Il decreto Ambiente è legge. Le novità su Via, rifiuti, giacimenti, rinnovabili eccetera

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I temi principali riguardano le valutazioni ambientali, la promozione delle fonti rinnovabili d’energia, la lotta contro il dissesto idrogeologico, il riciclo dei rifiuti, lo sfruttamento dei giacimenti. Per il fotovoltaico arriva la certificazione obbligatoria della disponibilità dei terreni. Le acque depurate potranno essere usate per irrigare le colture

La Camera ha approvato la conversione in legge del decreto Ambiente con 141 voti favorevoli, 81 contrari e tre astenuti. Il testo è identico a quello approvato al Senato e licenziato dalla Commissione; ora è ufficialmente legge. La legge è passata con la fiducia: è il 75° ricorso alla fiducia del governo Meloni. Il testo modifica e aggiorna il Testo Unico sull’Ambiente del 2006 con disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di disinquinamento di siti contaminati e dissesto idrogeologico. È abrogato il Pitesai, piano delle aree idonee.
 
Valutazioni ambientali
Dovrà essere emanato un decreto attuativo del ministro dell’ambiente, da adottare di concerto con il ministro della cultura e con il ministro delle infrastrutture e trasporti per definire i progetti strategici per il raggiungimento degli obiettivi del Pniec da considerarsi prioritari in sede di valutazione ambientale, indicando una serie di progetti da considerare prioritari nelle more della sua adozione. In particolare è istituita una corsia preferenziale per i progetti del valore di oltre 25 milioni di euro che contribuiscono agli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima), per gli impianti di accumulo idroelettrico mediante pompaggio, per stoccaggio, cattura e trasporto di CO2, per la conversione industriale in bioraffinerie, per i nuovi impianti idroelettrici fino a 10 MW di potenza.
La verifica di assoggettabilità è condizionata alla Via per i progetti di competenza statale e per quelli di competenza regionale, a quanto disposto dal decreto legislativo recante disciplina in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Il rilascio dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) spetta al competente direttore generale del ministero dell’ambiente.
È prorogato dal 30 giugno 2024 al 30 giugno 2026 il termine per lo svolgimento in videoconferenza dei compiti istruttori svolti dai Commissari nell’ambito delle Sottocommissioni e dei Gruppi istruttori; la struttura di aiuto della Commissione tecnica Via-Vas, composta da quattro carabinieri esperti in materia ambientale, opera anche come struttura di affiancamento della Commissione tecnica Pnrr-Pniec. La durata di questa struttura viene svincolata dal rinnovo della Commissione tecnica Via Vas. Entrambe le Commissioni possono avvalersi anche di quattro unità di personale della Finanza.
 
Rinnovabili
Vengono adeguate le verifiche dei progetti sottoposti a Via ai criteri stabiliti dal Testo Unico Rinnovabili, sia a livello statale che regionale.
È prevista la certificazione di disponibilità dei terreni: i progetti di energia rinnovabile dovranno allegare una dichiarazione che certifichi la disponibilità legale del terreno. Viene data priorità a progetti di idrogeno verde, fotovoltaico e eolico di grandi dimensioni, compresi impianti agrivoltaici superiori a 50 MW e impianti eolici terrestri superiori a 70 MW.
 
Dissesto
Ai commissari contro gli eventi da dissesto idrogeologico – in genere i presidenti delle Regioni colpite – sono assegnati maggiori poteri, tra i quali l’impegno al riutilizzo delle acque reflue urbane; le banche dati sulla tutela del territorio saranno collegate e integrate fra loro. Sono introdotte norme per la manutenzione del paesaggio urbano e rurale. È previsto l’obbligo per i Comuni di mappare le aree a rischio e pianificare interventi specifici.
Per la manutenzione dei bacini idrografici è previsto un piano dedicato a fiumi e torrenti per mitigare i rischi idrogeologici. Il Fondo per la mitigazione del rischio finanzierà interventi in aree soggette a frane e alluvioni. Saranno revocati i fondi assegnati in caso di inadempienza nei lavori.
 
Riciclo
Viene promosso il riutilizzo delle acque reflue raffinate, che possono essere usate per irrigare. Sono previste alcune semplificazioni per le imprese; il legale rappresentante di un’impresa può assumere direttamente il ruolo di responsabile tecnico per la gestione dei rifiuti, senza necessità di verifiche iniziali o aggiornamenti, se ha ricoperto questo incarico per almeno tre anni consecutivi nella stessa azienda.
 
Giacimenti
È abrogato il Pitesai, il piano regolatore voluto dai Cinquestelle durante il governo Conte1 per bloccare l’estrazione di idrocarburi dai giacimenti. Viene confermato il divieto di nuovi permessi di ricerca ed estrazione di gas e petrolio ma per i permessi già rilasciati già esistenti si riduce la distanza minima dalle coste che da 12 miglia (22 chilometri) si abbassa a 9 miglia (17 chilometri).
Viene concessa una deroga per il gas naturale, per giacimenti con almeno 500 milioni di metri cubi di gas, se la richiesta è stata presentata prima dell’entrata in vigore del decreto. Sono confermati i permessi legati alla fornitura calmierata di metano per le aziende energivore (il “gas release”).
 
Acquedotti
Dal testo è saltato un emendamento presentato da Forza Italia. Il dibattito è stato molto animato. L’emendamento a firma del senatore Adriano Paroli, poi ritirato, prevedeva la possibilità di ingresso di capitali privati nelle società in house che gestiscono i servizi idrici, con una quota massima del 20%. Il Governo ha annunciato che lo riproporrà nella manovra 2025.
 
I commenti
“L’approvazione del decreto Ambiente è un risultato importante per il Paese, nella direzione di semplificare e razionalizzare settori decisivi per la nostra economia”, commenta il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto . “La corsia veloce per i progetti strategici sulle rinnovabili, ma anche gli interventi puntuali per l’operatività nel campo delle bonifiche, della risorsa idrica e dell’economia circolare, possono contribuire a nuove condizioni ambientali ed energetiche, in linea con i nostri obiettivi europei”.

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