“Non potrai mai attraversare l’oceano fino a quando non avrai il coraggio di non vedere più la riva”. Con questa frase di Cristoforo Colombo, che ha chiuso il video introduttivo e lasciato il palco alla relazione del presidente di Manageritalia Marco Ballarè, si è aperta l’ultima Assemblea nazionale, tenutasi il 22 e 23 novembre presso l’Hotel Enterprise di Milano.
Il breve video ha raccontato il percorso degli ultimi mesi di attività di Manageritalia, attraverso un parallelo con l’equipaggio di una nave impegnato a definire una nuova rotta, preparare tutto il necessario per salpare e riprendere il largo verso nuove mete. Un percorso che ha visto la condivisione del programma, le elezioni delle Associazioni e della Federazione e poi, in 100 giorni di lavori effettivi, un’assemblea straordinaria, un Camp per condividere le linee guida e i programmi presentati poi nella due giorni assembleare, che ha visto la nuova squadra di governance e rappresentanza degli oltre 44mila manager associati riunita, con quasi 200 delegati, pronta a prendere il largo all’insegna di trasparenza, condivisione e inclusione.
La visione di Manageritalia
Il presidente ha aperto la sua relazione proprio sottolineando il purpose di Manageritalia: «Oggi è un giorno importante, un momento di sintesi e di stimolo per continuare a costruire il futuro della nostra Federazione e del nostro ruolo nel Paese. Siamo una comunità di professionisti uniti dalla convinzione che la nostra attività, fatta di visione, leadership e responsabilità, possa fare la differenza. Vorrei ringraziare ciascuno di voi per la fiducia che avete riposto in me e in questa squadra; è solo grazie al vostro impegno, in ogni territorio e in ogni settore, che possiamo ambire a risultati concreti e duraturi. Fin dall’inizio di questo mandato, mi sono impegnato a costruire un percorso fondato sulle quattro direttrici strategiche individuate dal nostro Congresso: valorizzazione dei territori; un nuovo patto sociale basato su lavoro, welfare ed equità; crescita sostenibile ed economia dei servizi; rappresentanza e governance».
Guardando all’attività core di Manageritalia, come ha detto il presidente, la nostra visione è chiara: una governance partecipata, basata sulla trasparenza e sulla rendicontazione.
Risultati concreti raggiunti
Questo impegno si riflette negli importanti risultati già raggiunti dai Fondi contrattuali: dalle iniziative di Cfmt, che ha recentemente celebrato 30 anni al servizio della formazione manageriale e delle politiche attive, dai piani di welfare individuali per dirigenti, quadri ed executive professional, resi possibili grazie a una rafforzata Cassa De Lellis, fino alle eccellenze consolidate del Fondo Mario Negri e del Fasdac, che ha recentemente compiuto 75 anni. Non dimentichiamo inoltre l’Associazione Antonio Pastore, per la quale è stata recentemente rinnovata, grazie ad Assidir, una convenzione fondamentale che rafforza ulteriormente il nostro sistema di supporto e protezione. Queste e le altre attività sono poi declinate nel Programma di giunta e nel Piano operativo.
Il contratto collettivo e le sfide future
Nel corso dell’intervento sono stati toccati altri importanti aspetti, alcuni interni e altri relativi alla situazione del Paese (vedi box a fianco). Ricordiamo, guardando all’interno, il contratto collettivo nazionale dei dirigenti del terziario: «Il ccnl, con importanti innovazioni in tema di welfare, conciliazione vita-lavoro e tutele, è un pilastro della Federazione. Nel 2025 inizieranno le trattative per il rinnovo, con focus su transizione digitale, formazione continua e inclusione sociale».
La legge di bilancio e la pressione fiscale
Non è mancato, sul fronte esterno, un cenno alla Legge di bilancio, sulla quale Ballarè ha dichiarato: «È conservativa, priva di riforme strutturali e colpisce proprio il ceto medio e, soprattutto, manager e alte professionalità». Manageritalia ha presentato proposte per correggere le misure penalizzanti e stimolare crescita, sostenibilità e welfare aziendale. C’è apertura da parte del governo, ma restano necessarie azioni concrete (vedi nell’immagine sotto le uscite stampa sull’Assemblea).
Le sfide fiscali e previdenziali
E poi, su tutti, un cenno alla pressione fiscale: «Il sistema fiscale è iniquo» ha dichiarato sempre Ballarè, evidenziando come chi guadagna più di 55.000 euro paga la metà del gettito, mentre categorie privilegiate ed evasori ne beneficiano. Una riforma fiscale che premi il merito e attragga talenti è essenziale per il rilancio del Paese. Un altro argomento affrontato è stato su previdenza e welfare: «Bene i segnali di stabilità sulle perequazioni previdenziali. Manageritalia continuerà a innovare il welfare aziendale e a promuovere sgravi fiscali per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori».
Il ruolo strategico del management
Insomma, come ha detto il presidente, siamo una Federazione che vuole e deve valorizzare sempre più il management e il suo ruolo strategico. Insieme ai manager, vogliamo guidare da protagonisti il Paese verso una crescita strutturale e di qualità. Una crescita che trova la sua forza nel terziario di qualità e in una nuova organizzazione del lavoro, che metta al centro il benessere delle persone, senza mai perdere di vista produttività e competitività per le aziende. La nostra forza sta nella capacità di proporre risposte innovative, costruire alleanze strategiche e rappresentare con decisione le istanze dei dirigenti che ci affidano il loro mandato.
Costruire il futuro insieme
Riprendendo sempre le parole di Ballarè, «guardare al futuro significa costruire insieme. Siamo un’Associazione forte, coesa e determinata, ma la nostra vera forza risiede nella capacità di ascoltare, comprendere e rispondere ai bisogni delle nostre persone. Ogni dirigente e manager che rappresentiamo è un tassello fondamentale di questo mosaico: il loro contributo, la loro esperienza e la loro passione arricchiscono il nostro operato e ci spingono a migliorare ogni giorno».
Chiudendo il suo intervento, ha aggiunto: «Questa è la Federazione del fare, che lavora con determinazione e visione. Non ci limitiamo a osservare il cambiamento, ma lo guidiamo. Insieme, possiamo davvero fare la differenza. Grazie per il vostro impegno, la vostra fiducia e il vostro sostegno: per essere qui oggi, per il lavoro che svolgete e per ciò che rappresentate. Sono orgoglioso di essere il vostro presidente e sono certo che, insieme, continueremo a costruire una Federazione sempre più forte, autorevole e inclusiva».
La relazione del presidente si è conclusa con un forte e lungo applauso, chiaro segno del fatto che i presenti in sala hanno ritrovato nel discorso valori, appartenenza e linee guida che li accomunano e motivano.
Programmi per il 2025: i Fondi e la giunta
A seguire, nel pomeriggio di venerdì, i presidenti dei Fondi contrattuali e degli altri enti del sistema Manageritalia hanno illustrato i programmi per il 2025, parte integrante del Programma di giunta. Successivamente, i vicepresidenti Simone Pizzoglio e Antonella Portalupi hanno illustrato il Piano operativo e il Bilancio preventivo. La mattina di sabato, invece, l’altra vicepresidente Monica Nolo e il segretario generale Massimo Fiaschi hanno illustrato il posizionamento di Manageritalia nell’attività di rappresentanza, affrontando temi importanti come lavoro, tasse, fisco e situazione del ceto medio.
Welfare e flessibilità fiscale
Ha chiuso l’Assemblea l’intervento molto partecipato di Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, su “Il difficile finanziamento del welfare e lo squilibrio fiscale”. Dai dati presentati si evince come 17 milioni di contribuenti, oltre il 40% del totale, dichiarano di guadagnare meno di 15mila euro l’anno e pagano solo l’11% dell’Irpef complessiva. Coloro che invece dichiarano redditi dai 35mila euro in su sono 6,4 milioni, il 15,27% del totale, e pagano il 64% dell’imposta totale. In sostanza, redditi che superano la soglia fatidica dei 35mila
euro garantiscono la tenuta del sistema di protezione sociale italiano e delineano un paese diviso in due tra chi paga e chi viene mantenuto. Una polarizzazione e una dicotomia che si rispecchia anche a livello geografico con le regioni del Nord che contribuiscono per il 57,2%, quelle del Centro, con il 21,8%, e il Sud con il 20,9% del totale dell’Irpef. Percentuali analoghe anche per quanto concerne l’Iva versata, con il 64,3% per il Nord, 24% per il Centro e solo 10,4% per il Sud.
Il confronto internazionale penalizza l’Italia
Il confronto con altre nazioni è impietoso e fa emergere come l’aliquota marginale, che in Italia parte da 50mila euro ed è pari al 43%, in altri Paesi scatti a livelli di reddito ben più alti: in Francia 82mila euro con aliquota al 41% e in Germania a 63mila euro e un’aliquota al 42%. A causa di questo, nel 2024 un lavoratore con un reddito imponibile di 100mila euro paga, solo di Irpef erariale, 35.900 euro in Italia, rispetto ai 25.949 euro in Francia e ai 23.124 in Germania. «Con questi numeri e percentuali, che vedono il 40% dei contribuenti mantenere il restante 60%, il sistema non regge nel lungo periodo, con un’evidente diminuzione dei servizi a disposizione della collettività e un aumento esponenziale del debito pubblico». Cosa fare, dunque? Secondo Brambilla: «Bisogna intervenire con una decisa azione sinergica da parte di tutti i partiti per risolvere il grande problema fiscale del nostro Paese. Attuare un vero regime a tassazione continua sul modello tedesco, superando il nostro a scaglioni che penalizza la classe media con redditi dai 50mila in su. Va anche superato il sistema dei bonus e delle agevolazioni basate sull’Isee, che certo non fotografa il reale profilo fiscale del cittadino, e rimodulare l’intero sistema detrazioni».
Interventi inadeguati
In questo scenario fortemente sbilanciato, sia a livello nazionale che internazionale, interventi come la “pace fiscale” o la “flat tax” possono rappresentare un motore di produzione del sommerso, del lavoro nero e quindi dell’evasione. Questo avrebbe come unico risultato quello di acuire le disparità tra chi contribuisce alla crescita del Paese e chi no, anteponendo il proprio interesse a quello collettivo. I numeri evidenziano che, nel lungo periodo, considerando anche l’inverno demografico e l’invecchiamento della popolazione italiana, l’intero sistema diventa insostenibile, con evidenti ricadute sulla competitività del Paese e delle imprese. Contrastare l’evasione fiscale non può però essere sufficiente se non si migliorano anche produttività e mercato del lavoro. Nonostante l’Italia incrementi mese dopo mese il proprio tasso di occupazione, resta fanalino di coda in Europa per tutti i principali indicatori occupazionali.
L’impegno per il futuro
Come è emerso dall’Assemblea, il nostro Paese deve crescere per guardare al futuro con fiducia e in questo i manager hanno un ruolo determinante. Questo è il purpose e l’impegno che i delegati hanno fatto propri al termine di due giorni di intensi e stimolanti lavori assembleari.
PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO
Le priorità tracciate dal presidente Marco Ballarè per il futuro della Federazione: valorizzare i territori, promuovere un nuovo patto sociale, sostenere una crescita sostenibile e rafforzare la governanceVALORIZZAZIONE DEI TERRITORI
Avvicinare istituzioni locali e società civile alla Federazione è essenziale per cogliere le esigenze specifiche dei territori. Questo rafforza il nostro ruolo come partner affidabile per uno sviluppo inclusivo e sostenibile.UN NUOVO PATTO SOCIALE
Il lavoro e la dignità delle persone sono centrali. L’obiettivo è un confronto costruttivo con le istituzioni per sostenere la classe media, valorizzare il merito e promuovere un welfare equo.CRESCITA SOSTENIBILE
Sviluppo e crescita sostenibile devono procedere insieme. Non possiamo parlare di sviluppo senza considerare l’impatto delle nostre azioni e il nostro ruolo nella transizione ecologica e digitale.RAPPRESENTANZA E GOVERNANCE
Stiamo modernizzando la governance per renderla più trasparente e adattabile alle nuove esigenze, promuovendo una cultura del feedback e rafforzando il dialogo con le Associazioni.LE SFIDE ESTERNE
I settori turismo, trasporti, commercio e servizi stanno affrontando profonde trasformazioni. Manageritalia deve proporsi come interlocutore credibile, capace di offrire soluzioni innovative e sostenibili. Il turismo vive una rivoluzione tecnologica e una crescente domanda di esperienze personalizzate, richiedendo una strategia che unisca competitività e valorizzazione delle risorse locali. Nei trasporti, la mobilità sostenibile e la digitalizzazione richiedono risposte rapide. Il commercio deve adattarsi all’e-commerce e all’intelligenza artificiale, preservando il ruolo sociale di quello tradizionale, mentre i servizi devono garantire qualità e accessibilità in un mercato sempre più complesso. Manageritalia si pone come ponte tra settori, istituzioni e società, promuovendo innovazione, lavoro dignitoso e crescita sostenibile.IL CONTESTO ECONOMICO/SOCIALE
L’Italia vive segnali economici contrastanti: mentre l’occupazione cresce, la produttività ristagna, i salari sono bassi e la povertà aumenta. L’emigrazione giovanile è allarmante, con oltre 525.000 giovani italiani emigrati dal 2008. Anche il Pil registra rallentamenti, mentre le politiche fiscali e internazionali accrescono le incertezze.CRESCITA E COMPETITIVITÀ
Le imprese devono aumentare competitività e produttività per rilanciare l’occupazione. La trasformazione digitale e l’IA sono opportunità chiave, ma servono competenze nuove e normative flessibili. Investire in welfare, inclusione generazionale e di genere è essenziale per un futuro sostenibile.Leggi qui la relazione completa del presidente di Manageritalia Marco Ballarè.
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