’Occidente non li ha mai condannati, ha detto Putin durante la conferenza stampa di fine anno. Per il presidente, citato dalla Tass, “questo vale ora per Kursk, per la regione di Kursk, dove sparano contro i civili, e per altri territori della Russia. Hanno ucciso giornalisti, i vostri colleghi, e commesso atti terroristici contro i giornalisti. Non abbiamo mai sentito, non mi riferisco a voi personalmente, ma non abbiamo mai sentito parole di condanna di tali attacchi terroristici dal corpo giornalistico occidentale. Vi sono grato almeno per aver ricordato questo”, ha detto in risposta alla domanda di un giornalista americano.
Approfondimento
Missile ipersonico russo Oreshnik, cos’è e dove può colpire
“Pronti alla pace solo con autorità legittime a Kiev”
Per Putin la Russia è pronta a firmare accordi di pace con qualsiasi autorità legittima in Ucraina, anche con Volodymyr Zelensky, ma le attuali autorità di Kiev non sono legittime. “Se ci saranno elezioni, se qualcuno diventerà legittimo, parleremo con tutti, incluso Zelensky. Se l’Ucraina vuole davvero intraprendere il cammino verso una soluzione pacifica, può certamente farlo. Ma possiamo firmare (accordi di pace) solo con chi è legittimo. E la Rada (il Parlamento ucraino) e il presidente della Rada sono legittimi”, ha affermato il presidente. Poi ha aggiunto: non serve un cessate il fuoco ma “una pace a lungo termine, duratura e con garanzie per la Federazione Russa e i suoi cittadini”, mentre una tregua potrebbe consentire ai soldati ucraini di “riposarsi, procurarsi gli equipaggiamenti e le munizioni necessarie” e “impegnarsi nella formazione, nella riqualificazione e nel rafforzamento del personale”.
Putin non indica data per espulsione ucraini dal Kursk
Putin ha poi affermato che le truppe ucraine saranno costrette a lasciare la regione russa di Kursk, ma non ha voluto indicare un giorno preciso per la conclusione dell’operazione. “Non voglio indicare una data esatta, perché in tal caso le truppe si sentirebbero costrette ad accelerare le operazioni, a rischio di perdite maggiori”, ha detto rispondendo a una donna che telefonava in diretta da un rifugio nella regione di Kursk, dove secondo Putin sono stati distrutti più mezzi corazzati ucraini che in qualsiasi altra zona di guerra nell’ultimo anno.
Leggi anche
Guerra Ucraina, Kiev rischia disfatta nel Kursk. Cosa sta succedendo
“Evacuiamo 4.000 combattenti iraniani dalla Siria”
Putin ha poi annunciato che la Russia sta evacuando circa 4.000 combattenti iraniani dalla Siria “su loro richiesta”. Il presidente ha aggiunto che Mosca “spera ci saranno pace e tranquillità in Siria, e mantiene rapporti con tutte le parti” e che “si cerca di dipingere ciò che è accaduto in Siria come una sconfitta per la Russia. Vi assicuro che non è così. Siamo intervenuti in Siria dieci anni fa per evitare che un focolaio terroristico emergesse in quel Paese. Nel complesso, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”.
“Non sappiamo se le nostre basi resteranno in Siria”
“Non lo so – ha risposto poi Putin a chi gli ha chiesto se la Russia manterrà le sue basi militari in Siria – Dobbiamo pensarci, perché dobbiamo vedere come si svilupperanno le nostre relazioni con quelle forze politiche che ora controllano e controlleranno la situazione in questo Paese in futuro. I nostri interessi devono coincidere”. Poi ha aggiunto che Mosca mantiene i rapporti “con tutti i gruppi che controllano la situazione lì e con tutti i Paesi della regione”. “La stragrande maggioranza di loro – ha aggiunto – ci dice che sarebbero interessati a che le nostre basi militari rimangano in Siria”. Il presidente russo ha detto che Mosca ha proposto per ora di utilizzare la base aerea di Khmeimim per convogliare aiuti umanitari alla Siria “e questo è stato accettato”. Lo stesso, ha aggiunto, potrebbe essere fatto con la base navale di Tartus.
“Israele si ritiri dal territorio siriano”
Il leader russo ha anche chiesto a Israele di ritirarsi “dal territorio siriano” e ha detto che “Israele è il maggior beneficiario” della crisi in Siria. “Speriamo che un giorno Israele lasci il territorio della Siria, ma ora sta inviando lì altre truppe. Secondo me ci sono diverse migliaia di soldati e ho l’impressione che non solo non se ne andranno, ma lì si rafforzeranno – ha osservato Putin – Questa linea sulle alture di Golan è una linea ben nota. Israele è avanzato lungo il fronte di 62-63 km, fino a una profondità di 25 km ed è entrato nelle fortificazioni create per la Siria dall’Unione Sovietica”.
Approfondimento
Siria, cosa cambia per la Russia con la caduta di Assad? Gli scenari
“Russia al primo posto in Europa per volume economico”
“Le istituzioni finanziarie ed economiche internazionali hanno posizionato la Russia al primo posto in Europa per volume economico e al quarto posto a livello globale per parità di potere d’acquisto – ha dichiarato ancora Putin durante la conferenza stampa annuale, citato dalla Tass – Davanti a noi ci sono Cina, Stati Uniti e India. Abbiamo superato la Germania già lo scorso anno e quest’anno abbiamo lasciato il Giappone dietro di noi. Tuttavia, questo non è un indicatore per ‘addormentarci’ o adagiarci. Tutto si sta sviluppando, tutto sta procedendo attivamente”. Poi ha definito l’andamento dell’inflazione “un segnale davvero allarmante”: “Proprio ieri, mentre mi stavo preparando per l’evento di oggi, ho parlato con la presidente della Banca Centrale, che mi ha detto che si aggira intorno al 9,2-9,3%”, ha detto il presidente russo secondo l’agenzia Interfax, sostenendo però che i salari sarebbero a suo dire “cresciuti del 9% in termini reali” e quindi, secondo lui, “la situazione nel complesso” sarebbe “stabile”. Putin ha infine dichiarato che anche le sanzioni hanno un certo impatto sull’inflazione, sebbene a suo dire “non di fondamentale importanza”, perché “rendono più costosa la catena logistica”.
Leggi anche
Russia, tra inflazione e sanzioni l’economia continua a peggiorare
“Nonostante tutto, simpatia reciproca con l’Italia”
“Nonostante quello che succede ora, noi percepiamo nella società italiana una certa simpatia per la Russia, così come noi l’abbiamo per l’Italia”, ha detto Putin rievocando i suoi rapporti con Silvio Berlusconi. Era una persona “molto calda nei rapporti, molto operosa, molto tenace”, ha affermato il capo del Cremlino, sottolineando che il Cavaliere “ha fatto molto” per “lo sviluppo dei rapporti tra Italia e Russia”.
“Non biasimerei Biden per la grazia al figlio”
“Per quanto riguarda Biden, sapete, è un politico. Ed è sempre importante ciò che c’è di più in te: la politica o una persona. Si è scoperto che Biden è più una persona, non lo biasimerei per questo”, ha detto Putin commentando la grazia che il presidente degli Stati Uniti ha concesso al figlio Hunter, che era in attesa di sentenza in due distinti processi per possesso illegale di un’arma e per evasione fiscale.
Leggi anche
Berlusconi e Putin: la storia di un rapporto lungo più di 20 anni
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link