Italia leader europeo dei riciclo: 85,6% del totale trattato

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Con 137 milioni di tonnellate di rifiuti riciclati, che corrispondo all’85,6% del totale trattato (tra urbani e speciali, compresi i rifiuti inerti) l’Italia guida la classifica europea, con la media UE al 40,8%. Il nostro Paese emerge anche con il tasso di utilizzo di materie prime seconde derivate dal riciclo, sul totale dei materiali consumati: il 20,8% dei materiali utilizzati dall’industria nel 2023 proviene infatti dal riciclo dei rifiuti, circa il doppio rispetto alla media europea (11,8%). Sono i dati del rapporto Il Riciclo in Italia 2024, presentato dalla fondazione per lo Sviluppo sostenibile, in collaborazione con Conai, e con il patrocinio di Mase, Ispra e Sistema nazionale per la Protezione dell’Ambiente.

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Una eccellente performance che si conferma anche con 10.500.000 tonnellate di rifiuti d’imballaggio riciclati nel 2023, con un tasso  pari al 75,3%, in aumento del 4,2% rispetto al 2022: risultato che supera l’obiettivo europeo di riciclo del 65% al 2025 e anche oltre quello del 70% al 2030. Meno brillante, invece, è il riciclo dei rifiuti urbani, specie applicando il nuovo metodo di calcolo europeo: nel 2022 il 49,2%, con un obiettivo europeo del 55% al 2025, del 60% al 2030, del 65% al 2035.

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Plastica, in aumento il riciclo meccanico: +2,5%

Nonostante un immesso al consumo in calo, la quantità di imballaggi riciclati in carta e cartone è aumentata, arrivando a 4,7 mt (circa 8%) con un tasso di riciclo al 92%.  Per quanto riguarda la plastica, si registra un lieve incremento delle quantità a riciclo effettivo pari all’1,4%, raggiungendo il 48% degli imballaggi immessi al consumo (con il target Ue al 2025 del 50%). Rispetto al 2022 le quantità avviate a riciclo meccanico sono aumentate del 2,5%. Passando al vetro, si osserva una flessione da 2,3 a 2 mt: il tasso di riciclo è stato pari al 77,4%, in calo del 3,4% sul 2022 ma ancora al di sopra dei target per il 2030 al 75%. La filiera degli imballaggi in legno ha raggiunto un risultato del 65% con circa 2,2 mt. più del doppio dei target europei del 25% al 2025 e del 30% al 2030.

Guardando i dati relativi agli imballaggi in bioplastica compostabile, i conferimenti agli impianti dell’organico sono stati pari a 44 kt, pari a circa il 57% dell’immesso al consumo. Le quantità avviate a riciclo di imballaggi in acciaio sono pari a 428 kt (+2,4% ri­spetto al 2022), circa l’88% degli imballaggi immessi al consumo. Viene così superato il target di riciclo dell’80% fissato per il 2030. La filiera dell’alluminio ha invece raggiunto nel 2023 le 59,3 kt di riciclo, garantendo l’avvio del 70,3% degli imballaggi immessi al consumo, in calo di 3,3 punti percentuali rispetto al dato del 2022 (73,6%).

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Focus sul tessile: raccolta ancora bassa al 16%

Focus di quest’anno è il tessile. Nonostante l’obbligo di raccolta differenziata dei tessili sia in vigore in Italia dal 2022 (in attesa che arrivi il prossimo anno a livello europeo), la raccolta è ancora bassa. È ferma a 160.000 tonnellate, pari a circa il 16% dei rifiuti tessili prodotti sia a causa della carenza di impianti di riciclo, sia perché si è in attesa dell’istituzione dei sistemi, consorzi o simili, per l’esercizio della responsabilità dei produttori tessili e quindi anche del loro supporto finanziario e organizzativo alle raccolte e all’ avvio al riciclo di questi rifiuti.

Passando alla frazione organica, sono state raccolte 7,2 mt di rifiuti, di cui 5,4 mt di umido e 1,8 mt di verde. L’integrazione del compostaggio con il processo di digestione anaerobica ha inoltre reso possibile ottenere circa 409 milioni di metri cubi di biogas. Avviati inoltre a riciclo più di 101 kt di oli grassi vegetali e animali, dato in crescita del 4% rispetto ai valori del 2022. Per i Raee, la raccolta si attesta al 30%, molto lontano dal target europeo del 65% in vigore dal 2019. Infine, il dato su pile e accumulatori: nel 2023 sono state raccolte 9.399 tonnellate, con un decremento del -8,7% rispetto al 2022.  Il tasso di raccolta è stato pari al 30,6%, in calo di circa tre punti percentuali rispetto al 2022 e ancora lontano dal target europeo del 45% in vigore dal 2016.

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