Amaco, scaduto il termine per il fitto di ramo d’azienda. Consorzio Autolinee ci riprova

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COSENZA È scaduto alle 13 di oggi il termine per presentare le domande relative al bando ter per il fitto del ramo d’azienda di Amaco: ad agosto il primo avviso andò deserto mentre al secondo arrivò l’offerta del Consorzio Autolinee Cosenza (adesso di nuovo della partita) ritenuta allora inammissibile dalla curatela. Entro la fine di questa settimana si dovrebbe sapere l’esito, ma sulla vicenda grava anche la richiesta di Ernesto Ferraro – presidente del consorzio CoMeTra cui la Regione ha affidato la gestione dell’impasse – di sospendere il bando stesso: richiesta avanzata tramite pec inviata al curatore fallimentare dell’Amaco, Fernando Caldiero.
Dal curatore non è giunta ancora alcuna comunicazione ma, da notizie informali che filtrano dai sindacati e che saranno eventualmente ufficializzate entro le prossime 24 ore, pare che il bando non sia stato sospeso e che sia confermata la partecipazione di un soggetto: quasi sicuramente si tratterebbe di nuovo del Consorzio Autolinee.   

L’ultimo incontro

La vicenda aveva registrato una accelerazione mercoledì scorso, quando nella cittadella regionale era stato convocato un incontro presieduto dall’assessore Gianluca Gallo per affrontare tutti gli aspetti relativi alla qualità e regolarità del servizio di Tpl urbano della Città di Cosenza: alla presenza dell’assessore comunale ai Trasporti Damiano Covelli, del dirigente del Settore Trasporti della Regione Calabria (Pavone), del presidente del Consorzio CoMeTra (Ferraro), i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl e UilTrasporti hanno discusso della programmazione e della gestione dei servizi nonché sulla possibilità di realizzare i necessari investimenti propedeutici allo sviluppo di una nuova organizzazione dei trasporti che possa rappresentare il futuro del Tpl urbano che la città di Cosenza merita. All’incontro era assente il liquidatore giudiziario di Amaco (Caldiero), benché menzionato tra i presenti al tavolo, almeno nel comunicato diramato ai media la mattina di giovedì dal Consorzio.
«Atteso che la società Amaco fa parte del Consorzio CoMeTra si è ritenuto, in questa prima fase, di affidare al Consorzio stesso l’incarico di valutare le azioni eventualmente attivabili da subito per garantire il regolare svolgimento del servizio contrattualmente previsto, l’attuazione del piano d’investimento in corso – in particolare per quanto attiene il rinnovo del parco autobus – in una prospettiva di sostenibilità economica atta a consentire importanti futuri sviluppi».
Il presidente di CoMeTra aveva garantito che «da subito procederà a verificare la fattibilità di quanto ipotizzato – effettuando nell’immediato i passaggi formali del caso – e  ha assunto l’impegno di fornire in tempi rapidi all’assessore Gallo gli elementi utili per le successive determinazioni»; qualche ora dopo, l’invio della pec che è apparsa a molti come una retromarcia.

Una vertenza estenuante

Su Amaco – che continua a operare da mesi in regime di proroga (ultima scadenza 31 gennaio 2025) – continuano intanto gli appelli dei sindacati: da ultimo proprio oggi la Cisl ha fatto sapere che «l’obiettivo è difendere l’intero perimetro occupazionale e garantire una prospettiva certa, unico modo per migliorare i servizi di trasporto pubblico locale». Due mesi fa, il segretario della Cgil Massimiliano Ianni aveva dichiarato al Corriere della Calabria che «la situazione è in alto mare, purtroppo lo abbiamo denunciato una settimana fa. Ci pare che ci sia un abbandono del servizio pubblico locale. In riferimento ad Amaco ci sono 122 lavoratori che aspettano delle risposte. La nostra preoccupazione è che si vada alla privatizzazione di un servizio che noi riteniamo debba rimanere assolutamente pubblico».
E non mancano le schermaglie politiche, dopo che il caso Amaco nei mesi scorsi è approdato anche in Consiglio comunale: di recente i consiglieri di maggioranza hanno replicato ad alcune dichiarazioni dell’ex sindaco Mario Occhiuto, il quale aveva sostenuto «che il fallimento non è ascrivibile alla sua amministrazione. Una richiesta di fallimento presentata dalla Procura ed un fallimento dichiarato nel 2022 non possono certamente essere ascritti a una gestione riferita alla amministrazione di Franz Caruso, insediatasi a fine 2021. E’ una offesa all’intelligenza dei cittadini. L’Amaco non può tecnicamente che essere fallita a causa di una gestione riguardante i 10 anni precedenti al fallimento, tutti governati da espressioni dirette di Mario Occhiuto. Risibile anche il richiamo al servizio per Unical che voleva imporre Occhiuto ad Amaco e bloccata sul nascere perché in palese violazione con le norme e le procedure in atto per il Trasporto Pubblico Locale. Piuttosto – aggiungevano i consiglieri di maggioranza – proprio le forzature di Occhiuto su Amaco, compresi i servizi assurdi fatti fare all’azienda senza coperture finanziarie, sono probabilmente causa primaria del fallimento. Nondimeno è risibile anche il richiamo di Occhiuto a bilanci di Amaco atteso che la valutazione sullo stato di salute di una società si basa su una pluralità di fattori. Uno di quello è la valutazione sulla esigibilità dei crediti iscritti in bilancio». (euf)

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