Pensioni 2025 a 64 anni per chi ha i fondi integrativi

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Vediamo  in sintesi le principali misure  previste  per la previdenza nella legge di bilancio 2025 sulla base degli ultimi emendamenti presentati la scorsa settimana ed approvati solo ieri dopo sedute fiume in Commissione. 

Le misure hanno una buona probabilità di essere approvata in quanto il Governo ha annunciato che chiederà l’approvazione alla Camera con il meccanismo della Fiducia, che consente di evitare la discussione e ulteriori modifiche in Aula. Il testo passerà poi al Senato per il voto finale sempre attraverso la fiducia, previsto per il 28 dicembre 

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 Sulle norme in vigore ti puo interessare  leggere:

1) Novità pensioni 2025: anticipi solo con sistema contributivo

Malgrado i recenti buoni risultati del gettito fiscale 2023, viste le necessità di riconfermare le misure di riduzione del cuneo fiscale per la classe media, Il Ministero dell’Economia e delle Finanze,  non ha potuto assicurare molte risorse per la previdenza. 

Si ricorda che lo scorso anno la spesa  per le pensioni si è impennata di quasi l’8%  per l’aumento dell’inflazione e il Ministro Giorgetti proprio   in questa stagione aveva affermato  :  “con questa denatalità impossibile pensare ad aumentare la spesa pensionistica”,  né nel breve né nel medio periodo.

 Nelle prime indiscrezioni si parlava di uscite  anticipate  solo per alcune categorie, come le forze armate ,  e di introdurre  Quota 41, anche se in versione contributiva, (che avrebbe richiesto tra i 600 milioni e un miliardo di euro), mentre  Forza Italia spingeva invece per un innalzamento deciso   delle pensioni minime. 

L’intervento  si conferma invece   in continuità con le misure introdotte con l’ultima legge di bilancio, seguendo la linea tracciata  con il  bonus Maroni, che incentiva la permanenza al lavoro e rinunciando alla riforma complessiva che doveva mandare in soffitta la legge Fornero.  

Le novità  includono dunque nuovamente  la proroga  di 

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  1. Quota 103 nella versione “contributiva”, 
  2. l’Ape Sociale  e 
  3.  Opzione Donna.

 Il cosiddetto bonus Maroni , cioè il taglio sui contributi  da versare all’INPS  con aumento del netto, verrà esentato da imposte e sarà esteso anche a chi  accede alla pensione anticipata ” classica”  (senza requisito di età ma con  42 anni e 10 mesi di contributi o 41 anni e 10 mesi per le donne)

Prevista anche la  possibilità  prolungare il servizio nella Pubblica Amministrazione fino a 70 anni.

Si rafforza infine L’agevolazione  per le madri con 4 figli per le quali l’età di accesso alla pensione sarà abbassata di 16 mesi, invece che i 12 attuali 

2) Pensioni 2025: fondi integrativi per l’anticipo dei contributivi

Un emendamento al testo iniziale del DDL bilancio approvato in extremis ieri in ommissione alla Camera prevede che da al 1° gennaio 2025, ai soli fini del raggiungimento dell’importo soglia mensile dell’assegno sociale stabilito per l’accesso alla pensione di vecchiaia e solo su richiesta dell’assicurato, può essere computato con  prima rata di pensione di base, anche il valore teorico di una o più prestazioni di rendita di forme pensionistiche di previdenza complementare richieste dall’assicurato. 

Cio significa che dal 2025 i lavoratori interamente contributivi potranno accedere alla pensione anticipata a partire dai 64 anni di età, sfruttando la possibilità di cumulare una quota della rendita proveniente dalla previdenza complementare. 

Tuttavia, il requisito   contributivo salirà da 20 a 25 anni, per poi aumentare ulteriormente a 30 anni dal 2030. Inoltre, continuerà ad applicarsi l’adeguamento ai miglioramenti nella speranza di vita.

La quota integrativa di previdenza complementare consentirà di raggiungere più facilmente la soglia minima di trattamento richiesta per usufruire di questa opzione di pensionamento anticipato. La soglia corrisponde a tre volte l’assegno sociale (pari a 534,41 euro mensili). 

Restano invariate per ora  le agevolazioni per le donne con figli con soglie fissate a:

  •   2,8 volte l’assegno sociale per le donne con un figlio e 
  • 2,6 volte per quelle con due o più figli.

 Dal 2030, però, questa soglia salirà a 3,2 volte l’assegno sociale per compensare i costi della misura.

Per i lavoratori contributivi che non aderiscono alla previdenza integrativa, i requisiti per l’anticipo, secondo la Legge Fornero rimarranno invariati: 64 anni di età e 20 anni di contributi.

L’emendamento è stato firmato dalla deputata Nisini della Lega e sostenuto dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, il quale ha sottolineato come questa misura rappresenti un importante passo verso una maggiore flessibilità in uscita, mentre la Cgil ha criticato l’intervento, sostenendo che aggrava le disuguaglianze del sistema previdenziale.

La norma prevede anche che per  consentire una scelta consapevole da parte dell’assicurato, contestualmente alla domanda di pensione  le forme di previdenza complementare dovranno mettano a disposizione la proiezione certificata attestante l’effettivo valore della rendita mensile .

Un decreto del Ministro del lavoro  di concerto con il Ministro dell’economia dovrà individuare i criteri di computo e le modalità di richiesta e di certificazione della proiezione della rendita.

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3) Novità pensioni minime 2025

Per quanto riguarda le pensioni già in essere, non è stata confermata la proroga del  meccanismo di rivalutazione per fasce introdotto per il biennio 2023-24 che si trasforma in sistema a scaglioni su cui viene applicata in modo diverso la rivalutazione annuale 

Viene esclusa la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge n. 448 del 1998,  per i pensionati residenti all’estero, per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori al trattamento minimo INPS

Per l’anno 2025, l’importo mensile  dell’assegno sociale  è aumentato di 8 euro e salgono di 100 euro le soglie di reddito massimo per  averne diritto 

(Attualmente l’importo dell’assegno per il 2024 è pari a 534,41 euro per 13 mensilità, mentre Il limite di reddito è pari a 6.947,33  euro annui e 13.894,66  euro, se il soggetto è coniugato).



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