Napoli, Saccomanno e Nappi lanciano la macroregione del Sud.

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Nella sala “Caduti Nassiriya” del Consiglio Regionale della Campania si è discusso, dinnanzi ad un numeroso e qualificato pubblico, di come il Ponte sullo Stretto possa essere un’opportunità di sviluppo per la regione e per il Mezzogiorno. Incontro voluto ed organizzato da Severino Nappi, Capogruppo Regionale della Lega, e da Giacomo Francesco Saccomanno, presidente dell’Accademia Calabra e componente CDA Ponte sullo Stretto S.P.A., al fine di dimostrare che tale straordinaria opera sia una ricchezza per l’intero Sud e per l’Italia. Un catalizzatore di interventi ed investimenti che potrebbero rendere queste regioni meridionali di estremo valore sia per diminuire il divario con quelle del Nord, che, comunque, per creare sviluppo ed occupazione. Gli interventi dei brillanti relatori hanno dimostrato di come, in effetti, il Sud sarà interessato da enormi investimenti, collegati con la costruzione del ponte, che, se gestiti adeguatamente, potranno, veramente, trasformare totalmente il Mezzogiorno. Severino Nappi, ha iniziato la discussione ribadendo che il ponte avrà, sicuramente, dei riflessi positivi sia al Sud che nel resto d’Italia e, quindi, deve essere sostenuto per il miglioramento dei territori, che vedrà anche la Campania interessata e concorrente. Dario Lo Bosco, presidente di RFI, ha introdotto il tema della intermodalità e della logistica, che, tra l’altro, consentiranno, nei prossimi 10 anni, il tempo per la costruzione del ponte, di ridurre il 30% delle quote di mobilità merci concentrandole su trasporti via mare e via ferrovia, con un’ampia diminuzione dell’inquinamento atmosferico. Un piano, voluto dal Ministro Salvini e dal Governo, che vedrà un impegno di oltre 50 miliardi e con 54 cantieri già aperti, con valorizzazione della portualità, dell’A.V., dei collegamenti con gli aeroporti e, comunque, in una visione strategica e complessiva del mediterraneo. Costanzo Jannotti Pecci, presidente Unione Industriali di Napoli, nel ringraziare gli organizzatori, ha evidenziato che la Zes unica ha consentito di rilasciare ben 300 autorizzazioni e con un PIL attuale doppio rispetto a quello nazionale. Ha sollecitato una visione comune, con un rafforzamento delle risorse esistenti, come quella manufatturiera che è al secondo posto in Europa e con interventi di valore e strategici, che corrispondano al completamento dei corridoi europei, sostenendo la Sicilia, che si può considerare un piccolo Stato con i suoi 5/6 milioni di abitanti. Giovanni Castellaneta, segretario generale Iniziativa Adriatico Ionica e senior Advisor Grimaldi Alliance, ha voluto riferire sulla valenza simbolica del ponte, come momento di orgoglio italiano che ci rappresenterà nel mondo e che, comunque, dovrà essere realizzato in tempi brevi e che è una sfida importante per la crescita delle nostre aziende e per la moderna tecnologia, che attirerà importanti investimenti e, quindi, ci costringerà a pensare al futuro con una progettazione che interesserà tutto il mondo. Sono intervenuti, anche, il segretario regionale dell’UGL, Gaetano Panico, che ha richiamato l’attenzione su una evidente e rilevante occupazione lungo i dieci anni di costruzione del ponte e che, comunque, è importante parlare delle infrastrutture in generale, comprese quelle campane, e il Prof. Domenico Coiro, della Federico II, che ha presentato un progetto per l’energia pulita, che potrà essere realizzato nello Stretto di Messina e che potrà soddisfare una città di oltre 65 mila abitanti. Le conclusioni sono state affidate a Giacomo Francesco Saccomanno, che ha ripreso la questione meridionale ancorandola, anche, alla mancanza di infrastrutture che hanno, nel tempo, creato l’attuale divario, che non è stato superato da nessun intervento straordinario finora messo in atto dai vari Governi, e che potrebbe invertirsi proprio con la realizzazione del ponte e delle opere previste nei 10 anni di costruzione dello stesso, come l’A.V., l’elettrificazione della rete ferroviaria, le autostrade e collegamenti vari, per i quali sono stati previsti, tra Calabria e Sicilia, importanti e rilevantissime risorse. Per la Campania, ha ricordato l’A.V. Napoli-Bari che interessa un impegno di decine di miliardi, e renderà più vicine le regioni suddette. Quindi, il ponte come opera straordinaria che attirerà enormi investimenti che valorizzeranno sia il Sud che l’intera Nazione, che, però, dovranno essere condivisi e sostenuti dai territori per consentire una interconnessione tra le varie comunità. In tale direzione ha lanciato una sfida importante: la macroregione del Sud che potrà ritenersi un momento di rafforzamento del mezzogiorno e una condivisione delle opere e della pianificazione di questi territori. Una sfida che parta dal basso e che, comunque, potrà, finalmente, eliminare i campanilisti ed avere una visione strategica d’insieme con un pensiero grande e una possibile crescita impensabile per l’intero mezzogiorno. Una macroregione che potrà mettere insieme il Sud e potrà farlo crescere e sviluppare con un progetto ampio e con un piano di sviluppo forte e innovativo. Ha moderato brillantemente l’incontro il giornalista Alessandro Sansoni.

Giacomo Francesco Saccomanno    

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