«Un fatto gravissimo ma isolato, ovvero interno alle dinamiche delle organizzazioni criminali». Dunque, la città di «Lecce resta una città sicura», ma l’efferato omicidio necessita di reflessioni e massima attenzione: un agguato mafioso che fa alzare ai livelli di guardia l’impegno in prima linea degli investigatori ma anche delle istituzioni tanto sul fronte della repressione quanto su quello della prevenzione. È questa la linea che è emersa questa mattina in prefettura a seguito della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato a stretto giro dopo l’omicidio di un 43enne di Adelfia, Giuseppe De Giosa, affiliato al clan Di Cosola di Bari, compiuto ieri pomeriggio nel quartiere Santa Rosa di Lecce. Nell’auto della vittima, uccisa a colpi di pistola e kalasnikov, c’era un borsone con sette chili di droga. Subito dopo il delitto è partita la caccia ai killer con elicotteri in volo, perquisizioni e controlli a tappeto. Dal vertice è emerso il potenziamento dei controlli e della lotta alle piazze di spaccio.
La sindaca Poli Bortone
«Sono stata ancora una volta rassicurata – ha commentato il primo cittadino di Lecce Adriana Poli Bortone dopo il vertice – rispetto all’opera pregevole che stanno facendo il prefetto e tutte quante le forze dell’ordine, insieme con lui e insieme anche con le istituzioni. Perché lanciare messaggi di insicurezza alla città o di ritorni al passato credo che siano dei messaggi assolutamente negativi e non aderenti a quella che è la realtà. È stato un episodio indubbiamente grave, indubbiamente molto molto spiacevole che va anch’esso attenzionato e risolto, risolto nel senso di essere compreso, ma non per questo dobbiamo criminalizzare la città. Quindi serve un messaggio di sicurezza e di garanzia per tutti i cittadini. Un messaggio che voglio anche lanciare affinchè ciascuno di noi assuma degli stili di vita che siano consoni ad una città civile come Lecce. E un messaggio anche di prevenzione che noi faremo con la prefettura, con le forze dell’ordine, con tutte quante le istituzioni, in tutte quante le scuole. Perché è giusto che i ragazzi, così come si sentono già impegnati verso fenomeni quali il bullismo, si sentano impegnati anche a prevenire fenomeni che riguardano stili di vita che non sono certamente buoni per i ragazzi e per la società del futuro».
Il prefetto Manno
«Lecce è una città sicura, il presidio di controllo del territorio – ha assicurato il prefetto Natalino Manno – viene garantito ai livelli massimi, l’episodio che si è verificato è un singolo episodio che si inserisce nell’ambito di un contesto particolare della criminalità organizzata, perché è chiaro che sappiamo tutti che l’attività di spaccio è la principale attività, quella più redditizia, però questo non significa che non ci sia la sicurezza del territorio, che il territorio sia sotto controllo. Noi come forze di polizia, come prefettura abbiamo già da subito avviato in maniera permanente, in maniera continua delle azioni mirate per smantellare le piazze di spaccio su tutta la provincia, con anche operazioni di alto impatto. L’episodio che si è verificato è un episodio grave. Noi abbiamo preso atto di questa situazione, non entriamo nel merito di queste dinamiche che comunque sono dinamiche della criminalità organizzata. Bisogna rassicurare l’opinione pubblica, non c’è assolutamente nessuna situazione di criticità sotto il profilo della sicurezza, non possiamo parlare di un ritorno agli anni ’90 o di quelle situazioni di criticità che un tempo si sono verificate perché la città di Lecce è una città altamente sicura e c’è una sinergia totale con le forze di polizia, con l’amministrazione comunale, con la città di Lecce, con la società civile, con tutti i soggetti che sono comunque preposti a garantire i livelli di sicurezza. Dobbiamo lavorare molto sulla prevenzione, dobbiamo lavorare molto sull’educazione, sul fatto – ha aggiunto il prefetto – che la domanda di sostanze stupefacenti debba comunque ridursi attraverso una strategia unitaria con le scuole e i giovani per fare in modo che vengano segnalati casi di uso o spaccio di sostanze stupefacenti anche all’esterno dei pressi scolastici. Però oggi vogliamo comunque dare questo messaggio di fiducia delle istituzioni e soprattutto nei confronti dei cittadini: non c’è assolutamente nessun allarmismo e nessuna situazione di insicurezza. C’è un potenziamento ulteriore del dispositivo di sicurezza con un potenziamento ulteriore dei piani di intervento per smantellare le piazze di spaccio. La criminalità organizzata vive di queste cose, semina morte con lo spaccio di droga soprattutto tra i giovani e loro devono capire che non possono assolutamente farsi prendere da questa dipendenza che rovina la loro vita e va a ingrandire le casse della criminalità organizzata».
Il questore Modeo
«Ci muoviamo assolutamente a 360 gradi, non siamo nelle condizioni di poter dire che una pista investigativa prevale sulle altre, quello che posso dire – sono state le parole del questore di Lecce, Massimo Modeo – è che c’è un’attenzione massima da parte nostra e degli uffici investigativi ma soprattutto della Procura della Repubblica che ringrazio perché sono veramente al nostro fianco e sono una spinta notevolissima per lavorare al meglio. Tutte le piste le stiamo vagliando, tutte le attenzioni ai soggetti che possono essere coinvolti le stiamo vagliando, di certo è qualcosa legato ovviamente al mondo della criminalità organizzata e dello spaccio di sostanze stupefacenti. Continueremo a fare attività di prevenzione mirata sui quartieri e sui soggetti che potrebbero essere eventualmente coinvolti». La vittima arrivava da Bari ed è stata uccisa a Lecce: quindi il raggio di azioni e il perimetro delle possibili ipotesi e dinamiche si amplia. «Assolutamente sì, stiamo cercando di vagliare un po’ tutti gli aspetti attentamente, è un lavoro paziente, è un lavoro lungo, è il lavoro degli investigatori”.
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