Tutto questo senza parlare della puntata di Report andata in onda ieri sera che ha evidenziato nuovi ed inquietanti collegamenti tra la famiglia Ortolani e il geometra che ha fatto lievitare i prezzi del terreno di Santa Palomba dove dovrebbe sorgere (cosa assai improbabile) il termovalorizzatore di Roma
ROMA – La gestione dei rifiuti nel Lazio racconta da 64 anni una storia di potere, influenze politiche e imprenditorialità che spesso ha poco a che fare con trasparenza e legalità.
Un sistema ben oliato in cui interessi privati e politica si intrecciano, creando uno scenario dove tutto sembra sotto il controllo di pochi registi occulti.
La storia parte da Manlio Cerroni, il “Supremo“, per decenni figura centrale del settore rifiuti nella regione. Malgrado quattro interdittive antimafia abbiano colpito il suo impero, il sistema che lui stesso ha contribuito a costruire continua a operare, adattandosi ai tempi e ai cambiamenti politici.
Negli ultimi cinque anni (2019-2024), sotto il governo regionale PD, la Ecosystem di Pomezia è diventata protagonista di un vero ‘miracolo’ imprenditoriale. Grazie a decisioni strategiche della Regione Lazio, l’azienda ha preso il posto dell’impianto TMB di Albano, andato distrutto nel 2016, assorbendo 191.000 tonnellate di rifiuti annui.
Ma il vero colpo di scena riguarda l’impianto di Pomezia, classificato come TM (Trattamento Meccanico), un impianto tecnologicamente inferiore rispetto a un TMB (Trattamento Meccanico Biologico).
Con la determinazione regionale n. G14984 del 13 settembre 2023, l’impianto è stato riconosciuto come TM 2.0, una categoria non prevista dalla normativa nazionale. Questo escamotage ha permesso alla Ecosystem di ottenere tariffe simili a quelle degli impianti TMB, ben più costosi da realizzare e gestire.
Secondo la determinazione n. 1650 del 28 dicembre 2023, il Comune di Albano pagherà alla Ecosystem di Pomezia una tariffa di 216 €/tonnellata per gli anni 2024-2025. Questo nonostante l’impianto resterà un TM fino a febbraio 2025, a collaudo concluso. Il sistema, inoltre, permette alla Ecosystem di aggiornare retroattivamente le tariffe, come avvenuto per l’anno 2021, con la giustificazione di un aumento dei volumi trattati.
Le decisioni della Regione Lazio, sotto la guida di Nicola Zingaretti e Daniele Leodori, hanno spalancato le porte alla crescita di Ecosystem. Nessuno sembra essersi preoccupato del fatto che l’impianto TM offra una lavorazione minimale, lasciando l’umido nei rifiuti che finisce in discarica, con conseguenze ambientali gravi.
Né la Regione ha mai affrontato la questione delle tariffe agevolate o della legalità del trattamento TM, già dichiarato illegittimo dal Consiglio di Stato. L’obiettivo, evidentemente, era un altro: creare un nuovo protagonista nel settore rifiuti regionale, in grado di sostituire l’ormai decadente impero Cerroni. Missione compiuta.
Artefice di questo capolavoro burocratico il dirigente regionale Vito Consoli che dopo il fruttuoso lavoro compiuto in ambito rifiuti si appresta, tra qualche giorno, ad andare in pensione. O meglio. Sembrerebbe che Consoli proprio non voglia lasciare gli uffici della giunta regionale. Infatti, cosa speriamo non vera, qualcuno avrebbe preparato per lui un nuovo incarico come commissario ai Danni provocati dalla Fauna Selvatica. Un esperto in “danni” non si può certo salutare così. Senza una buonuscita da 70mila euro (dicono). Noi non crediamo che un fedelissimo di Zingaretti & Co. possa essere “riciclato” in questa maniera. Vallo poi a spiegare agli elettori di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
Il ‘miracolo’ di Ecosystem dimostra come il sistema dei rifiuti nel Lazio continui a essere modellato da scelte politiche che favoriscono pochi, a scapito della trasparenza e del bene comune. Le alte sfere del PD regionale sembrano aver trovato un nuovo “re dei rifiuti”, garantendogli un trattamento di favore attraverso tariffe gonfiate e un inquadramento normativo discutibile.
2. 13 settembre 2023 Vito Consoli Tm 2.0 Ecosystem pomezia
Ovviamente non finisce qui. Infatti, mentre eravamo impegnati a scrivere questo articolo, Sigfrido Ranucci, con la sua trasmissione Report ha fatto dei collegamenti che alla cronista sono sfuggiti ma che, probabilmente, alla Procura della Repubblica di Roma che sta indagando su quella operazione, avrà fatto suonare un campanello d’allarme.
Nel prossimo articolo che scrivere a breve, infatti, parleremo dell’intreccio emerso tra Ama, Comune di Roma e la Ecosystem per via di una relazione tecnica oggi oggetto di indagini.
Relazione che ha fatto lievitare i costi d’acquisto dei terreni di Santa Palomba, laddove sorgerà il termovalorizzatore, fatto dal uno studio tecnico gestito dal genero del titolare della Ecosystem Massimo Ortolani. Una coincidenza straordinariamente strana. Soprattutto visto come Ama e il suo presidente Bruno Manzi, con il supporto dei soliti noti dirigenti in quota Pd hanno improvvisamente deciso di individuare Ecosystem quale sito da “premiare” con l’invio di enormi quantità di rifiuti.
– SEGUE
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