Il calcolo della pensione per chi ha versato pochi contributi, ecco le misure e le cifre 2025

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Chi ha versato pochi contributi a tal punto da restare privo del diritto alla pensione nonostante abbia raggiunto l’età pensionabile può, anche nel 2025, chiedere la corresponsione di alcune indennità da parte dell’INPS che tutto sono, però, tranne che prestazioni previdenziali.

Infatti, in questo caso, entriamo direttamente nel campo dei sussidi o di qualcosa di simile. A 67 anni di età, un soggetto per andare in pensione deve raggiungere anche i requisiti contributivi previsti. Chi non lo fa rischia seriamente di non poter andare in pensione, a meno che non completi la carriera contributiva necessaria con quei tanti strumenti di cui si parla spesso, come i versamenti volontari, i riscatti o la pace contributiva di ultima generazione.

Eppure, a 67 anni di età, gli interessati possono quanto meno prendere degli aiuti da parte dell’INPS, cioè autentici sussidi o prestazioni di carattere assistenziale che, naturalmente, non sono collegati ai contributi.

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Ma non per questo sono privi di vincoli e regole precise.

Il calcolo della pensione per chi ha versato pochi contributi, ecco la misura e le cifre 2025

Nel 2025, chi è privo di contributi avrà la possibilità di prendere il cosiddetto assegno sociale. Parliamo di una prestazione destinata a soggetti che hanno già raggiunto l’età per la pensione ma che, per le questioni prima citate, non hanno diritto a una pensione. Ci sono soggetti che non hanno mai versato contributi o ne hanno versati in misura inferiore ai 20 anni minimi richiesti.

In questo caso, è possibile prendere l’assegno sociale che, nel 2025, salirà di importo, come crescono tutte le altre prestazioni previdenziali e non da parte dell’INPS. La rivalutazione dell’assegno sociale sarà in misura pari alle altre prestazioni e, quindi, il trattamento salirà dello 0,8%.

Significa che passerà da 534,41 euro al mese del 2024 a 538,39 euro.

Per l’assegno sociale, nel 2025 gli interessati dovranno rispettare le condizioni reddituali previste. Infatti, è necessario che il richiedente si trovi con un reddito proprio non superiore all’importo dell’assegno sociale stesso e, quindi, con un reddito non superiore a 538,39 euro al mese.

Se il reddito è inferiore a questa soglia ma non è pari a zero, l’assegno sociale viene erogato a integrazione del reddito fino a raggiungere, tra assegno sociale e reddito proprio, 538,39 euro. Per i coniugati, il meccanismo è identico, ma i limiti di reddito raddoppiano. Quindi, si passa a una soglia pari a 1.076,78 euro di reddito coniugale.

Se il reddito è inferiore a questa soglia ma non è superiore a 538,39 euro, l’assegno sociale viene erogato a integrazione del reddito fino a raggiungere, tra assegno sociale e reddito coniugale, 1.076,78 euro.

L’assegno di inclusione per over 67

L’alternativa all’assegno sociale si chiama assegno di inclusione. Anzi, in alcuni casi si possono cumulare le due prestazioni. L’assegno di inclusione, meglio noto con l’acronimo di ADI, è una misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale.
La misura si rivolge ai nuclei familiari in cui siano presenti, alternativamente:

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  • invalidi;
  • minorenni;
  • soggetti di età superiore ai 60 anni;
  • persone prese in carico dai servizi sociali e sanitari;
  • persone con carichi di cura relativi ad altri familiari.

È evidente che anche gli over 67 rientrano tra i beneficiari dell’assegno di inclusione.

In questo caso, parliamo di un vero e proprio sussidio, con il beneficio economico che finisce sulla carta ADI, i cui fondi sono utilizzabili per l’acquisto di beni di prima necessità, farmaci, bollette e poco altro. Solo una minima parte del sussidio può essere prelevata in contanti agli sportelli ATM.

Le regole dell’assegno di inclusione

Per prendere l’ADI, è necessario avere un ISEE inferiore a 9.360 euro annui, un patrimonio immobiliare al netto della prima casa non superiore a 30.000 euro, un patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per i single e un reddito familiare annuo non superiore a 6.000 euro. Questi limiti variano in base alla scala di equivalenza, che tiene conto del numero di familiari e delle loro condizioni.

Anche gli importi del sussidio sono variabili in base a questi fattori. Fermo restando che la parte di integrazione al reddito arriva a un massimo di 500 euro al mese, il beneficio sale a 630 euro mensili per nuclei familiari con componenti disabili o con persone di età superiore a 67 anni. Quindi, all’over 67 singolo spettano 630 euro al mese, un importo superiore rispetto all’assegno sociale.

ADI e assegno sociale insieme, ecco le soluzioni per chi ha versato pochi contributi

C’è chi può percepire sia l’assegno sociale che l’assegno di inclusione. Va detto che, pur non incidendo sull’ISEE, l’assegno sociale influisce sul reddito familiare rilevante per l’assegno di inclusione.

Se, a causa dell’assegno sociale, il reddito familiare supera le soglie utili all’ADI, quest’ultimo non può essere percepito. Al contrario, se si rimane sotto tali soglie, l’ADI viene erogato in misura ridotta. E fino a raggiungere 630 euro al mese, come previsto per gli over 67.



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