Scade oggi, lunedì 16 dicembre, il termine per il saldo Imu 2024, che dovrà essere versato dai proprietari di circa 12 milioni di immobili, tra cui seconde case, locali commerciali, uffici e terreni agricoli ed edificabili. Si tratta dell’ultimo adempimento prima dell’adozione delle nuove modalità di calcolo delle aliquote, che entreranno in vigore il prossimo anno.
Oggi, lunedì 16 dicembre, scade il termine per il saldo Imu 2024, che dovrà essere pagato dai proprietari di circa 12 milioni di immobili, tra cui seconde case, negozi, uffici, terreni agricoli ed edificabili.
Questo sarà l’ultimo pagamento prima dell’introduzione alle nuove modalità di determinazione delle aliquote, che entreranno in vigore nel 2025. Il decreto del Ministero dell’Economia sull’Imu, pubblicato il 18 settembre, ha infatti introdotto nuove categorie che i Comuni potranno utilizzare per stabilire le aliquote dell’IMU a partire dal prossimo anno.
Chi deve pagare la seconda rata Imu 2024 entro oggi
Il saldo Imu 2024 deve essere pagato dal proprietario dell’immobile, ma anche da chi ha diritti su di esso, come l’usufruttuario, chi ha il diritto d’uso, il genitore che ha la casa familiare per decisione del giudice, il concessionario per le aree demaniali e il locatario per gli immobili in affitto. L’Imu riguarda principalmente le seconde case, i negozi, gli uffici e i terreni agricoli ed edificabili. Le prime case sono esenti, tranne quelle di lusso (come le ville o case di pregio, classificate nelle categorie A/1, A/8 e A/9), che devono pagare l’imposta. Per essere considerata abitazione principale e quindi beneficiare di agevolazioni fiscali, l’immobile dovrà essere il luogo di residenza anagrafica e di dimora abituale del proprietario. Il requisito della dimora abituale serve a prevenire frodi, come l’utilizzo di una residenza anagrafica fittizia per ottenere l’esenzione, ad esempio, registrando come abitazione principale una villa al mare o in montagna.
Come si calcola e come fare il versamento della seconda rata imu 2024
Per calcolare il saldo dell’Imu 2024, si parte dalla rendita catastale dell’immobile, la si rivaluta del 5%, quindi la si moltiplica per il coefficiente specifico dell’immobile, e si applica l’aliquota stabilita dal Comune. Dalla somma ottenuta si sottrae l’acconto già versato in precedenza a giugno.
Cosa cambia per i coniugi con case separate
Un aspetto importante riguarda i coniugi che risiedono in case separate. Una recente sentenza della Corte costituzionale ha stabilito che, se i coniugi (o altri familiari) risiedono in abitazioni diverse, ogni immobile potrà beneficiare dell’agevolazione fiscale e non deve pagare l’Imu. Questo vuol dire che anche se risiedono nello stesso Comune o in Comuni diversi, ciascuna abitazione può essere considerata “principale” ai fini dell’Imu.
Come calcolare l’Imu sulle aree edificabili
Calcolare l’Imu sulle aree edificabili è più complesso, poiché si basa sulle valutazioni di mercato dell’area al 1 gennaio dell’anno di imposta. Dal momento che questo valore dipende da valutazioni soggettive, spesso vi sono divergenze tra quanto calcolato dal contribuente e quanto richiesto dal Comune. Per controllare che ciascun terreno paghi correttamente l’Imu, i Comuni infatti stabiliscono dei valori di riferimento per queste aree, considerati presunzioni semplici, cioè il contribuente che vuole contestarli, deve fornire prove concrete per farlo.
È importante prestare attenzione anche agli obblighi dichiarativi per poter usufruire di alcune agevolazioni, come nel caso di beni merce e delle abitazioni per il personale delle forze armate. Se non vengono rispettati si perde automaticamente il diritto alle agevolazioni.
Come i Comuni decidono le nuove aliquote Imu
Dal 2025, i Comuni potranno usare solo 128 categorie per calcolare l’IMU, invece delle oltre 200.000 attuali.
Questo renderà il calcolo più semplice e ridurrà le differenze tra i Comuni nelle aliquote.
Le regole complesse dell’Imu hanno creato differenze anche piccole tra gli immobili, che cambiavano da un Comune all’altro. Anche se il nuovo decreto non eliminerà del tutto queste differenze, l’obiettivo è di diminuirle.
A partire dal 1° gennaio 2025, quindi, i circa 8.000 Comuni italiani dovranno inviare al Ministero dell’Economia le nuove aliquote e detrazioni IMU tramite il portale del Federalismo fiscale. Ogni Comune dovrà così esaminare il nuovo decreto, capire come influenzerà il proprio territorio e approvare nuove delibere. Se non lo faranno, si applicheranno le aliquote standard, con un risparmio per i cittadini, ma anche minori entrate per i Comuni.
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