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Trentino Alto Adige – L’Italia è un paese di emigrazione. Studi e ricerche raccontano un esodo senza fine, dalle dimensioni simili a quelle del passato. Sono soprattutto i giovani, laureati, diplomati o senza studi ultimati a decidere di lasciare i propri territori d’origine. E non sono solo le regioni del Sud a vivere questa emorragia, ma anche nelle ricche regioni settentrionali il fenomeno è molto presente. Perché si decide di emigrare? I giovani come immaginano il futuro? Come si può renderlo più attrattivo ai loro occhi?
Queste sono alcune delle domande a cui il bando Generazioni – un progetto delle cooperative sociali Young Inside e Inside, in collaborazione con Mercurio Società Cooperativa, sostenuto dalle Province autonome di Bolzano e Trento e dalla Regione autonoma Trentino – Alto Adige/Südtirol, con il contributo di Alperia e Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano – con l’edizione 2023-2024 dal titolo “Innesti Creativi. Ripensa, rigenera, ricrea”, ha voluto rispondere connettendo persone, luoghi e territori attraverso strategie orientate a sviluppare comunità vive, solide e sostenibili capaci di offrire pari opportunità generazionali, di genere e territoriali.
Attraverso i progetti finanziati ha dato voce ai giovani e alla loro voglia di fare cultura e produrre coesione sociale per rigenerare i territori, creare attrazione e capovolgere il trend di molte vallate sempre più a rischio spopolamento. Generazioni ha dato fiducia a giovani under 30, permettendo loro di esprimersi, sostenuti nelle proprie idee che coincidono con i valori del progetto. A raccontarlo è Pietro Michelini che, insieme a Nicolò Bassetti, è tra i promotori di uno dei tre progetti vincitori del bando. Vallə è una proposta innovativa che promuove l’incontro tra differenti generazioni attraverso la realizzazione di un film ispirato ai racconti orali degli anziani e delle anziane di paese.
«La nostra generazione ha bisogno di aiuto. A differenza di chi ci ha preceduto facciamo fatica, anche a parità di titolo di studio, a essere riconosciuti e apprezzati. Sono necessari impegno e tempo per raggiungere un obiettivo: avere dei fondi destinati a fare esperienze, a sognare, a capire cosa si vuole fare da grandi, come previsto da Generazioni, è un privilegio. Non sempre gli “adulti” si approcciano a noi con questo atteggiamento», racconta il giovane trentino.
Vallə è stato scritto con giovani under 30 durante una residenza di dieci giorni. Ha generato una rete di incontri con professionisti del settore, case di produzione, rental cinematografici, distribuzione, e di relazione con gli over 70 permettendo di fare un salto nel tempo e approfondendo i rapporti umani di pochi decenni fa, quando i legami erano molto più fisici e meno virtuali rispetto a oggi. Pensate a come sono cambiate oggi le relazioni, ai tanti messaggi al cellulare che si inviano ogni giorno e che hanno sostituito momenti di scambio e confronto che prima avvenivano in luoghi reali.
«Rispetto al passato, noi giovani facciamo fatica ad assicurarci un futuro sostenibile, ci sono tanta precarietà e tanta competizione che si pensa di combattere con una iperqualificazione che rende più complicato aprirsi verso nuovi orizzonti. Molti giovani attivi in percorsi professionali sono tanto impegnati e non si dedicano all’attività culturale perché considerata impegnativa. Eppure, come diceva Cesare Pavese, “ci sono tre mondi da osservare e marciapiedi da passeggiare”», continua Pietro.
Un invito rivolto a coetanee e coetanei, a cui suggerisce di dedicare tempo alla cultura anche in modo più “smart”, con attività leggere ma non per questo meno autorevoli. Si può andare al cinema e subito dopo approfondire alcune conoscenze rispetto a quanto si è visto, sviluppando un pensiero critico. Oppure ci si può occupare di arti che danno la possibilità di approfondire la quotidianità o leggere libri del passato per scoprirne la grande attualità.
«Durante tutto il percorso, ci ha accompagnato un grande senso di leggerezza e partecipazione, ma allo stesso tempo abbiamo sentito il peso del privilegio e dell’opportunità che ci è stata concessa. Abbiamo accantonato l’Università per qualche mese, per sentirci possibilitati a prenderci quello che ci è stato dato. La sindrome dell’impostore è molto avvertita dalla mia generazione, le nostre capacità e abilità sono costantemente sottostimate e così si sperimenta la sensazione di non meritare i risultati positivi raggiunti».
«Generazioni è stata fonte di ispirazione per molti aspetti, ho imparato anche la politica del perdono verso gli altri e se stessi. Tante cose sono accadute e stanno accadendo grazie a Vallə ed è la dimostrazione che la cultura ha sempre un valore oltre ogni cosa, apre orizzonti e se hai un po’ di curiosità ti trascina in nuovi mondi», conclude Pietro.
Vallə, Smarmellata, JoyEnJoy, i progetti selezionati e finanziati da Generazioni, evidenziano la necessità di politiche giovanili per concorrere alla coesione sociale e al benessere dei territori combattendo fragilità, isolamento e fratture sociali, ma sono anche esempi di come la professionalizzazione del mondo giovanile si possa mettere al centro attraverso la creatività, la cultura e la partecipazione civica.
Articolo realizzato con il contributo di
Generazioni
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