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Nel X libro dell’Odissea Eolo è definito il Re dei venti e in un famoso passaggio del poema che molti ricorderanno Egli a riprova dei propri poteri, prepara un otre che racchiude tutti i venti ad eccezione di uno, incaricato di condurre Ulisse ad Itaca.

 In realtà non c’è accordo tra i mitografi sui poteri di Eolo né sulla sua origine divina ma se gli si riconoscesse una così alta natura, allora si potrebbe senza dubbio affermare che è un Dio che ama la Campania. Forse non tutti sanno e immaginano la posizione che occupa la regione nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (FER) e in particolare da fonte eolica. Se si esce però da un classico stereotipo, usato ed abusato per rozza intolleranza e per perseguire, soprattutto in passato, solo ignobili scopi di spoliazione dei territori meridionali; se si guarda oltre una vergognosa mistificazione della realtà che racconta di un Meridione e ancor più di una Campania capace solo di record negativi, c’è da sorprendersi molto piacevolmente nel constatare che, tra i tanti risultati positivi che confermano un cambio di paradigma, ci sono i risultati raggiunti nel settore eolico, dove la regione e leader.

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IL REPORT

Un recentissimo report di Terna (ottobre scorso) consacra la Campania come la prima regione d’Italia per incremento, dal dicembre 2023 ad ottobre 2024, di installazioni nel settore (+ 216 MegaWatt di potenza) seguita, ma a grande distanza, dalla Sicilia (+144 MegaWatt) e dalla Puglia (+65 MegaWatt). Tutte le altre regioni d’Italia hanno fatto molto meno.

La cosa più interessante è che non si tratta di un risultato isolato. Nel 2023 la produzione lorda eolica della Campania è stata pari a circa quattro volte e mezzo la produzione eolica di tutta l’Italia settentrionale e di tutta l’Italia centrale messe insieme, risultando seconda solo alla Puglia.

Completa il quadro un dato importante legato al decreto sulle “aree idonee” emanato dal Governo per ripartire tra le varie regioni la potenza da installare entro il 2030 al fine di onorare gli impegni assunti con l’Europa riguardo l’incremento delle FER e la riduzione delle emissioni climalteranti. Ebbene, se si analizza la capacità installata da gennaio 2021 ad ottobre 2024, si ricava che la Campania è tra le regioni virtuose che hanno installato più potenza FER (eolico, fotovoltaico, bioenergia, idroelettrico) di quella stimata dalle previsioni di Terna come target da raggiungere.

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La grande vocazione della Campania è comunque nell’eolico. Esso ha rappresentato nel 2023 il 61.7% di tutta l’energia da fonti rinnovabili prodotta in regione, seguito dal fotovoltaico 17.3 %, dalle bioenergie 11% e dall’idroelettrico 10%.

Numeri estremamente rilevanti che vedono la regione come territorio di punta del settore eolico, con più di 1184 aerogeneratori installati, distribuiti prevalentemente nelle province di Benevento e di Avellino. Impianti che producono il 17.5 % di tutta la produzione eolica nazionale.

L’attuale potenza installata in regione è pari a circa 2000 MegaWatt (MW), con una potenzialità che secondo l’Anev, l’Associazione Nazionale Energia del Vento, potrebbe arrivare entro il 2030 a oltre 3300 MW. Un tale incremento determinerebbe, secondo le analisi condotte nel 2024 dalla stessa Associazione, importanti ricadute occupazionali. Ricadute che, tra comparto industriale, società di sviluppo e società di servizi potrebbero assicurare l’assunzione di almeno 8638 unità di personale di varie qualifiche. Stime molto realistiche se si tiene conto che le 208 richieste di connessione alla rete di impianti eolici, giunte a Terna al 31 ottobre di quest’anno ammontano ad una potenza di 7670 MW, ben maggiore dei 3300 MW stimati da Anev entro il 2030.

A questi dati, che fanno riferimento solo all’eolico installato a terra (l’eolico cosiddetto on-shore), si potrebbero aggiungere le potenzialità dell’eolico installato a mare (il cosiddetto eolico off-shore). Al momento le aziende del settore per vari motivi non hanno ancora percorso questa possibilità e ciò frena lo sviluppo della relativa filiera produttiva. I motivi sono da ricercare nella disponibilità di siti on-shore, in genere più redditizi, nella ventosità del mar Mediterraneo che è medio-bassa e nei fondali del nostro mare che sono in genere profondi, una caratteristica che non permette l’ancoraggio delle piattaforme a terra. Si stanno sviluppando tuttavia soluzioni flottanti che stanno per diventare mature e competitive da un punto di vista tecnico-economico. Ci sono quindi grandi potenzialità perché la Campania possa continuare ad andare ancora forte “Controvento”, nel superare antichi e falsi preconcetti.





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