Turismo enogastronomico: un settore che vale oltre 40 miliardi di euro

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Questo dato emerge dalla settima edizione del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, presentato oggi a Parma e ideato da Roberta Garibaldi in collaborazione con Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico. Con un valore economico di 40,1 miliardi di euro, il settore si afferma sempre più come un pilastro strategico per il turismo e lo sviluppo territoriale.

Un turismo resiliente che sfida la flessione post-Covid

Nonostante i segnali di rallentamento generale del turismo domestico, il comparto enogastronomico mostra un andamento opposto. Secondo i dati del Rapporto, il 70% degli italiani ha effettuato almeno una vacanza con motivazioni legate al cibo, al vino, all’olio e ad altri prodotti tipici negli ultimi tre anni. Il settore attrae anche un bacino di 14,5 milioni di potenziali turisti del gusto, con una prevalenza per mete domestiche. Tra le destinazioni preferite spiccano Toscana, Emilia-Romagna e Puglia.

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Il turismo enogastronomico non si limita all’Italia: è apprezzato anche dai turisti internazionali, in particolare europei e visitatori dai Paesi del Far East e dal Brasile.

Nuovi profili di turisti del gusto

Dal Rapporto emergono cinque categorie di turisti enogastronomici: i “Ricercatori”, che desiderano esperienze autentiche e un contatto diretto con la cultura locale; i “Festaioli”, che vedono l’enogastronomia come un modo per socializzare; gli “Intellettuali”, che considerano il viaggio un’opportunità per arricchire il proprio bagaglio culturale; i “Figli dei Fiori”, che cercano benessere e armonia psico-fisica attraverso il cibo; e gli “Edonisti”, che esplorano sapori esclusivi come forma di lusso.

Il vino e le icone dell’enogastronomia italiana

Il vino, con il 38,1% delle preferenze, si conferma il prodotto agroalimentare più rappresentativo dell’Italia. Seguono l’olio extravergine d’oliva, la pizza, la pasta e i formaggi. Grazie alla collaborazione con TheFork, il Rapporto ha anche mappato le cucine regionali più diffuse: in Italia domina la cucina toscana, mentre all’estero emerge la forza della cucina napoletana.

Un impatto economico significativo

Il Rapporto 2024, in collaborazione con Economics Living Lab, ha stimato per la prima volta l’impatto economico del turismo enogastronomico, che ha generato oltre 40 miliardi di euro nel 2023. Questo valore comprende 9,2 miliardi diretti, 17,2 indiretti e 13,7 di indotto. Il rapporto benefici/costi, pari a 6,9, dimostra l’importanza del settore per l’economia italiana.

Proposte strategiche per il futuro

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Per consolidare e sviluppare ulteriormente il settore, il Rapporto propone dieci azioni prioritarie, come l’eliminazione dei vincoli normativi per le imprese agricole e produttive che offrono attività turistiche, la creazione di musei nazionali del cibo dedicati a eccellenze come vino, olio e pizza, e il miglioramento dell’accessibilità verso le aree rurali. Altre proposte includono l’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole, la formazione di professionisti capaci di mettere in rete produttori e aziende, e il potenziamento della presenza italiana nei circuiti di eventi globali come i 50 Best Restaurants.

“Queste azioni rappresentano i pilastri per trasformare il turismo enogastronomico in un volano di crescita sostenibile, capace di esaltare le identità territoriali e promuovere l’innovazione”, ha dichiarato Roberta Garibaldi.

Dichiarazioni e collaborazioni

Simone Fornasari, Presidente di Visit Emilia, ha evidenziato il ruolo della Food Valley: “Il territorio di Visit Emilia è un patrimonio culturale unico, con eccellenze riconosciute come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma e l’Aceto Balsamico”. Michele Angiolini, Sindaco di Montepulciano, ha aggiunto: “Il turismo enogastronomico non è solo uno strumento di sviluppo socio-economico, ma anche un valido alleato per la tutela del territorio”.

Grazie al contributo di istituzioni e operatori, il turismo enogastronomico italiano si conferma un modello di eccellenza e innovazione, capace di affrontare le sfide globali e promuovere il patrimonio unico del Bel Paese.



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