La «robotica estrema» di Fluid Wire Robotics decolla con i finanziamenti: 1,2 milioni per il braccio cibernetico

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Laura Magna

Dalla scuola Superiore Sant’anna di Pisa ai robot per zone sismiche, radioattive e alluvionate: la startup toscana chiude un round da 1,2 milioni di euro con il sostegno di Deep Ocean Capital

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Progetta e produce robot capaci di lavorare in ambienti estremi, tra cui zone radioattive, atmosfere esplosive, spazi subacquei e il vuoto spaziale. Fluid Wire Robotics nata come spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha appena concluso il round da 1,2 milioni di euro con l’apporto cruciale di Deep Blue Ventures (DBV), il fondo di Venture Capital specializzato in tecnologie Deep Tech e gestito da Deep Ocean Capital SGR SpA.
L’investimento rappresenta la seconda fase di un round guidato dal lead investor RoboIT, e Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per la Robotica e l’Automazione Industriale, nato su iniziativa di CDP Venture Capital, con la partecipazione di Scientifica Venture Capital e Pariter Robotics.

Cos’è e cosa fa Fluid Wire Robotics

«Il round appena concluso ci permette di accelerare i nostri obiettivi tecnologici e di espandere la nostra presenza nei mercati più strategici», dice Marco Bolignari, ceo e co-founder della startup.
Nata come spin-off accademico della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Fluid Wire Robotics rappresenta un’eccellenza italiana nel trasferimento tecnologico. La startup opera in un mercato che, secondo le stime, potrebbe passare dai 42,2 miliardi di euro del 2022 a 95,5 miliardi globalmente entro il 2028. E ha sviluppato un braccio manipolatore modulare ed elettrico, capace di operare in qualsiasi condizione estrema




















































Il braccio robotico

La tecnologia proprietaria di Fluid Wire Robotics ridefinisce gli standard di affidabilità, eliminando i rischi legati alla presenza di componenti sensibili, come motori e sensori, all’interno del braccio robotico. Questi elementi, tradizionalmente incompatibili con gli ambienti ostili, sono posizionati in un’unità esterna e dunque protetti da condizioni ambientali aggressive.
L’innovativo design del braccio robotico permette di ottenere una struttura «vuota», priva di elementi soggetti a surriscaldamento, radiazioni o che possano causare esplosioni, garantendo un’affidabilità senza precedenti. 
La trasmissione della potenza dalla scatola al braccio avviene mediante un sistema idrostatico proprietario, il «Fluid Wires», che consente di ottenere delle performance molto elevate in termini di destrezza e accuratezza del controllo delle forze scambiate con l’ambiente circostante.
«Questo progetto dimostra come l’ingegno italiano, sostenuto da partnership mirate, possa affermarsi come leader nell’automazione globale e contribuire a ridefinire il futuro della robotica in settori fondamentali per la crescita economica e tecnologica del Paese», così Paolo Cellini, Key Man Responsabile dell’Investimento e Member of Board di Deep Ocean Capital SGR.

Il ruolo di Deep Blue Ventures

«Fluid Wire Robotics combina affidabilità e modularità in un settore di frontiera come la robotica avanzata», dice Emilia Garito, ceo di Deep Ocean Capital. «Siamo orgogliosi di supportare un progetto che non solo rappresenta l’ingegno italiano, ma che contribuisce anche a ridefinire il futuro dell’automazione a livello globale».
Deep Blue Ventures è il fondo di Venture Capital dedicato alle tecnologie deep-tech, nato nel 2023 con una dotazione iniziale di 40,8 milioni di euro. Fluid Wire Robotics rappresenta il sesto investimento dalla fondazione e in programma ce ne sono altri quattro entro il primo semestre 2025. Tra i suoi investitori figurano il Fondo Europeo per gli Investimenti, Leonardo, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Istituto Italiano di Tecnologia. L’investimento in Fluid Wire Robotics rappresenta il sesto progetto del fondo, che punta a sostenere le eccellenze italiane nei settori aerospaziale, sanitario e della sostenibilità.
Il deep tech (o tecnologia profonda) si riferisce a un insieme di tecnologie altamente innovative basate su scoperte scientifiche o ingegneristiche significative, che mirano a risolvere problemi complessi e globali in vari settori, come energia, salute, robotica, intelligenza artificiale, aerospazio e sostenibilità, creando un impatto a lungo termine.

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17 dicembre 2024

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