CISTERNA-VALMONTONE, IL DECRETO DI BLOCCO DEGLI ESPROPRI RIMANE VIGENTE. IL TAR LAZIO CHIAMATO A DECIDERE

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Cisterna-Valmontone, eccezione del Commissario Antonio Mallamo. Il decreto di sospensione degli espropri rimane vigente

Doveva discutersi oggi, 18 dicembre, il ricorso presentato dagli avvocati Francesco Di Ciollo, Giovanni Di Ciollo e Alessandro D’Angelis che assistono il cittadino Pier Franco Ferri. I legali, come noto, hanno presentato il ricorso contro il Commissario Straordinario per la realizzazione della Cisterna-Valmontone, Antonio Mallamo, il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), Astral Spa e Regione Lazio.

Davanti al Tar di Latina, però, il Commissario straordinario Antonio Mallamo ha sollevato una eccezione di competenza del tribunale amministrativo pontino tanto che il Presidente di sezione ha deciso di trasmettere gli atti al Presidente del Tar Lazio chiamato a decidere se discutere la causa presso la sede di Latina o quella di Roma. Lo stesso Presidente dovrà comunicare la sua decisione tramite decreto apposito, nel frattempo rimane vigente il decreto che ha accolto l’istanza di decreto monocratico disposto dal presidente della sezione seconda del Tar di Latina, Ines Simona Immacolata Pisano.

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Il ricorso è stato avanzato per chiedere l’annullamento dell’esproprio dei beni di proprietà di Ferri, disposto lo scorso 18 novembre ai fini della realizzazione del collegamento stradale, ossia la Bretella Autostradale Cisterna-Valmontone. Gli avvocati Di Ciollo e D’Angelis chiedevano la sospensione dei decreti del commissario straordinario Mallamo risalenti al 2024 con cui sono stati stabiliti gli espropri, oltreché allo stop di quattro delibere del Cipess che hanno stanziato i soldi.

Lo scorso 9 dicembre, il presidente Pisano ha accolto l’istanza di decreto monocratico, fissando la trattazione collegiale del ricorso a oggi, 18 dicembre.

Il ricorso è stato depositato dai legali Di Ciollo e D’Angelis per tutelare i terreni che appartengono a Ferri e che si trovano a Giulianello dove la bretella passerà inficiando, peraltro, il Monumento Naturale del Lago di Giulianello, come più volte ribadito dal Comitato no Corridoio Roma Latina e dal Comitato No Bretella Cisterna-Valmontone.

I terreni o fondi sono peraltro dati in affitto a una nota azienda agricola del luogo. “La realizzazione della Bretella, e per essa il previo esproprio dei terreni – scrivono i legali Di Ciollo e D’Angelis nel ricorso che si discuterà il prossimo 18 dicembre – finirebbe per dividere sostanzialmente in due parti l’azienda agricola, incidendo negativamente sulla profittabilità dei fondi, in quanto relativo sfruttamento risulterebbe fortemente, se non totalmente, compromesso dalla costruzione di un corridoio autostradale, oltre a incidere profondamente sul territorio, modificandolo irreversibilmente mediante eliminazione della macchia vegetativa sullo stesso insistente”.

“L’impatto sull’azienda e sull’ambiente circostante del tracciato di progetto è molto profondo con limitazioni irreversibile”, sottolineando i tre avvocati. Senza contare che, come lamentano nel ricorso, Ferri è stato escluso dalla partecipazione a un dibattito, anche pubblico, in cui avrebbe potuto suggerire modifiche alla costruzione della strada.

Il ricorso, che riassume la storia amministrativa che ha portato all’autorizzazione dell’opera, mette in discussione l’allora CIPE (oggi CIPESS) che, con deliberazione n. 50/2004 del 29.9.2004, “senza alcuna comunicazione di avvio del procedimento e/o alcuna interlocuzione endoprocedimentale con il ricorrente, apponeva il vincolo preordinato all’esproprio per la realizzazione della Bretella Cisterna-Valmontone“.

Atti compiuti senza contraddittorio, senza la dovuta pubblicità e senza che i futuri espropriati potessero far prevenire osservazioni al progetto. Il tutto non reiterando la proroga della dichiarazione di pubblica utilità, ma solo quella dell’adozione dei decreti di esproprio.

Sei in tutto i motivi di contrarietà avanzanti dal ricorso degli avvocati: eccesso di potere degli enti, illegittimità della reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio;
incostituzionalità della ulteriore proroga del termine per l’emanazione del decreto di esproprio.

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Gli avvocati nel ricorso presentano anche un’alternativa al tracciato. “Il Colle della Caprigliana – scrivono – mostra sia sulla superficie superiore che ai suoi lati molti affioramenti di materiale tufaceo, e da ciò ne consegue che lo scavo in galleria potrebbe avvenire nello strato tufaceo, che, come noto, ha buone caratteristiche meccaniche e i tempi di realizzo dell’opera in galleria dovrebbero essere, quindi, ragionevolmente brevi“.

“Per le ragioni sopra accennate, la costruzione del rilevato su terreni non adatti, maggiore lunghezza del tracciato, la costruzione in galleria nello strato tufaceo avverrebbe finanche in tempi più brevi e i costi della variante sono comparabili se non di poco inferiori a quelli del tracciato di progetto e, come tali, sarebbe addirittura più idonei a tutelare l’interesse pubblico anche nell’ottica di preservare la flora e la fauna finora conservate e tutelate nella zona”.

La sospensione dell’atto di esproprio è stata accolta dal Tar di Latina perché domani, 11 dicembre, “il Commissario Straordinario ha disposto l’immissione nel possesso, con la redazione del relativo verbale, dei beni di proprietà di Ferri ed è evidente che ove tale attività dovesse espletarsi prima dell’esame del ricorso gli effetti sarebbero devastanti ed irreversibili per l’azienda agricola”.

Per la decisione finale, tutto è stato rinviato. Ciò che è rilevante è che gli espropri rimangono bloccati.





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