Gli auguri di fine anno di Mattarella ai rappresentanti delle istituzioni, dei partiti e della società civile che non devono esser piaciuti a Giorgia Meloni

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Martedì il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto alla Cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile tenendo un discorso il cui indirizzo non pare sia stata recepito dai media in tutto il suo significato.

In un breve riassunto, si può dire che Mattarella ha espresso gratitudine e fatto gli auguri ai rappresentanti delle istituzioni presenti, sottolineando il valore della collaborazione tra le diverse articolazioni dello Stato.

In un resoconto di quanto accaduto nel 2024, ha evidenziato i temi contrastanti che caratterizzano questo periodo: da un lato la speranza offerta dai progressi della scienza, dall’altro le preoccupazioni per le guerre in corso. Ha ricordato come l’aggressione russa all’Ucraina abbia innescato una concatenazione di crisi, ampliando i conflitti dall’Europa al Medio Oriente.

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Il capo dello Stato ha lamentato il declino della diplomazia e delle istituzioni sovranazionali, spesso accantonate in favore delle armi. Ha posto l’accento sulle conseguenze emotive della guerra, non solo per chi la vive direttamente, ma anche per le società globali, in cui i conflitti finiscono per diffondere odio e divisioni.

Ha poi richiamato l’importanza di reagire alla polarizzazione crescente e alla radicalizzazione del dibattito pubblico, che riducono lo spazio del dialogo e alimentano conflitti sociali, economici e culturali. Ha avvertito del rischio di concentrazione del potere economico e tecnologico in poche mani, minacciando il ruolo delle istituzioni democratiche, rimarcando la necessità di preservare le democrazie come garanzia di libertà, giustizia e pace. Ha ricordato l’importanza di sostenere il pluralismo e la partecipazione, anche per contrastare fenomeni come l’astensionismo elettorale.

Mattarella ha inoltre auspicato il riconoscimento dei valori fondanti della Costituzione, come la libertà e l’uguaglianza, e a perseguire obiettivi di interesse comune, come la sicurezza e la tutela dell’ambiente. Ha sottolineato il ruolo delle istituzioni nel mantenere l’armonia e il rispetto reciproco, senza contrapposizioni o invasioni di campo.

Concludendo, il Presidente ha invitato ad affrontare le sfide future, ispirandosi al senso del dovere e alla passione civile che animano i cittadini italiani. Ha infine esteso gli auguri per il Natale e il nuovo anno a tutti i presenti e alla nazione intera.

Alla luce di quanto accaduto sul fronte della politica nell’ultimo periodo e negli ultimi giorni, il destinatario delle parole di Mattarella – che ciò sia casuale o meno non è dato sapere – finisce per essere l’esecutivo in carica, guidato da Giorgia Meloni.

Ecco un passaggio del discorso del presidente della Repubblica, a riprova della tesi:

“Si registra ovunque un fenomeno di evidente, progressiva polarizzazione che tocca tanti aspetti della nostra convivenza.Appare sempre più difficile preservare lo spazio del dialogo e della mediazione all’interno di società che sembrano oggetto di forze centrifughe divaricanti, con una pericolosa riduzione delle occasioni di dialogo, di collaborazione, di condivisione. Si tratta di una dinamica che non riguarda soltanto la politica ma la precede e va molto oltre. Tocca ambiti sociali, economici, culturali, persino etici.Il pluralismo delle idee, l’articolazione di diverse opinioni rappresentano l’anima di una democrazia. Questo è il principio cardine delle democrazie delle società occidentali Ma sempre più spesso vi appare la strada di una radicalizzazione che pretende di semplificare escludendo l’ascolto e riducendo la complessità alle categorie di amico/nemico.Quando si innescano conflitti che feriscono e lacerano una società; quando si cerca di sostituire alla forza della ragione la violenza o la prepotenza del più forte; quando si alimentano e si giustificano diseguaglianze crescenti e insopportabili occorre riflettere per riprendere un percorso costruttivo.Si rischia che non esistano ambiti tenuti al riparo da questa tendenza alla divaricazione incomponibile delle opinioni. Sul cambiamento climatico e le politiche ambientali necessarie a contenerlo e a tutelare il pianeta. Sul valore della scienza, della ricerca, sull’efficacia dei numerosi vaccini che hanno salvato milioni di vite umane da malattie mortali o invalidanti.Temi così delicati e decisivi per il futuro che richiederebbero seria e serena riflessione comune, aperta alla comprensione di ogni aspetto, sono divenuti veri e propri terreni di scontro. E perfino motivo di violenza.Conflitti alimentati e amplificati da un uso distorto e irresponsabile dei social media che, talvolta, divengono strumenti perversi di divisione, di condizionamento acritico, di deliberato travisamento della realtà, contraddicendo il loro autentico ruolo”.

Dopo aver letto tali parole, è difficile non pensare agli attacchi della premier, dei suoi ministri e della stampa serva nei confronti di “chiunque” non condivida o critichi la retorica e la propaganda (post) fascista. Difficile non pensare alle dichiarazioni dell’ultimo periodo sul fatto che sia corretto e dovuto togliere le multe ai no vax, fino ad arrivare – da parte di alcuni – a riproporre l’idea che i vaccini siano stati inutili.

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Finito qua? No, visto che Mattarella ha parlato anche degli “amici” di Meloni, Trump e Milei, senza nominarli:

“La concentrazione in pochissime mani di enormi capitali e del potere tecnologico, così come il controllo accentrato dei dati – definibili come il nuovo petrolio dell’era digitale – determinano una condizione di grave rischio.Gli effetti sono evidenti. Pochi soggetti – non uno soltanto, come ci si azzarda a interpretare – con immense disponibilità finanziarie, che guadagnano ben più di 500 volte la retribuzione di un operaio o di un impiegato. Grandi società che dettano le loro condizioni ai mercati e – al di sopra dei confini e della autorità degli Stati e delle Organizzazioni internazionali – tendono a sottrarsi a qualsiasi regolamentazione, a cominciare dagli obblighi fiscali.Sembra che – come in una dimensione separata e parallela rispetto alla generalità dell’umanità – si persegua la ricchezza come fine a sé stessa; in realtà come strumento di potere molto più che in passato perché consente di essere svincolati da qualunque effettiva autorità pubblica.A questi fenomeni si aggiunge il timore che si faccia spazio la tentazione di un progressivo svuotamento del potere pubblico. Fino ad intaccare la stessa idea di stato per come l’abbiamo codificata e conosciuta nei secoli.Un esempio. Lo stato moderno si è fondato sul monopolio dell’uso della forza militare e della moneta. Ebbene, questi due pilastri sono oggi messi in discussione dalla prospettiva di una progressiva privatizzazione del potere pubblico, dall’iniziativa di potenze finanziarie private, capaci di sfidare le prerogative statuali anche su quei due fronti. Proprietari di immense ricchezze che oggi hanno di fatto il monopolio in diversi settori fondamentali. E costruzione di circuiti monetari paralleli, privati.Chi può garantire che questo trasferimento di potere dalla sfera pubblica a quella privata abbia come fine la garanzia della libertà di tutti? La sicurezza di tutti? I diritti di ciascuno? Il bene comune inteso come bene di ogni persona, nessuna esclusa?”

Se queste parole indicano il ritratto di Musk, queste sono la fotografia degli amici di Meloni: Milei, Orban, Morawiecki, ecc:

“Si insinua nelle nostre opinioni pubbliche il dubbio che il potere democratico sia debole, inefficiente, lento, inadeguato a governare realtà in veloce evoluzione. O addirittura sia un fattore penalizzante nella competizione con sistemi non democratici. È singolare e contro la realtà che si trascuri come nelle democrazie le decisioni assunte, sulla base del consenso liberamente espresso dai cittadini, siano ben più salde e affidabili.Bisogna amare la democrazia. Bisogna prendersene cura. È garanzia di libertà, promuove benessere e sviluppo, costante ricerca della pace. Obiettivi, questi, negati dai regimi autoritari, incapaci di dare risposte alle speranze delle persone e, in realtà, assai meno saldi e forti di quanto vorrebbero far credere. Evitando che conflitti e radicalizzazioni, artificialmente alimentate da chi pensa in tal modo di ottenere spazio e visibilità, riescano a produrre una desertificazione del tessuto civile che lascerebbe campo libero ad avventure di ogni tipo”.

In pratica, Mattarella ha fatto capire agli italiani che tutto ciò che stanno dicendo e facendo Meloni e i suoi ministri è l’esatto contrario di ciò che dovrebbero fare.

Bene. È un passo avanti. Adesso il capo dello Stato è chiamato a fare il passo successivo: rispedire al mittente qualsiasi norma che gli venga sottoposta che sia pur vagamente anticostituzionale, senza attendere la Consulta.

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