16.23 – mercoledì 18 dicembre 2024
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Durante l’ultimo consiglio regionale l’assessore regionale alla previdenza sociale Carlo Daldoss ha annunciato che dal prossimo anno non entrerà più in vigore l’adeguamento Istat sulla pensione per le casalinghe.
Trento, 18 dicembre 2024 – “Le pensioni regionali per le casalinghe sono e resteranno garantite, ma dal prossimo anno non saranno più adeguate all’inflazione. Questa scelta si è resa necessaria per preservare la sostenibilità del bilancio regionale senza intaccare i diritti acquisiti.”
Con queste parole, l’assessore regionale alla previdenza Carlo Daldoss ha voluto rassicurare le beneficiarie della pensione durante il suo intervento in consiglio regionale sulla manovra di bilancio, spiegando che il sistema, pur essendo nato con intenzioni lodevoli, ha generato nel tempo uno squilibrio finanziario non più sostenibile.
“Nessuna casalinga, quindi, subirà una riduzione della propria pensione – ha rassicurato Daldoss – ma la rendita attualmente percepita o che verrà percepita, nel caso di coloro che ancora non hanno maturato il diritto, rimarrà invariata nel tempo”.
Si ricorda che la pensione delle casalinghe è stata istituita nel 1993 ed è stata chiusa, proprio a causa della sua onerosità nel 2005.
Si tratta in sostanza di un’assicurazione che a seguito del versamento di una contribuzione per almeno 15 anni, fino a un massimo di 18 anni, consente, solo a coloro che vi hanno aderito prima del 2005, la maturazione di una rendita al compimento del 65° anno di età. Chi ha aderito prima dell’8 dicembre 2000 ha avuto addirittura la possibilità di andare in pensione a sessantadue anni se aveva compiuto il cinquantesimo anno di età entro il 12 agosto 1998 o dopo soli cinque anni dall’adesione se aveva più di 57 anni di età.
A Bolzano, al 31 dicembre 2023, risultano iscritte 2.486 persone, di cui 2.257 già pensionate. Di queste, 669 beneficiano dell’integrazione al trattamento minimo INPS. In totale, il Fondo pensioni casalinghe della Provincia ha incassato circa 38 milioni di euro di contributi, ma ne ha spesi oltre 255 milioni, con una spesa annua di oltre 15 milioni solo nel 2023. Il disavanzo attuale del Fondo ammonta a circa 17 milioni di euro.
A Trento, invece, le persone iscritte al Fondo sono 1.575, tutte già pensionate. Tra queste, 516 percepiscono un’integrazione al trattamento minimo INPS. Dal 1993 ad oggi, il Fondo ha raccolto quasi 23 milioni di euro, ma ha sostenuto spese per circa 170 milioni, di cui oltre 11,2 milioni solo nel 2023. Il disavanzo attuale supera i 56 milioni di euro.
“Complessivamente, la Regione ha stanziato circa 377,5 milioni di euro per coprire il disavanzo dei due Fondi provinciali, suddivisi in 138,9 milioni alla Provincia di Trento e 238,6 milioni alla Provincia di Bolzano – ha detto in aula l’assessore – tuttavia, gli studi attuariali indicano che, senza ulteriori interventi, i disavanzi continueranno a crescere.
“L’assicurazione regionale per le casalinghe, istituita nel 1993 e chiusa nel 2005, garantisce una rendita mensile compresa tra 500 e 700 euro per tredici mensilità a fronte di una contribuzione annua di 1.686 euro, ridotta per alcune categorie – ha continuato Dadloss – per chi non supera determinati limiti di reddito, la rendita viene integrata al trattamento minimo INPS, attualmente pari a 598 euro mensili. Questo meccanismo ha generato un evidente squilibrio tra contributi versati e prestazioni erogate, rendendo insostenibile il sistema nel lungo periodo”.
Negli ultimi anni sono state adottate misure per contenere i costi. Con la legge di assestamento di bilancio del luglio 2024, è stata eliminata la possibilità di integrare la pensione regionale al trattamento minimo INPS e di adeguare le rendite all’inflazione. Recentemente, tali modifiche sono state ulteriormente consolidate, garantendo che le pensioni attualmente percepite rimangano invariate, ma senza più essere adeguate all’aumento del costo della vita. Questa misura dovrebbe contribuire a ridurre significativamente i deficit: in Provincia di Trento, ad esempio, si stima che il blocco della perequazione possa dimezzare il disavanzo.
“Il sistema, seppur generoso, non è sostenibile finanziariamente – ha continuato l’assessore- per tale motivo si è reso necessario modificare le regole che riguardano la pensione delle casalinghe, salvaguardando gli importi al momento percepiti, ma facendo in modo che tali importi non vengano più aumentati in base all’inflazione. In questa manovra di bilancio interveniamo ancora a sostegno delle casalinghe, ma sarà l’ultimo anno in cui ci sarà un’integrazione economica. A partire dal 1° gennaio 2025 tale integrazione non sarà più soggetta agli incrementi annuali legati al tasso di perequazione – ha annunciato Daldoss – dal prossimo anno, le pensioni non saranno più adeguate all’inflazione e i fondi regionali verranno progressivamente ridestinati verso iniziative di sostegno per le fasce più deboli. La Regione ha fatto il possibile per tutelare i diritti acquisiti, ma era necessario intervenire per garantire un equilibrio di bilancio e salvaguardare la sostenibilità del sistema nel lungo periodo – ha concluso l’assessore – pertanto continueremo a monitorare la situazione finanziaria dei Fondi provinciali, lavorando in sinergia con le Province autonome per garantire un equilibrio tra tutela dei diritti e rigore di bilancio.”
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DALDOSS: RENTEN ZUGUNSTEN DER IM HAUSHALT TÄTIGEN PERSONEN – KEINE AUTOMATISCHE ERHÖHUNG MEHR, ABER BETRÄGE UND RECHTE BLEIBEN UNBERÜHRT
Während der letzten Sitzung des Regionalrats hat der Regionalassessor für Sozialvorsorge Carlo Daldoss angekündigt, dass ab nächstem Jahr die automatische Erhöhung entsprechend des ISTAT-Indexes für die Renten zugunsten der im Haushalt tätigen Personen nicht mehr in Kraft ist.
Trient, 18. Dezember 2024 – „Die Regionalrenten zugunsten der im Haushalt tätigen Personen sind und bleiben auch in Zukunft gesichert, werden aber ab nächstem Jahr nicht mehr der Inflationsrate angepasst, was erforderlich ist, um die Nachhaltigkeit des Haushalts der Region zu bewahren, ohne die erworbenen Rechte zu beeinträchtigen.“
Das ließ der Regionalassessor für Sozialvorsorge Carlo Daldoss die Empfängerinnen der Rente im Zuge der Haushaltsdebatte im Regionalrat wissen. Er erklärte, das System sei mit den besten Absichten eingeführt worden, habe aber im Laufe der Zeit zu einem nun nicht mehr tragbaren finanziellen Ungleichgewicht geführt.
Daldoss versicherte: „Keiner im Haushalt tätigen Person wird die Rente gekürzt, aber die derzeit bezogene Rente – bzw. die in Zukunft bezogene Rente für diejenigen, die noch keinen Rentenanspruch haben – wird unverändert bleiben.“
Die Rente zugunsten der im Haushalt tätigen Personen wurde 1993 eingeführt und aufgrund ihrer hohen Kosten 2005 eingestellt.
Es handelt sich im wesentlichen um eine Versicherung, in die mindestens 15 und höchstens 18 Jahre eingezahlt wird und die denjenigen, die vor 2005 beigetreten sind, ab dem 65. Lebensjahr eine Rente garantiert. Diejenigen, die vor dem 8. Dezember 2000 beigetreten sind, hatten sogar die Möglichkeit, mit 62 Jahren in Rente zu gehen, wenn sie vor dem 12. August 1998 das 50. Lebensjahr erreicht hatten, oder nur fünf Jahre nach dem Beitritt, wenn sie zu demselben Datum bereits älter als 57 waren.
In Bozen waren zum 31. Dezember 2023 2.486 Personen versichert, von denen 2.257 bereits in Rente waren. Von diesen beziehen 669 eine Ergänzung bis zur Erreichung des NISF/INPS-Mindestbetrags. Insgesamt wurden in den Rentenfonds der Provinz zugunsten der im Haushalt tätigen Personen Beiträge in Höhe von 38 Millionen Euro eingezahlt, es wurden jedoch 255 Millionen ausgezahlt, allein im Jahr 2023 mehr als 15 Millionen. Der derzeitige Fehlbetrag des Fonds beläuft sich auf ca. 17 Millionen Euro.
In Trient sind hingegen 1.575 Personen versichert, die alle bereits in Rente sind und von denen 516 Personen eine Ergänzung bis zur Erreichung des NISF/INPS-Mindestbetrags beziehen. Von 1993 bis heute wurden fast 23 Millionen Euro in den Fonds eingezahlt, es wurden jedoch 170 Millionen ausgezahlt, allein im Jahr 2023 mehr als 11,2 Millionen Euro. Der derzeitige Fehlbetrag des Fonds beläuft sich auf über 56 Millionen Euro.
Der Assessor sagte vor dem Regionalrat: „Insgesamt hat die Region ca. 377,5 Millionen Euro – 138,9 Euro für die Provinz Trient und 238,6 Millionen Euro für die Provinz Bozen – bereitgestellt, um den Fehlbetrag der beiden Landesfonds zu decken. Aufgrund versicherungsmathematischer Studien ist jedoch davon auszugehen, dass die Fehlbeträge ohne ein weiteres Eingreifen weiterhin zunehmen werden.
Daldoss sagte weiter: „Die 1993 eingeführte und 2005 eingestellte Regionalrente zugunsten der im Haushalt tätigen Personen sichert den Mitgliedern bei einem für einige Kategorien reduzierten jährlichen Beitrag von 1.686 Euro eine monatliche Rente in Höhe von 500 – 700 Euro für dreizehn Monate zu, die bis zur Erreichung des NISF/INPS-Mindestbetrags – der derzeit 598 Euro im Monat beträgt – ergänzt wird. Dadurch ist ein offensichtliches Ungleichgewicht zwischen ein- und ausgezahlten Beiträgen entstanden, wodurch das System langfristig nicht tragbar ist.“
In den vergangenen Jahren wurden Maßnahmen zur Eindämmung der Kosten ergriffen. Mit dem Nachtragshaushaltsgesetz 2024 wurde beschlossen, dass die Regionalrente nicht mehr bis zur Erreichung des NISF/INPS-Mindestbetrags ergänzt wird und nicht mehr an die Inflationsrate angepasst wird. Vor kurzem wurden diese Änderungen weiter konsolidiert, so dass die derzeit bezogenen Renten unverändert bleiben, aber nicht mehr an den Anstieg der Lebenshaltungskosten angepasst werden. Diese Maßnahme dürfte zu einer erheblichen Verringerung der Fehlbeträge beitragen. In der Provinz Trient wird beispielsweise geschätzt, dass der Fehlbetrag durch das Aussetzen des Ausgleichs halbiert werden kann.
Assessor Daldoss fuhr fort: „Das System ist zwar großzügig, aber finanziell nicht tragbar, weshalb es notwendig war, die Regeln für die Rente zugunsten der im Haushalt tätigen Personen zu ändern, wobei die derzeit bezogenen Beträge gesichert sind, aber nicht mehr entsprechend der Inflationsrate erhöht werden. In diesem Haushaltsjahr werden noch Maßnahmen zur Unterstützung der im Haushalt tätigen Personen ergriffen, aber es wird das letzte Jahr sein, in dem es eine finanzielle Ergänzung gibt. Ab 1. Januar 2025 wird diese Ergänzung nicht mehr der jährlichen Erhöhung um den Ausgleichsatz unterliegen. Im kommenden Jahr werden die Renten nicht mehr der Inflationsrate angepasst und die Regionalfonds werden nach und nach wieder für Unterstützungsmaßnahmen zugunsten der sozial schwächsten Gruppen eingesetzt.“ Der Assessor sagte abschließend: „Die Region hat alles in ihrer Macht Stehende unternommen, um die erworbenen Rechte zu schützen, aber eine Änderung war notwendig, um die Haushaltsausgeglichenheit zu gewährleisten und die langfristige Nachhaltigkeit des Systems zu erhalten. Wir werden die finanzielle Lage der Landesfonds im Auge behalten und mit den Autonomen Provinzen Hand in Hand arbeiten, um ein Gleichgewicht zwischen der Wahrung der Rechte und einer soliden Haushaltsführung zu gewährleisten.“
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