Presentata oggi a Parma la settima edizione dello studio annuale ideato da Roberta Garibaldi e realizzato da Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico. Il Rapporto 2024 ha posto l’accento sulle azioni necessarie per trasformare un business già consolidato in uno strumento strategico nazionale per lo sviluppo armonico del territorio, rivitalizzando i borghi e le aree rurali. “Urgono modifiche normative, investimenti pubblici per infrastrutture e centri museali, formazione e comunicazione dedicate, innovazione tecnologica, un nuovo modello di governance”, ha affermato Garibaldi
L’Emilia-Romagna segue la Toscana nella classifica delle mete visitate nei più recenti viaggi enogastronomici degli italiani, con il 30,8% delle preferenze. Guardando alle intenzioni future di viaggio, il balzo in un solo anno è importante: se nel 2023 il 16% dei turisti italiani l’aveva indicata come destinazione, nel 2024 siamo al 25,6% segnando +9,6%.
Se in generale nel comparto turistico post Covid si evidenziano, in particolare tra i turisti italiani, i primi segnali di flessione, c’è una specifica categoria che continua a crescere e lo fa a doppia cifra: si tratta del turismo enogastronomico. A evidenziarlo è il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, presentato stamane a Parma. Questa nuova edizione, la settima nella storia del Rapporto, è stata curata come di consueto da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, con il supporto di Visit Emilia e Valdichiana Living, il patrocinio di Federturismo, Fondazione Qualivita, Iter Vitis Les Chemins de la vigne en Europe, e la collaborazione dell’Università degli studi di Bergamo, Economics Living Lab e TheFork. Hanno introdotto i lavori Dario Nardella, membro della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale dell’Unione Europea ed Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca e del Ministro dell’Ambiente.
I dati del Rapporto certificano che si è ulteriormente consolidato il legame tra gli italiani e il viaggio alla ricerca di cibo, vino, olio e tutte le altre tipicità agroalimentari del territorio italiano. Il 70% degli intervistati dichiara infatti di aver svolto almeno una vacanza negli ultimi tre anni con questa motivazione primaria: le risposte evidenziano un +12% sul 2023 e +49% sul 2016. E mentre il turismo domestico generalista ha segnato un calo nel corso dell’ultima stagione estiva, quello enogastronomico non ha deluso, anzi: c’è un ampio bacino di domanda, stimato in 14,5 milioni di potenziali turisti del gusto, che opta prevalentemente per mete domestiche (64%). La destinazione preferita tra gli italiani, sia per i viaggi passati (39,3%) che per quelli futuri (33,9%), è la Toscana; a seguire troviamo Emilia-Romagna e Puglia, che s’invertono nell’ordine se consideriamo le intenzioni di viaggio.
Come nei semestri passati, l’enogastronomia si conferma fra le esperienze più desiderate anche per i turisti europei: il 15,3% della popolazione del Vecchio Continente (circa 20,6 milioni di potenziali turisti) ha intenzione di affrontarle nei viaggi in programma per questa stagione invernale, a prescindere dalla tipologia di viaggio (mare, city break, culturali e outdoor). Ed è alto anche l’interesse per le mete e le attrazioni a tema cibo dei mercati long-haul: in particolare svettano le destinazioni del Far East (Giappone, Corea del Sud, Cina) e il Brasile.
Il commento del presidente della Provincia, Alessandro Fadda
“La nostra Provincia – dichiara il presidente Alessandro Fadda – può offrire una rete di musei di primissimo livello, come i Musei del Cibo, in grado di attrarre, nel solo 2024, oltre 30mila visitatori. Sono luoghi che accolgono il turista e lo accompagnano nella scoperta di eccellenze uniche come il Parmigiano Reggiano, il prosciutto di Parma, il culatello, il salame Felino, i vini dei Colli, la pasta, il pomodoro, il fungo porcino di Borgotaro ed il tartufo di Fragno. Come Provincia crediamo in forme di turismo sostenibile che affiancano alla conoscenza delle prelibatezze enogastronomiche anche la valorizzazione dei luoghi della cultura e della natura tramite percorsi ciclabili. L’obiettivo è quello di mettere in rete tutti i comuni del Parmense affinché ciascuno possa far emergere le proprie peculiarità”.
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