Messaggio del Presidente Meloni alla XVII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia

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Carissimi,
desidero rivolgere il mio saluto al Ministro Tajani, al Segretario Generale Guariglia e a tutti voi Capi Missione, che avete l’onere e l’onore di guidare la rete diplomatica italiana all’estero. Il vostro non è un lavoro come altri. La vostra è una missione, perché avete sulle spalle una doppia responsabilità: rappresentare la Patria nella sede che vi è stata affidata ed essere la voce di un’intera comunità, di una storia, di un’identità, di un popolo.

Un grande patriota come Giuseppe Mazzini diceva che la “Patria è la famiglia del cuore”. La famiglia è la cosa più preziosa che abbiamo, da difendere e proteggere ad ogni costo. A volte non ci piace, spesso vorremmo fosse migliore, ogni tanto ci fa anche arrabbiare, ma non c’è altro posto al mondo dove ci sentiamo veramente a casa. Quel luogo è l’Italia, la nostra famiglia.

Come accade in ogni famiglia, quando si presenta un problema, bisogna capire come risolverlo.

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È necessario fare delle scelte e decidere una strada da percorrere. C’è il rischio di sbagliare? Assolutamente. Nessuno di noi ha in tasca la soluzione ad ogni problema e ogni giorno commettiamo errori. Ma è questo ciò che la nostra missione ci chiede di fare: osare, avere coraggio, gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Se è vero che sulle spalle del Governo ricade la responsabilità di delineare l’indirizzo politico, è altrettanto vero che a voi tocca il compito di declinare concretamente quelle indicazioni ricevute con audacia, determinazione e passione. Trovando, laddove possibile, anche soluzioni innovative e originali. Questo è ciò che i nostri connazionali, in Patria e all’estero, si aspettano da noi ed è nostro dovere dare risposta a questa aspettativa nel nostro impegno quotidiano.

Dobbiamo farlo a maggior ragione nel momento storico che stiamo vivendo, probabilmente tra i più complessi dal Dopoguerra ad oggi. L’Italia e l’Europa sono chiamate ad affrontare sfide sempre più complicate, in un contesto globale attraversato da conflitti e crescente instabilità e caratterizzato da una frammentazione geopolitica e geoeconomica che apre scenari inediti.

Il 19 novembre abbiamo ricordato i mille giorni dell’eroica resistenza ucraina alla guerra di aggressione russa. Continueremo nel nostro convinto sostegno alla legittima difesa dell’Ucraina. Il prossimo luglio l’Italia ospiterà la Conferenza sulla ricostruzione, un importante evento su cui conto sul vostro sostegno.

Anche il Medio Oriente merita una prospettiva nuova di uscita da questa crisi permanente. La tregua in Libano e la caduta del regime di Assad in Siria sono opportunità su cui dobbiamo lavorare, insieme ai nostri partner, per raggiungere una pace giusta e sostenibile in tutta la regione.
L’Italia continuerà ad essere in prima linea per chiedere un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, il rilascio degli ostaggi israeliani e per porre le basi per una soluzione politica duratura, possibile soltanto attraverso una soluzione a due Stati, che garantisca a israeliani e palestinesi sicurezza e mutuo riconoscimento.

A testimonianza di quanto queste riflessioni siano strategiche e necessarie, parleremo di tutto questo anche nel prossimo Consiglio Europeo, in una discussione dedicata al ruolo che l’Europa vuole e deve avere a livello globale, per promuovere i nostri ideali e difendere gli interessi dei nostri cittadini.
È un quadro nuovo, nel quale non esistono più i blocchi omogenei di un tempo e dove l’interdipendenza dei destini tra il Nord e il Sud del mondo deve essere considerata alla base di un nuovo approccio nelle relazioni internazionali. 

Il Piano Mattei per l’Africa costituisce un tassello fondamentale di questo nuovo approccio. Siamo perfettamente consapevoli che l’Italia non arriva certamente per prima nel Continente africano, ma che costituisce una eccezione rispetto a come in questi anni si è concepito il rapporto con le Nazioni africane. La nostra sfida, infatti, non è né quella di replicare modelli paternalistici e calare interventi e progetti dall’alto, né quella di depredare l’Africa delle proprie risorse, ma consentire loro di utilizzarle, per poter vivere di ciò che hanno, con Governi stabili e società prospere.
Il nostro obiettivo è costruire una cooperazione su basi paritaria, vantaggiosa per tutti, fondata sul rispetto reciproco, la concretezza e la condivisione. I nostri partner africani ci chiedono di fare le cose insieme, e di definire insieme obiettivi e tabella di marcia.

È un approccio che i nostri partner hanno dimostrato di apprezzare, e che è nostro compito valorizzare. Il 2025 sarà un anno decisivo, e il Governo affida alla rete diplomatica italiana il compito di sostenere l’accelerazione per la messa a terra del Piano nell’ottica di “europeizzare” e “internazionalizzare” sempre di più il Piano Mattei, rafforzando le sinergie già esistenti con il Global Gateway dell’UE e la Partnership for Global Infrastructure and Investment. E proprio perché crediamo in questo approccio, l’Italia ha concepito tutti gli appuntamenti del suo anno di Presidenza G7 in un formato molto aperto, vivendo lo storico momento della partecipazione del Santo Padre ai lavori del Vertice dei Leader e costruendo una sessione di outreach tra le più rappresentative di sempre, che ha coinvolto tutti i Continenti, il G20, l’Unione Africana, le Istituzioni economiche-finanziarie e le Banche multilaterali di sviluppo.
C’è chi strumentalmente dipinge l’Occidente come una fortezza chiusa, autoreferenziale e indifferente alle istanze che arrivano dal Sud Globale. Sono orgogliosa che l’Italia abbia contribuito a dimostrare che questa narrazione è falsa, e che il G7 è un’offerta di valori che si apre al mondo e vuole costruire sviluppo e crescita condivisi.

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Credo che questa sia una delle eredità più significative della Presidenza italiana del G7, e desidero ringraziare ancora una volta i Ministri, i diplomatici e i funzionari che hanno lavorato senza sosta per raggiungere questo obiettivo e gli altri che ci eravamo posti.
È nostro compito dare continuità a questo percorso. Intendiamo, per questo, dedicare nel 2025 una delle direttrici prioritarie della politica estera italiana allo sviluppo di un rinnovato legame con il Sud Globale. In questi due anni abbiamo rafforzato le nostre tradizionali alleanze, ma abbiamo anche aperto canali di confronto con partner con i quali prima si parlava poco o con cui i rapporti erano meno intensi. E questo è un grande valore aggiunto, che permette all’Italia di diversificare la sua proiezione geopolitica e geoeconomica.

Alla nuova relazione con il Continente africano e con l’India, dobbiamo saper affiancare nel 2025 un rinnovato rapporto con l’America Latina, alla quale l’Italia e l’Europa sono unite da profondissimi legami storici e culturali, alimentati quotidianamente dalla fortissima presenza di connazionali e italo-discendenti. Anche a questo scopo, si è già avviato il lavoro per concludere nei prossimi mesi con Argentina e Brasile dei nuovi Piani d’azione per il rafforzamento del partneriato strategico. 

Nei prossimi giorni parteciperò al Vertice UE-Balcani occidentali. Grazie al lavoro compiuto assieme, l’adesione all’Unione europea delle Nazioni dei Balcani occidentali è un tema di nuovo prioritario nell’agenda di Bruxelles. Dobbiamo continuare a lavorare per questo obiettivo perché, come ho più volte ribadito, il loro ingresso nell’Unione sancirebbe finalmente il completamento della riunificazione dell’Europa. 

Carissimi, ci aspetta, dunque, un anno molto impegnativo. Tutto intorno a noi sembra cambiare, e le poche certezze che pensavamo di avere non sono più tali. L’Italia deve dimostrare di essere all’altezza del compito che la storia ci ha assegnato. Dimostrarlo ai cittadini che governiamo, ai nostri connazionali che vivono in ogni parte del mondo, ai nostri figli e nipoti che erediteranno la Nazione. 

Ogni nostra azione, ogni vostra azione, può fare la differenza. Affrontare i problemi piuttosto che rinviarli, avanzare piuttosto che indietreggiare, preferire ciò che è giusto a ciò che è utile, questo è il nostro compito, difficile ma necessario. Noi faremo la nostra parte, e sono certa che voi non sarete da meno. 

Vi ringrazio.



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