Criticità della riforma Cartabia: esperti discutono l’impatto sui cittadini | GUARDA IL VIDEO

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Il confronto sulla riforma Cartabia ha evidenziato difficoltà strutturali e criticità applicative che mettono a rischio l’accesso alla giustizia per i cittadini. Il dibattito ha fatto emergere come la costituzione di parte civile nei processi penali sia divenuta un terreno accidentato, con normative poco chiare che complicano l’intero sistema. Gli avvocati e i magistrati presenti hanno espresso la necessità di una revisione normativa che renda il sistema più efficiente e meno oneroso. Il dibattito, moderato dall’avvocato Rosina Vennari, presidente di A.N.F.-A.T.A., ha visto la partecipazione di numerosi esperti del settore legale. Tra i relatori principali spiccano Vittoria Bossio, penalista del Foro di Cosenza, Biagio Politano, giudice per le indagini preliminari, e Giovanni Zagarese, presidente della Camera Penale di Rossano.  A margine dell’evento, hanno preso la parola anche gli avvocati Natale Graziano, Luigi Malomo e Vittorio Ruscio, offrendo testimonianze significative sull’impatto della riforma.

Criticità strutturali e limiti culturali

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Ad aprire i lavori è stato l’avvocato Natale Graziano, segretario generale A.N.F.-A.T.A. Castrovillari, che ha posto l’accento sulle numerose difficoltà tecniche e culturali introdotte dalla riforma. «Questa normativa non è stata pensata per velocizzare o razionalizzare il sistema giustizia, ma è frutto di compromessi che creano più problemi di quanti ne risolvano», ha dichiarato. Graziano ha sottolineato come il processo penale stia diventando sempre più complesso e disorganico, rendendo difficile non solo il lavoro degli operatori del diritto, ma anche l’accesso alla giustizia per i cittadini. Un punto critico emerso dal dibattito è l’incompatibilità del sistema penalistico italiano con l’ordinamento europeo. «La Corte di Giustizia e la Corte di Strasburgo stanno aprendo contenziosi con l’Italia, evidenziando una serie di procedimenti di infrazione per incompatibilità con il diritto comunitario», ha aggiunto Graziano. Questo rischio di isolamento dal contesto europeo rappresenta un grave problema per la civiltà giuridica italiana.

Il rallentamento della giustizia

L’avvocato Luigi Malomo, componente della Sezione Nazionale dell’Associazione Forense, ha posto l’accento sulle ripercussioni pratiche della riforma. «La necessità di continue sinergie tra magistratura e avvocatura, dovuta all’ambiguità normativa, sta rallentando i procedimenti invece di snellirli», ha dichiarato. Malomo ha citato come esempio la recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione a sezioni unite, descritta come «una pronuncia lunga, articolata, piena di punti interrogativi». Secondo il legale, queste difficoltà tecniche si traducono in gravi ripercussioni per i cittadini, che si trovano di fronte a un sistema giustizia meno accessibile e più complesso. «Contrariamente agli obiettivi dichiarati della riforma, i tempi dei procedimenti si stanno allungando, aumentando le difficoltà per chi cerca giustizia», ha concluso.

L’azione risarcitoria: un percorso a ostacoli

Vittorio Ruscio, responsabile del Dipartimento Civile dell’A.N.F.-A.T.A. di Castrovillari, ha invece analizzato le implicazioni della riforma sulla costituzione di parte civile nei procedimenti penali, evidenziando le problematiche legate all’azione risarcitoria. «La riforma non ha avvicinato l’obiettivo del risarcimento del danno; al contrario, lo ha reso una chimera per molti cittadini», ha affermato. Ruscio ha descritto il percorso verso il risarcimento come irto di ostacoli e trappole legislative, tanto da spingere molti civilisti a scegliere direttamente il processo civile, bypassando quello penale. «La complessità della normativa rischia di allontanare sempre più i cittadini dalla giustizia», ha aggiunto, proponendo la necessità di una controriforma per correggere le criticità. Il convegno si è concluso con un appello unanime da parte dei relatori e dei partecipanti: la riforma Cartabia necessita di ulteriori interventi per poter rispondere efficacemente alle esigenze del sistema giustizia e dei cittadini. La necessità di maggiore chiarezza normativa, di una collaborazione più strutturata tra magistratura e avvocatura e di un allineamento alle direttive europee sono emerse come priorità assolute. Senza un cambiamento radicale, il rischio è quello di un sistema giuridico sempre più distante dai cittadini e dalle loro esigenze, incapace di garantire una giustizia equa e accessibile.



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