Manovra, maratona verso l’Aula. Arrivano fondi per oratori e paritarie

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Una manifestazione di protesta contro la manovra della Rete della Conoscenza – ANSA

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per lavori di ristrutturazione

 

Il cuore della manovra non c’entra nulla con le vorticose trattative delle ultime ore, che riguardano solo e unicamente misure anche importanti, ma di dettaglio. La legge di bilancio vede dunque faticosamente il traguardo, con il mandato ai relatori che la Commissione Bilancio vuole deliberare nella notte al fine di correre nell’aula di Montecitorio e provare a dare la fiducia al testo venerdì. Una corsa che però non consentirà al Senato di completare il lavoro prima di Natale: si andrà al 27-28 dicembre, come al solito un metro prima della fine dell’anno e dello spettro dell’esercizio provvisorio. Come detto mediazioni su mediazioni e lavori a singhiozzo che non riguardano i pilatri della manovra: il taglio del cuneo reso strutturale sino ai 40mila euro e che impegna sino a 18 miliardi, la riduzione delle aliquote Irpef, il bonus-bebè da mille euro, la riduzione – scelta recente – dell’Ires per le imprese. Gli ultimi giorni sono dedicate a dettagli su cui però si giocano gli equilibri politici: segnali sulle pensioni, interventi sociali importanti per le battaglie dei gruppi parlamentari, retromarce per smussare gli angoli con le opposizioni.

Stipendi ai ministri: pasticcio infinito

Ancora a tarda sera di ieri non aveva una conclusione la storia infinita degli stipendi dei ministri non parlamentari. Archiviata l’idea di una megaintegrazione da 7.500 euro, governo e maggioranza hanno però mantenuto – così sembra – una formula complessa per rimpinguare il conto di chi siede in un dicastero ma non nelle Camere. In pratica, con un Fondo da 500mila euro l’anno si istituisce un diritto al rimborso delle spese di trasferta «da e per il domicilio o la residenza» per l’espletamento delle proprie funzioni. Secondo alcune stime, vale circa 2.500 euro al mese. Non saranno contenti i pendolari italiani che le spese di viaggio le coprono con la propria busta paga. Ed è facile per l’opposizione parlare di «gioco delle tre carte». Una vicenda che, in ogni caso, ha mostrato crepe e indecisioni nella maggioranza.

In pensione a 64 anni ma con caveat precisi

Alla fine la Lega incassa il segnalino che sperava sulle pensioni. Sarà possibile infatti lasciare il lavoro a 64 anni, cumulando gli importi del fondo complementare. Ma con paletti ben precisi: bisogna avere almeno 20 anni di contributi ed essere pienamente nel regime contributivo. Inoltre, lo scivolo vale solo se l’importo dell’assegno che si percepirà è pari a 3 volte la pensione minima per gli uomini e 2,8 volte per le donne. Al momento l’intervento riguarda una platea molto ristretta di lavoratori. Ma l’impianto potrebbe aprire nuove strade per il futuro. Lasciata agli ultimi momenti del lavoro in Commissione la decisione circa la possibilità, per i nuovi assunti, di mettere il Tfr nei fondi pensione attraverso il “silenzio assenso”.

Oratori, campi estivi, psicologo a scuola, paritarie: le modifiche “educative”

Su impulso di Noi Moderati, viene introdotto un Fondo triennale da 1,5 milioni, 500mila euro l’anno, per finanziare le attività degli oratori. Il plafond è istituito presso il Tesoro. Viene istituzionalizzato il Fondo campi scuola, su impulso dell’ex ministra Elena Bonetti, che però al momento ha una dotazione di partenza molto inferiore a quella degli anni Covid. Spuntano 10 milioni per lo psicologo a scuola. Mentre per le paritarie l’aumento legato all’accoglienza di alunni disabili fa salire la dotazione a 50 milioni di euro.

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Assegno d’inclusione: sale la soglia d’accesso

Gli emendamenti hanno consentito anche di modificare, in positivo, le soglie d’accesso all’Assegno d’inclusione. La soglia dell’Isee viene aumentata da 9.360 a 10.146 euro, mentre il reddito familiare massimo consentito passa da 6.000 a 6.500 euro annui. Per i nuclei composti interamente da persone con almeno 67 anni o da familiari in condizioni di disabilità grave o non autosufficienza, la soglia del reddito familiare viene ulteriormente innalzata da 7.560 a 8.190 euro annui. Infine, l’integrazione destinata alle famiglie in affitto aumenta da 3.360 a 3.640 euro, con un corrispondente aumento per i nuclei anziani, che passano da 1.800 a 1.950 euro. Un intervento che può essere considerato una sorta di adeguamento all’inflazione.

La norma anti-Renzi e il favore alla caccia

A tenere banco lungo la giornata anche la cosiddetta norma anti-Renzi. Sembrava dover essere alleggerita, poi è tornata la stretta. Si tratta di un divieto ai compensi provenienti da Paesi extra Ue, che vale anche per chi ha incarichi di governo. Non si potranno accettare durante il mandato «compensi erogati direttamente o indirettamente da soggetti pubblici o privati, con sede legale e operativa fuori dall’Ue o dello spazio economico europeo». Ancora in serata non era ben chiaro il regime per compensi sino a 100mila euro, ottenibili tramite autorizzazione. È definita norma anti-Renzi per le consulenze “arabe” dell’ex premier. Altro fronte polemico, le deroghe concesse alle finestre per la caccia, che hanno indotto le associazioni a inviare una lettera al Colle.

Le opposizioni: il nostro tesoretto ai precari Cnr

Trova una quadra interna anche l’opposizione, che decide di mettere a disposizione della stabilizzazione dei precari del Cnr una parte del “tesoretto” lasciato dal Tesoro ai gruppi di minoranza.

Autostrade, revisori e altri nodi aperti

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Tra bonus che spariscono (per le caldaie a gas) e altri che entrano (le lavatrici), il governo fa un passo indietro sull’indicizzazione delle tariffe autostradali mentre è oggetto di un braccio di ferro dentro la maggioranza la questione dei revisori da nominare dentro le partecipate che prendono soldi dal governo centrale. Via libera invece alla detassazione delle mance e alla reistituzione del Fondo per i morosi incolpevoli. La palma dei microfinanziamenti se la giocano invece i 10mila euro al gelato artigianale e l’aliquota ridotto per le micro-birrerie non industriali. Ma la notte prima dell’approdo in Aula è ancora lunga e foriera di altre sorprese.

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