Viaggio a Cuneo, la Baviera d’Italia dove tutti hanno un lavoro e le imprese assumono i migranti dai centri di accoglienza

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Microcredito

per le aziende

 


di
Christian Benna

In provincia di Cuneo, la disoccupazione è ai minimi storici (3,7%), e  le aziende non trovano lavoratori. Prefettura e Fondazione Industriali avviano un accordo di inclusione per far lavorare i 1.400 ospiti del Cas

Microcredito

per le aziende

 

Dal Centro di accoglienza straordinaria al lavoro in fabbrica. Così a Cuneo nell’unica provincia piemontese dove il tasso di disoccupazione viaggia sotto il 4%, al 3,7%, a livelli della Baviera (pre-crisi) i richiedenti asilo potranno trovare occupazione in fabbrica e nelle aziende del territorio. Infatti Prefettura di Cuneo e Fondazione Industriali hanno avviato una collaborazione per l’inserimento lavorativo nelle aziende cuneesi delle persone accolte presso i Centri di accoglienza straordinaria (Cas).

Cuneo isola felice nel Piemonte della crisi dell’auto

In provincia di Cuneo, grazie alle filiere dell’alimentare e della meccanica,  unica «isola felice» nel Piemonte che sbanda per colpa della crisi dell’auto,  sono una cinquantina i comuni sul cui territorio è attivo un Cas, per un totale di circa 1.400 ospiti, cui se ne aggiungono altri 400 attraverso il Sistema Accoglienza Integrazione (Sai). «Ringraziamo il prefetto di Cuneo, Mariano Savastano, apprezzando il suo spirito propositivo e concreto nel dare soluzione ad un problema che può diventare una grande opportunità – ha commentato la presidente di Fondazione Industriali, Giuliana Cirio -. L’attenzione delle istituzioni e la volontà di collaborare ci rassicurano nel raggiungimento dell’obiettivo comune: includere attraverso il lavoro».




















































L’accordo per il lavoro dei migranti 

In seguito, l’accordo verrà strutturato e normato attraverso la definizione di un protocollo dedicato che prevede il monitoraggio dei bisogni occupazionali delle imprese e le competenze (formate e da formare) dei migranti dei Cas. 

Rolfo, il re delle bisarche: «Assumiamo 70 persone»

La crisi dell’auto sembra essersi  fermata in provincia  di Cuneo.  A Bra, la Rolfo spa, storica azienda di bisarche, ha fatto un pieno di ordini da 800 autoarticolati per il trasporto di vetture che necessita di assunzioni. «Il mercato dell’elettrico è in crisi ma a noi non tocca più di tanto.  I nostri mezzi trasportano veicoli, a prescindere dal tipo di alimentazione,  e il nostro mercato va a gonfie vele. Ce ne chiedono da tutta Europa» spiega Roberto Rolfo, ad di Rolfo Spa, circa 80 milioni di ricavi.

Gli introvabili: saldatori e impiantisti elettrici 

Il problema della Provincia Granda è che c’è tanto lavoro ma mancano i lavoratori (un tema che richiama un analogo appello degli industriali astigiani di un anno fa). «Sono quasi tutti occupati e fatichiamo ad attrarre persone da altre province del Piemonte e zone d’Italia. In genere da noi chi fa il pendolare oltre i 40 chilometri di distanza dura poco – ammette Rolfo -. Ecco perché la gestione attenta e professionale dell’inserimento lavorativo di migranti dai Cas può essere un’opportunità per tutti». Su 70 assunzioni in Rolfo almeno la metà è composta già oggi da lavoratori extracomunitari, provenienti perlopiù dal Maghreb e dal Centro Africa. «Abbiamo bisogno di saldatori, impiantisti elettrici, operai specializzati – spiega l’imprenditore – In giro non se ne trovano. Ben vengano i progetti di inclusione che danno una risposta alle esigenze del territorio».

Intanto la Lega frena sul Cas

«Con una raccolta che ha totalizzato 1.950 firme, il comitato spontaneo braidese nato per opporsi alla realizzazione di un Centro accoglienza migranti in frazione Bandito, a Bra, ribadisce il no all’insediamento nel centro della piccola comunità, nei locali dell’ex ricovero dell’Immacolata, e conferma la bontà dell’impegno della Lega, che da subito ha accolto le istanze dei cittadini, e anche la scelta della Prefettura di sospendere l’attivazione del Cas, segno tangibile di una capacità di ascolto che ha portato a una soluzione condivisa dalla popolazione». 

Così in una nota il senatore Giorgio Maria Bergesio (Lega), che ha seguito da vicino il confronto insieme al segretario di sezione della Lega Federico Gregorio e che sabato a Bra, con il governatore Cirio, ha ricevuto una copia della raccolta firme dal comitato per il «no» al Cas. «Il comitato – spiega il senatore – ci ha consegnato le firme per chiedere di continuare a monitorare che il Cas non venga riaperto».

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14 dicembre 2024 ( modifica il 15 dicembre 2024 | 16:15)

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