nel terzo trimestre produzione manifatturiera ancora in calo in Lombardia, l’export torna però a crescere e ci sono +32mila occupati — Assolombarda

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Nel terzo trimestre non si materializza la ripartenza attesa per il manifatturiero e la produzione lombarda segna una nuova flessione pari al -1,0% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tra i settori industriali, pelli-calzature (-7,1%) e tessile (-9,0%) rimangono i più penalizzati. Contrazioni consistenti si rilevano anche per siderurgia (-4,8%), minerali non metalliferi (-4,7%), mezzi di trasporto (-4,3%) e legno-mobilio (-3,5%).

Nel complesso dei primi nove mesi dell’anno, la produzione manifatturiera in Lombardia arretra così del -1,1% rispetto al 2023, flessione comunque più contenuta del -3,4% sperimentato a livello nazionale. L’affaticamento del comparto industriale colpisce anche i principali Paesi europei, soprattutto Germania, che registra un -5,1% tra gennaio e settembre, ma anche Francia, con un -0,5%; la Spagna è, invece, in moderata crescita del +0,7% (con, tuttavia, un terzo trimestre in battuta d’arresto).

Nonostante il commercio globale ancora cedente, l’estate 2024 è invece di segno positivo per le esportazioni lombarde, che tornano a crescere del +1,4% tendenziale a fronte di un dato italiano stazionario (-0,1%). L’incremento trimestrale non è, tuttavia, sufficiente a controbilanciare la flessione registrata a inizio anno, cosicché nel complesso dei primi nove mesi del 2024 anche l’export regionale rimane sotto al 2023 del -0,5% (Italia -0,7%). La Lombardia si posiziona comunque meglio dei peer europei Auvergne-Rhône-Alpes (-2,1% tra gennaio e settembre), Cataluña (-2,9%) e Baden-Württemberg (-3,1%); la performance del Bayern è invece positiva (+1,7%).

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Scomponendo il calo lombardo del -0,5% cumulato a gennaio-settembre 2024 rispetto al 2023, moda e metalli registrano vendite estere in robusto arretramento (-8,0% e -5,5% rispettivamente), mentre in positivo si evidenziano i contributi di elettronica (+8,8%), alimentare (+6,2%), farmaceutica (+1,1%) e chimica (+0,5%). L’automotive segna un complessivo +2,2%, che sintetizza due trimestri di espansione nella prima metà dell’anno e un forte arretramento tra luglio e settembre.

Nel dettaglio delle geografie di destinazione, nel complesso dei primi nove mesi del 2024 incide pesantemente il calo delle vendite verso i Paesi dell’Ue27, soprattutto Germania (-530 milioni di euro) e Francia (-413 milioni di euro), mentre rimangono sostanzialmente stabili i flussi in uscita verso i mercati extra-europei con però, tra i partner storici, una ingente riduzione che interessa gli Stati Uniti (-598 milioni di euro).

La stagnazione del comparto produttivo lombardo, così come italiano, si conferma nel quadro più recente. A novembre nel Nord-ovest il clima di fiducia del manifatturiero cresce lievemente grazie a un incremento degli ordini correnti e a un calo delle giacenze di magazzino, ma calano le attese di produzione per i prossimi 3-4 mesi (sul minimo da novembre 2020), compromettendo dunque una ripartenza nel breve termine.

Al contempo, si fa più evidente il mancato slancio dei servizi, la cui fiducia a novembre scende sia a livello nazionale sia nel Nord-ovest, dove arriva sul livello più basso da ottobre 2023. Nel dettaglio della ripartizione, le indagini qualitative Istat rilevano un deterioramento dei giudizi sull’andamento aziendale e una forte contrazione della domanda sia nel quadro corrente che in prospettiva, con le attese sugli ordinativi nel breve termine tornate in area negativa per la prima volta da dicembre 2022.

I segnali dal mercato del lavoro rimangono invece tutto sommato positivi. Tra luglio e settembre il numero di occupati in Lombardia aumenta per il quattordicesimo trimestre consecutivo (+32 mila rispetto allo stesso periodo del 2023). Tuttavia, torna a crescere lievemente il numero di disoccupati (+6 mila), pur rimanendo sotto il livello del 2019 di ben il -29,4%. Restano pressoché stabili gli inattivi. Il tasso di occupazione lombardo staziona al 69,3%, quindi sopra al 62,6% medio nazionale e solo di poco inferiore a quello di regioni italiane di confronto quali Emilia-Romagna e Veneto (entrambi al 70,6%). Risulta in contenuto incremento il tasso di disoccupazione lombardo, pari al 3,6% (dal 3,5% di un anno fa) e inferiore al 5,6% nazionale; tra i territori benchmark, solo il Veneto presenta un indice più basso (2,6%).

Infine, l’andamento dei prestiti alle imprese fornisce un ulteriore segnale dell’affanno del ciclo economico. A giugno il credito erogato alle imprese lombarde si contrae del -1,7% rispetto a un anno prima, con un’intensità forte verso le realtà con meno di 20 addetti (-8,6%) e moderata verso quelle di maggiori dimensioni (-0,8%). Manifattura e costruzioni risultano essere i comparti più colpiti (entrambi con un -6,9% annuo a giugno), mentre i prestiti ai servizi crescono del +1,9% dopo tre periodi in negativo.



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