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Una platea diversificata, quella che il 10 dicembre scorso ha riempito l’Aula Magna dell’Università Bocconi di Milano per l’inaugurazione dell’ultimo progetto voluto dalla società di consulenza energetica K2E, leader in Italia nel settore: il lancio di Entracap – Energy Transition Capital, piattaforma innovativa che connette idee, capitale e competenze.

“Un evento che abbiamo organizzato per due motivi” sottolinea Orazio Privitera, AD di K2E. “Uno, che riguarda la realizzazione di impianti storage cosiddetti utility-scale. Siamo arrivati a un punto di maturazione tale da richiedere di fare qualche passo in più”. E secondo: “presentare questa nuova piattaforma industriale. Una piattaforma multidisciplinare che mette insieme competenze di diversa estrazione per rispondere a un’esigenza: quella di abilitare una serie di investimenti che richiedono conoscenza approfondita, non solo della parte tecnologica, della gestione del rischio e della parte finanziaria, ma anche per coniugare il tutto attraverso una sintesi”.

L’idea alla base di Entracap è appunto questo: una sintesi multidisciplinare. La sfida è andare oltre il percorso noto e creare le condizioni per la realizzazione di impianti rinnovabili e sistemi di accumulo destinati ai consumatori finali industriali.

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Dalle parole ai fatti

Nel 2019 veniva lanciato l’European Green Deal. La transizione energetica era ancora, nei fatti, a uno stadio iniziale. Ma il mercato dell’energia è sempre stato in transizione, ovunque. Per gli addetti ai lavori, il cammino dal 2019 ad oggi ha visto un impegno concreto su modelli di rete, di mercato, di business case specifici. E ha portato a una consapevolezza: oggi, per il settore dello storage, è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Ci sono le condizioni tecnologiche e di mercato per implementare un sistema di rinnovabili a uso dei consumatori finali.

La ricetta, però, funziona se gli ingredienti sono dosati nel modo giusto. “Cerchiamo di capire perché oggi stiamo attraversando una congiuntura favorevole che cinque anni fa non era ancora immaginabile”, esordisce Luigi Michi, senior advisor di K2E.

Europa, anno 2023. Sistema elettrico in profonda evoluzione. Il mix della produzione elettrica è di circa 2.5 mld di KWh. Il nucleare è la prima risorsa; subito dopo, l’eolico. Da soli, producono 1 mld di KWh. Nucleare ed eolico hanno spostato il mix. Nucleare ed eolico sono un ossimoro, perché uno ha un profilo piatto e l’altro un profilo imprevedibile, ma l’esigenza imprescindibile è quella di gestire la flessibilità. La presa d’atto è che ormai la transizione sta andando avanti.

Sistema Elettrico In EvoluzioneSistema Elettrico In Evoluzione

Gli obiettivi sono noti: essere carbon neutral al 2050 e arrivare al 2030 con un target sfidante, e cioè installare – stando alle ultime indicazioni di Terna – una capacità rinnovabile di 70.000 MW rispetto al 2019. Le azioni già fatte in Italia portano inevitabilmente a una struttura di mix centrato sulle rinnovabili, con possibili effetti di “over generation”.  Ci aspetta una nuova accelerazione delle rinnovabili, anche alla luce degli effetti che il decreto FER-X potrà apportare, ma di strada ne è già stata fatta: i 49 GW di capacità installata ad oggi, fino a sei anni fa erano solo 35.

L’importanza di programmare le risorse

Il viaggio della transizione energetica verso un nuovo mix produttivo è un viaggio che richiede il lavoro di più discipline messe insieme. “Non lo possono fare solo gli ingegneri. Non lo possono fare gli economisti. Non lo possono fare gli avvocati, o i fiscalisti. Ma loro, tutti insieme, sì”, commenta Luigi Michi durante il suo intervento.  Poi chiarisce: “Se noi al 2030 vogliamo posizionarci in un punto che vede una forte presenza di rinnovabili e una robusta presenza di fossili – intendiamo il gas, perché il carbone l’anno prossimo chiude – allora vediamo che già ci troviamo davanti a un approccio nuovo: gas, storage e risorse programmabili, che aiutano la transizione”.

Il sistema energetico si era finora basato su un assunto gerarchico infallibile, una rete a gestione lineare: produzione, trasmissione, distribuzione, consumo. Adesso le risorse non vengono più solo dall’alto, ma arrivano anche dal basso: sulla rete di distribuzione si inietta un tipo di produzione che è anche piccolo, diffuso, sparso. La rete dovrà funzionare in un modo capillare e multi distribuito. “Siamo pronti? Sì, ma solo se saremo in grado di consentire lo stesso livello di resilienza a cui siamo abituati, garantito dalle grandi risorse. E’ questo il succo della transizione energetica: cambiare le risorse, sostituendole con risorse decarbonizzate, ma conservare la stessa adeguatezza, qualità e sicurezza del sistema”, conclude il senior advisor di K2E.

C’è un elemento che chiarisce molto bene il concetto; ed è il fabbisogno residuo, cioè la domanda al netto delle rinnovabili. Se si prende il fabbisogno di una giornata e si immagina che il fotovoltaico vada a coprire parzialmente quel fabbisogno, allora il gap dovrà essere colmato con altre risorse. Siamo davanti a quella che gli americani chiamano una canyon curve: una curva che tutte le risorse devono contribuire a coprire. Se il fotovoltaico ci abbandona? Se l’eolico non c’è? Ci si trova a colmare una curva con un gradiente molto ripido. In altri termini, migliaia di MWh. E l’unico modo per farlo è tramite risorse programmabili. La ricetta giusta per la transizione energetica deve quindi prevedere la concomitanza di quattro ingredienti:

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  • lavorare sulle reti
  • lavorare sulle rinnovabili
  • lavorare sullo storage
  • lavorare sugli impianti programmabili diversi dallo storage, assicurando che questi possano consentire una transizione adeguatamente armonizzata a tutto il sistema.

Alla rete, ci pensa il gestore di rete. Ma la rete deve inseguire le rinnovabili, difficilmente riesce ad anticipare. E le rinnovabili crescono. Crescono a un ritmo importante.

Il valore della transizione

La capacità di previsione del sistema elettrico deve contare su risorse programmabili a lungo termine. Come? Ad esempio, aiutata dai bandi per i sistemi di accumulo.   Ma c’è ancora un salto enorme da fare per arrivare a quei 70.000 MW stabiliti da Terna, il che comporta un gigantesco sforzo di investimento. Il conto elettrico della transizione al 2030 è di circa 130 miliardi di euro in investimenti, di cui 70 destinati alle rinnovabili; 37 ai piani che Terna dovrà sviluppare sulla rete; 20 miliardi riguardano lo storage, e sono affidati ad iniziative importanti.

Il Valore Della TransizioneIl Valore Della Transizione

Oggi, rispetto a sei anni fa, le cose sono cambiate. Esistono dispositivi istituzionali chiave per l’accelerazione, che introducono un elemento nuovo: spazzano via le componenti di incertezza e propongono un rischio controparte molto più gestibile, che è quello dei contratti con Terna. Questo il motivo per cui, a parere di K2E, non si può fallire questa congiuntura. Perché, se è vero che gli ingredienti vanno mescolati in maniera sapiente e che le complessità dei sistemi di accumulo sono molte, è anche vero che gli strumenti a disposizione cominciano ad esserci.

Come per tutte le risorse programmabili, si ha a che fare con un sistema complesso: la batteria deve intuire predittivamente qual è il suo stato di carica in quel momento, è un oggetto capital intensive, è soggetto a deterioramento, perde rendimento nel tempo.  E in ballo ci sono 20 miliardi di euro.

Un nuovo paradigma per rispondere alle sfide

La transizione impone nuovi modelli di investimento, che richiedono specifiche competenze industriali. Fino ad oggi queste competenze sono state appannaggio dei technology provider e delle grandi utility. Il progetto Entracap, nato come costola di K2E, nasce invece per creare la prima piattaforma a 360° interamente dedicata alla transizione energetica. Aggrega i più grandi esperti italiani e internazionali nei settori delle rinnovabili, dello stoccaggio di energia e dell’energy management. Affronta i temi legati ai sistemi di accumulo e agli impianti rinnovabili a servizio dei clienti finali. La chiave è un approccio multidisciplinare tramite un percorso articolato in tappe, dalla selezione del sito alla contrattualistica. È uno strumento che si articola in tre dimensioni:

  1. Investment Platform: un’azione al servizio di fondi di investimento che permette di integrare le competenze necessarie a realizzare gli asset della transizione energetica, minimizzando i rischi e massimizzando i rendimenti. Il braccio operativo è Entracap Fund, un fondo di investimento regolato da Castello SGR, società di gestione del risparmio che investe in Italia nella realizzazione di fonti rinnovabili e sistemi di accumulo.
  2. Industrial Platform: supporta i clienti nello sviluppo e realizzazione di asset per la transizione energetica, dalle fonti rinnovabili ai sistemi di accumulo, passando per le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici. Queste operazioni sono gestite da Entracap Stora, la prima iniziativa del suo genere ad accompagnare i clienti che vogliono investire in sistemi di accumulo, dalla selezione della pipeline all’energy management dell’impianto.
  3. Venture Building Platform: accompagna i player industriali nelle grandi sfide strategiche e finanziarie legate allo sviluppo di tecnologie per la transizione. Lo strumento è Entracap Building, dedicato allo sviluppo di piani industriali e all’ideazione di roadmap tecnologiche. Non ultime, la messa a terra di business model e la formazione di team tecnologici.

Entracap è una piattaforma che si propone di cambiare il paradigma degli investimenti all’interno della transizione energetica. La complessità del mondo storage è profondamente diversa dal mondo delle rinnovabili. Chi ha investito nel mondo delle rinnovabili è stato abituato ad avere l’autopilota. Era un mondo piuttosto semplice, in cui tutte le logiche erano standardizzate. Ma il mondo dello storage è molto più complicato e quindi potrebbe far paura. Ma la paura non ha senso nella misura in cui si domina la materia. Per questo motivo Entracap nasce con il ruolo di co-pilot per tutti coloro che vogliono investire nella transizione energetica, al fine di estrarre il massimo valore”, ha spiegato Carlo Alberto Guglielminotti, partner di Entracap, a chiusura dell’evento.

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Molti gli specialisti coinvolti nell’iniziativa, intervenuti in aula: Pietro Bracco, consulente tributario di &Partners.it; Virginia Canazza, docente di energy market all’Università di Pavia; Francesca Egidi, partner di K2E; Cristina Martorana, avvocato di diritto ambientale e partner dello studio legale Legance; Lorenzo Parola, fondatore dello studio Parola Associati, tra i maggiori esperti di diritto dell’energia in Italia; Daniele Rosati, partner di Entracap, il più grosso esperto di storage in Italia.

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