“AcquistiAmo locale” è lo slogan della campagna lanciata da Confartigianato Puglia per invitare a regalare e a regalarsi, in occasione delle feste natalizie, prodotti artigianali made in Italy soprattutto in una fase congiunturale confermata anche dai dati forniti dall’Istat lo scorso 1 dicembre secondo i quali nel terzo trimestre dell’anno la crescita del pil è stata pari a zero anche se la spesa delle famiglie dà segni di tenuta, con un aumento dell’1,4% rispetto al trimestre precedente.
Secondo le previsioni elaborate dall’Ufficio Studi di Confartigianato, per le feste di Natale gli italiani spenderanno, a dicembre, 26,5 miliardi di euro, vale a dire il 27,6% in più della media annuale. Quasi due terzi degli acquisti, pari a 17,5 miliardi, saranno dedicati ad alimentari e bevande e nei consumi natalizi del 2024 spiccheranno proprio quelli che puntano sulla tipicità, sull’identità territoriale, sulla qualità di beni e servizi. In Puglia, in particolare, la spesa si assesterà su 1 miliardo 600 milioni di euro pari al 6% del totale nazionale.
Come sempre, un ruolo di primo piano spetterà all’artigianato alimentare, protagonista delle festività: ben 17,5 miliardi su base nazionale, saranno dedicati ad alimentari e bevande a dicembre. La Puglia in particolare, tra prodotti DOC (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garantita), conta ben 22 prodotti riconosciuti e realizzati, in massima parte, proprio da piccole imprese.
Sotto il profilo dei prezzi, però, tra inflazione e conseguenze del cambiamento climatico la situazione è complessa. Con riferimento ad esempio al settore “principe” della tavola natalizia, quello delle produzioni dolciarie, nei primi 9 mesi del 2024 si sono registrate forti tensioni con riguardo ai prezzi internazionali di alcune materie prime con aumenti superiori del 20% per: cacao (+128,9%), caffè miscela robusta (+62,6%), arance (+48,8%), olio di cocco (+30,7%), olio di palma (+23,3%). Aumenti a doppia cifra si riscontrano anche nei prezzi al consumo per il burro (+14,7% in aumento rispetto a +6,9% di settembre) e olio di oliva (+14,3%). In accelerazione anche il cioccolato (+8,4% contro il 5,5% di settembre). A causa dell’aviaria anche il prezzo delle uova è sostanzialmente aumentato: ben +34% da agosto scorso, tenendo conto che già nel 2023 il prezzo era aumentato di oltre il 7% rispetto all’anno precedente. Nel tentativo di mantenere i prezzi finali in linea con le aspettative di consumatori che, pur più attenti alla qualità, devono comunque fare i conti con un potere di acquisto ridottosi negli ultimi anni, le imprese – specie quelle artigiane, che non possono contare su grandi economie di scala – vanno in sofferenza. Secondo gli ultimi dati elaborati da Unioncamere Puglia, nella nostra regione le imprese attive nel settore della pasticceria sono quasi 1.100 e danno lavoro a quasi 5.000 addetti.
«È un periodo veramente complesso per le nostre attività – ha dichiarato Nicola Giotti, presidente della categoria dolciario di Confartigianato Puglia -. Nel 2024 stiamo toccando con mano le conseguenze dell’incredibile aumento dei costi degli ultimi anni. Per molti prodotti di uso comune in pasticceria l’incremento di prezzo è ormai acquisito. Stesso discorso vale per il costo dell’energia, di cui noi facciamo grande uso tra forni, abbattitori, frigoriferi e congelatori. Sebbene le produzioni artigiane, in forza della loro qualità, riscontrino un crescente apprezzamento da parte dei consumatori, riscontriamo una caduta dei nostri margini di guadagno. Ad esempio – continua Giotti – oggi un panettone artigianale realizzato con ingredienti di buona qualità non dovrebbe costare meno di 35 euro al kg per risultare sostenibile per una piccola impresa di pasticceria. I tradizionali dolci di mandorla pugliesi, invece, dovrebbero partire da un minimo di circa 25 euro al kg e così tutti i prodotti realizzati con le nocciole dovrebbero essere proposti con prezzi sostanzialmente aggiornati, considerato che la varietà “gentile di Piemonte” ha ormai stabilmente superato i 40 euro al kg. Il cioccolato, poi, dopo il crollo della produzione in Africa Occidentale nel corso del 2023 ha visto le proprie quotazioni andare letteralmente alle stelle. Per questo – ha concluso Giotti – invitiamo i consumatori a valutare, in fase d’acquisto, anche questi elementi sapendo che gli aumenti dei prezzi non sono certo dettati dalla volontà delle imprese di aumentare il lucro ma da ragioni di pura sopravvivenza».
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