Berlino: «Mossa scoordinata e ostile». Per la banca guidata da Andrea Orcel, che aveva una quota pari al 21%, l’investimento in Commerzbank non ha alcun impatto sull’Offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm
Si infiamma il risiko bancario. Pochi giorni dopo aver depositato in Consob il documento il documento per l’offerta di pubblico acquisto su Banco Bpm, Unicredit sposta l’attenzione sul fronte tedesco e annuncia di essere salita dal 21% al 28% di Commerzbank tramite strumenti derivati.
La mossa della banca italiana, che ha ulteriormente alimentato le speculazioni su un’offerta pubblica di acquisto, è stata «scoordinata e ostile», sottolinea il governo tedesco secondo quanto riporta Afp. «UniCredit ha intrapreso ancora una volta un’azione non coordinata e non amichevole», afferma il vice portavoce del governo Wolfgang Buechner, aggiungendo che «gli attacchi non amichevoli e le acquisizioni ostili sono inappropriati nel settore bancario».
Nello specifico la banca guidata da Andrea Orcel detiene un 9,5% attraverso partecipazione diretta, acquistata per metà a settembre dal governo di Berlino nell’ambito di un processo di privatizzazione, e circa il 18,5% attraverso strumenti finanziari. Il prezzo medio di ingresso di Unicredit per l’intera posizione è inferiore alle attuali quotazioni e soddisfa tutti i parametri finanziari che la banca è si impegnata rispettare nei confronti degli azionisti. L’esposizione economica di Unicredit è quasi completamente coperta, «dimostrando prudenza nell’approccio e garantendo piena flessibilità e opzionalità», recita una nota dell’istituto. Commerzbank corre a Francoforte (Dax +0,06%), guadagnando il 2,2% e così Unicredit (+1,1% a Milano).
La Bce
Il processo di autorizzazione per salire sotto la soglia d’Opa è stato attivato a settembre ed è ancora in corso: i tempi del responso da Francoforte sono di 60 giorni estendibili a 90. «Questa operazione conferma l’opinione di Unicredit che all’interno di Commerzbank vi sia un valore significativo che deve essere consolidato – continua la nota – . Riflette la fiducia nella
Germania, nelle sue imprese e nelle sue comunità, nonché l’importanza di un settore bancario forte nel sostenere lo sviluppo economico del Paese».
La posizione rimane al momento solo un investimento e non ha alcun impatto sull’Offerta pubblica di scambio con Banco Bpm, sostiene Unicredit.
«L’obiettivo principale del team manageriale di Unicredit rimane la prosecuzione di Unicredit Unlocked e la realizzazione di una crescita e una distribuzione agli azionisti che siano sostenibili. Infatti, è qui che UniCredit continua a credere di poter estrarre il massimo valore per tutti i suoi stakeholder».
Gli acquisti
Lo shopping dal governo tedesco del 9,5%di Commerzbank attraverso un collocamento accelerato è costato a Unicredit 1,5 miliardi mentre la strutturazione dei derivati per la restante posizione al 21% è avvenuto con l’aiuto di Barclays e Bank of America. Il blitz di Orcel nell’istituto tedesco ha generato reazioni ostili da parte del governo di Berlino, degli stessi manager di Commerz e dei sindacati che temono esuberi. L’esecutivo Scholz però è caduto e a febbraio la Germania si ritroverà a nuove elezioni quindi con un nuovo governo e una sua nuova composizione partitica che potrebbe riflettere un nuovo atteggiamento nei confronti di Unicredit. Il 12 di dicembre è scaduto il lock-up sulla restante quota di Commerzbank in mano a Berlino (12%), che però ha scelto di non vendere fino a nuovo avviso. Con l’operazione di oggi Unicredit si porta virtualmente a essere il primo socio dell’istituto di Francoforte sul Meno. Orcel attende proprio l’esito delle elezioni federali tedesche di febbraio prima di prendere una decisione sull’investimento. Il mese scorso il banchiere ha dichiarato di avere un anno di tempo per decidere cosa fare della partecipazione in Commerzbank e che cercherà di convincere Berlino dei vantaggi di un accordo.
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