A Lucca in mostra il reportage “con i piedi nel fango”

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Nel palinsesto del Photolux Festival il lavoro fotografico e giornalistico di Lorenzo Lombardi nei luoghi dell’alluvione toscana

All’interno del vasto e prestigioso palinsesto del Photolux Festival, biennale internazionale di fotografia che si è svolta a Lucca dal 23/11 al 15/12, sabato 14 dicembre il giornalista e reporter Lorenzo Lombardi ha presentato il suo lungo reportage fotografico e giornalistico dal titolo “con i piedi nel fango: reportage dai luoghi dell’alluvione toscana”.

«Il mio lavoro è un lungo reportage durato 8 mesi sui luoghi colpiti dall’alluvione in Toscana, un reportage in cui sono stato letteralmente con i piedi immersi nel fango – racconta Lombardi – Nei giorni dell’alluvione mi recai subito sui luoghi dei disastri, poi tornandoci, via via è nato il progetto fotografico anche grazie al sostegno e ai consigli preziosi del direttore artistico del Photolux Festival Enrico Stefanelli che mi ha seguito e consigliato su tutto in questo periodo. Per me è stato un piacere e soprattutto un grande onore poter presentare il mio lavoro all’interno della rassegna internazionale del Photolux».

Photolux Festival, ideato creato da Enrico Stefanelli (che ne è anche il direttore artistico ed instancabile motore) ha festeggiato quest’anno la sua ventesima edizione portando nei palazzi antichi e storici di Lucca ben 19 mostre fra cui, come sempre, il World Press Photo (WPP), probabilmente il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo. Altra novità di quest’anno è stata la mostra del 40ennale degli Leica Oskar Barnack Award (Loba) con foto di “mostri sacri” come Salgado, Berengo, Turnley, Atwood, Pinckers, Watriss. Non sfugge ad un occhio ecologista anche la foto in banco e nero di Floris Bergkamp di un gommone di Greenpeace.

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Oltre alle internazionali World Press Photo e Leica Oskar Barnack Awards, Il titolo della rassegna 2024 è stato “Il Bel Paese?” dove si è raccontato con foto di grandi autori, la bellezza ma anche i lati oscuri dell’Italia, motivo per cui alla nota definizione di Bel Paese si affianca il punto interrogativo. Dalla mostra “Sotto questo sole” dove il Maestro Massimo Vitali ripercorre decenni di foto di spiagge italiane a “Verità Nascoste” una mostra collettiva dove si raccontano i grandi e tristi misteri italiani dal Nautilus al Moby Prince, dalla strage di Ustica al disastro ferroviario di Viareggio (e molti altri tristi casi). Ma si racconta il Belpaese anche tramite le foto storiche di alta montagna di Vittorio Sella, gli scatti in bianco e nero di Kocjancic fino al lavoro “Acque Agitate” della reporter armena Anush Babajanyan che si lega al Belpaese perché è la vincitrice del Romano Cagnoni Award. La mostra della Babajanyan (la cui curatrice è Benedetta Donato) tratta il tema delle acque contese fra Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan con la potenza che è tipica dei lavori della pluripremiata fotografa armena che ha pubblicato le sue foto sul New York Times, Washington Post, National Geographic. L’esperienza è resa ancora più avvolgente grazie al lavoro meticoloso dalla curatrice  Benedetta Donato che ha costruito il percorso della mostra in maniera che lo spettatore si ritrovi letteralmente immerso dentro le foto.

Acqua ed immersione nel fango sono al centro del lavoro di Lorenzo Lombardi che col suo reportage pone domande e riflessioni spinose. Lorenzo Lombardi (firma di Nuova Ecologia ormai dal 2015) si è recato nei luoghi dell’alluvione che ha colpito fra fine ottobre ed i primi di novembre 2023 le zone fra Pistoia Prato e Firenze. Lombardi era sul posto sin dal primo momento ed ha continuato ad andare sui luoghi alluvionati per 8 mesi monitorando, fotografando, filmando, domandando e costruendo un lungo reportage di foto, video, appunti che sono diventate non solo una esposizione, ma ancora di più e soprattutto un momento di riflessione.

«Nel mio lavoro di reportage – spiega il giornalista – si mischiano e si intersecano quattro tematiche ecologiche: la prima quella della crisi climatica ed i relativi eventi estremi che ne conseguono; la seconda quella della fragilità dei territori sempre più urbanizzati e cementificati; la terza, la non capacità di risposta e gestione degli eventi estremi da parte di molti territori italiani. L’ultima domanda è quella più cogente: tutti quei rifiuti persi e dispersi nel fango e nella falda che grado di inquinamento ambientale hanno generato?».

La mostra inizia paradossalmente con una foto scattata a Berlino, nel Museo della Comunicazione, nel reparto dedicato alla crisi climatica. Nel pannello “climate icons” vi è un enorme peluche di orso bianco. «Sono voluto partire proprio da questa riflessione – dice Lombardi – la crisi climatica non è più lontana, ma è arrivata sotto casa nostra. Non sono più solo i poveri, ma lontani, orsi bianchi che muoiono di stenti mentre il ghiaccio si scioglie ai poli, non sono più nemmeno le alte cime dei ghiacciai con sempre meno ghiaccio e neve, ma ora sono anche le nostre città a venire sconvolte dagli eventi estremi causati dal cambiamento climatico. Sono stato per mesi con i piedi nel fango, una sensazione molto sgradevole. Ed ancora più sgradevoli sono le riflessioni e le domande che pongono quelle foto che hanno il compito di rimanere lì a futura memoria, per farci riflettere e si spera, agire, in una direzione più consapevole sul lato ecologico».

 

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A Lucca in mostra il reportage “con i piedi nel fango”

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A Lucca in mostra il reportage “con i piedi nel fango”

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articolo sulla mostra fotografica di Lorenzo Lombardi “Con i piedi nel fango”

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redazione

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La Nuova Ecologia

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