Il trekking urbano dedicato al torrente Ravone è stato molto partecipato. Molte le curiosità dei camminatori e una domanda: come risolvere la situazione?
Centinaia di persone hanno camminato lungo le sponde del Ravone partecipando al trekking urbano dal titolo “Il Ravone Rampante” domenica scorsa il 15 di novembre. L’iniziativa vede tra i promotori la piattaforma Plat, Piattaforma di intervento sociale che si occupa di varie tematiche tra cui quella ambientale e Bologna for Climate Justice, collettivo di cittadini e cittadine a difesa del territorio e in lotta contro la crisi climatica. Al loro fianco hanno collaborato anche volontari e volontarie che sono scese in strada per aiutare gli alluvionati dello scorso ottobre e il gruppo scout di San Paolo in Ravone. Abbiamo chiesto a Paolo di Bologna For Climate Justice di raccontarci come è andato il trekking urbano.
Quante persone hanno partecipato al trekking sul Ravone di domenica 15 dicembre?
Sopra le duecento persone si sono presentate alla partenza fissata per le 10 a Villa Spada e sono rimaste fino alle 13, poi dopo, per l’ultima parte del trekking che è iniziata alle 14:30 ed è finita alle 16 e 30, i numeri sono calati anche a causa del freddo. Si tratta di persone di tutte le età, dai 6 anni fino a chi aveva passato i 70 anni.
Hanno detto perché hanno voluto partecipare?
Un po’ volevano conoscere dove passava il Ravone perché molti non lo sapevano e quindi anche condividerlo. Era anche un trekking che segnalava problematiche, noi di Bologna for Climate Justice abbiamo segnalato quella del consumo di suolo, il titolare del forno in Andrea Costa ha parlato di un’assenza politica in zona dal giorno dopo le elezioni. Tra gli altri ha partecipato anche molta gente che è stata colpita dall’alluvione.
Chi ha accompagnato ed è intervenuto durante il percorso?
Federico Grazzini e Rosanna Foraci di Arpae hanno fatto un intervento in via del Ravone dove inizia la tombatura, Wu Ming 2 ha fatto diversi interventi, uno dalle scuole Carracci e uno nella parte finale del trekking. Fausto Buonafede, del WWF ha parlato davanti alla chiesa di San Paolo in Ravone. Luigi Malossi di Legambiente ha introdotto il cammino insieme a noi di Bologna For Climate Justice. Poi è intervenuta Plat e hanno parlato anche alcune delle persone colpite dall’alluvione.
Quali sono state le tappe del trekking?
Siamo partiti da Villa Spada, fino alla tombatura di via Ravone, via Carracci, poi siamo arrivati in via Saragozza e siamo entrati in via Zoccoli, una delle più colpite dall’alluvione di ottobre insieme a via Bizio. Poi una volta arrivati alla chiesa di San Paolo al Ravone abbiamo fatto una pausa. Da qui abbiamo attraversato via Montenero e via del Chiù e proseguito fino a via Agucchi e siamo arrivati fino alla confluenza con il Reno.
Durante la camminata, oltre a parlare delle problematiche ambientali, sono stati dati consigli su come comportarsi in caso di alluvione?
Tra le cose dette sì è sottolineato come i garage siano i luoghi più pericolosi in cui rimanere, lo spostamento in auto è la cosa più sbagliata da fare. Però si è messo a critica il fatto che il pensiero di tutti spesso va all’auto e quindi non solo ci dobbiamo abituare ma viviamo in un mondo che mette l’automobile al centro ed è lì che si rischia moltissimo.
Ci sono state domande o riflessioni interessanti da parte dei partecipanti?
Molte, diverse e su vari temi. La domanda è come troviamo una soluzione senza fare ulteriori danni? Senza scavare una montagna perché vuoi fare una cassa di espansione? Lì soluzioni immediate non ce ne sono. Poi altri si son chiesti chi abita lì cosa potrebbe fare? Cioè chi avrebbe possibilità di spostarsi, di cambiar casa in una città come Bologna adesso in una città dove i prezzi sono alle stelle? E poi: come si fa nel momento in cui negli ultimi 60 anni abbiamo coperto il corso del Ravone di decine di migliaia di abitazioni a risolvere la situazione? Bisogna cambiare tutto? E questa domanda non ha soluzioni immediate. Un’altra questione interessante è stata la questione degli alberi che bloccano la griglia dove c’è la tombatura in via di Ravone. Alcune persone si sono chieste se sia necessario tagliarli o meno. In realtà Fausto Buonafede ha spiegato che il taglio degli alberi è pericoloso perché se non li raccogli si trasformano in proiettili per la prossima alluvione e poi perché gli alberi hanno una funzione drenante.
In che condizioni è attualmente il Ravone?
Il trekking non ci è passato per via delle piogge che hanno fatto spostare il punto di partenza, ma nella prima parte del percorso, quella che va da Parco Cavaioni fino a valle e poi su via di Casaglia lì si vede un argine scavato.
Ci saranno altri appuntamenti con il trekking del “Ravone Rampante”?
È nelle nostre intenzioni, abbiamo già raccolto le disponibilità di nuovi partecipanti. E visto che si va verso la stagione migliore è possibile che i numeri aumentino sensibilmente.
Claudia Balbi
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