QUALITA’ DELLA VITA: GIU’ PESCARA MA ANCORA PRIMA, MALE L’AQUILA, SALE TERAMO, ULTIMA CHIETI | Notizie di cronaca #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni

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L’AQUILA – Pescara ancora prima in Abruzzo, seppur perdendo ben 14 posizioni e arrivando al 55esimo posto della classifica nazionale; Teramo al secondo posto in Abruzzo, guadagna un punto e sale 57esima a livello nazionale; male L’Aquila che perde 13 posizioni ed è 67esima in Italia; chiude Chieti, ultima in Abruzzo e al 71esimo posto nell’elenco generale, perdendo 10 posizioni.

A conti fatti, oltre a Teramo, che riesce a conquistare un punto in più, le province abruzzesi perdono quota nell’edizione 2024 dell’Indagine sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore che misura il benessere nei territori italiani attraverso 90 indicatori da fonti certificate, divisi in sei categorie tematiche.

L’indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.

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In particolare, analizzando i dati migliori e quelli peggiori, Pescara è terza in classifica per l’offerta culturale, ma è 106/a per l’inflazione di prodotti alimentari e bevande non alcoliche, L’Aquila è terza per startup innovative e 105/a per tasso di motorizzazione, Chieti è al secondo posto per canoni medi di locazione e 106/a per l’annosa questione dell’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile. L’unica provincia a migliorare, quella di Teramo, è decima per mensilità di stipendio per comprare casa e 103/a per tasso di infortuni sul lavoro mortali e con inabilità permanente totale.

 

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Secondo l’indagine è Bergamo la prima in Italia per qualità della vita, alle sue spalle due habitué del podio: Trento che sale di un gradino rispetto all’anno scorso e Bolzano, che invece fa un salto di dieci posizioni (l’anno scorso era tredicesima).

Come negli anni passati le province del Mezzogiorno si concentrano nella parte bassa della classifica: maglia nera è Reggio Calabria.

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Nessuna delle tre città sul podio supera i 120mila abitanti. Sembra questo il primo, importante ingrediente per il successo. Prima d’ora Bergamo non era mai stata premiata nella classifica generale, ma era stata incoronata regina dell’Indice di Sportività. Migliora quattro posizioni rispetto al 2023.

La top 10 vede una predominanza delle province del Nord Est, con Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto tra le Regioni più presenti: Monza e Brianza (4ª) tallona il podio, seguita dall’altra lombarda, Cremona (5ª). Segue Udine, vincitrice dell’edizione 2023 e che, nel complesso, ha registrato performance positive anche quest’anno.

Tra le prime dieci spiccano anche Verona e Vicenza, attigue a livello geografico e anche in classifica, rispettivamente al 7° e all’8° posto. Proprio Verona, insieme alla già citata Cremona e ad Ascoli Piceno – 10ª, nonché vincitrice per la prima volta, della classifica di tappa dedicata a «Giustizia e sicurezza» – rappresenta la new entry di una top 10 che spicca soprattutto per l’assenza delle grandi aree metropolitane che negli ultimi anni hanno sempre avuto il ruolo di teste di serie nell’indagine del Sole 24 Ore.

L’unica presente, quest’anno, è Bologna: con all’attivo cinque medaglie d’oro in 35 edizioni, la città metropolitana emiliana si ferma al 9° posto, in calo di sette posizioni rispetto al 2023, quando si era attestata al secondo posto.

A rimanere immutata rispetto agli anni passati è la marcata concentrazione delle province del Mezzogiorno nella parte bassa della classifica: la maglia nera, quest’anno, è Reggio Calabria, ultima tra le ultime.

Dalla posizione 83 del ranking in poi, infatti, è una sfilata di territori del Sud: città metropolitane come Catania (83ª), Messina (91ª), Palermo (100ª) e Napoli (106ª), ma anche realtà decisamente meno urbanizzate come il Sud Sardegna (93ª), le province di Enna (97ª) e Cosenza (102ª). Tra i peggiori piazzamenti dei territori del Nord, invece, si segnalano due province liguri: Imperia (79°), preceduta da Savona (69ª).

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Se dalla fotografia il Mezzogiorno sembra un malato cronico, alcuni dati evidenziano però un cambio di marcia: il trend del Pil pro capite che premia Palermo, Caltanissetta e Nuoro; il valore tendenziale delle presenze turistiche, con Isernia, Frosinone ed Enna a registrare i valori più elevati.

L’aumento dell’attrattività sul piano economico, si accompagna a una maggiore accessibilità sul fronte dell’affitto o acquisto di immobili e a una minore inflazione, creando condizioni potenzialmente favorevoli per il futuro.

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