“Così Italia. Alimentari supera le frontiere del food”

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ITALIA ALIMENTARI è una società del Gruppo Cremonini e si occupa principalmente di salumeria tradizionale e di innovazione. A guidare la società e Mauro Fara (nella foto in alto), amministratore delegato di Italia Alimentari da oltre 10 anni. La società, molto cresciuta in questi anni, in termini di numeri ed export, ha chiuso il fatturato 2023 con 385 milioni di euro. Oltre alla sede storica a Busseto, in provincia di Parma, nel cuore della Food Valley, ci sono anche altre sedi, da nord a sud, dove avviene la produzione e l’affettamento dei salumi, che finiscono poi nei banchi della grande distribuzione e dei negozi di vicinato nelle vaschette. “Siamo cresciuti in questi anni, grazie agli investimenti del gruppo Cremonini e ad una politica di acquisizioni e di incorporazioni, che hanno portato nel Gruppo alcune realtà importanti di questo settore”, spiega Fara.

Il Gruppo Cremonini è tra i maggiori operatori internazionali dell’industria alimentare, specializzato nel settore delle carni, della distribuzione e della ristorazione. Italia Alimentari in particolare si occupa di salumeria tradizionale e innovativa. Molte le novità nel settore. Il mercato, su cui negli ultimi anni hanno pesato i rincari, è in evoluzione, come spiega l’amministratore delegato della società.

Chi è e che cosa fa Italia Alimentari?

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“Noi nasciamo nel 1976 e da allora siamo cresciuti acquisendo e incorporando altre imprese. Ci occupiamo di salumeria tradizionale, producendo alcuni dei prodotti della tradizione italiana più identitari, come il culatello di Zibello Dop, la culatta di Busseto, premiata nel 2023 come miglior salume in assoluto, il salame felino, la coppa di Parma e molti altri prodotti che hanno una identità territoriale forte, e una riconoscibilità nazionale ed internazionale. Ci occupiamo anche di salumi in vaschetta e di prodotti più innovativi”.

Quali?

“Per esempio il Bacon. Quella del Bacon è un’area in forte crescita. Abbiamo acquisito nel 2020 una società, che si chiama Castelfrigo, che si occupa di pancetta per Bacon. Siamo in questo segmento in maniera molto importante e produciamo Bacon per i principali fast food e per il food service del gruppo Cremonini e di molte altre catene leader di mercato. Il nostro Bacon si trova da Capo Nord a Malta”.

In cosa differisce il Bacon dalla pancetta tradizionale?

“La pancetta italiana e arrotolata e stagionata. Parliamo di una stagionatura di almeno 90 giorni. Invece il Bacon è un prodotto squadrato e va cotto”.

Italia Alimentari si occupa però anche di altri settori: è cosi?

“Per una intuizione di Cremonini siamo entrati nel mercato dei panini e degli snack. Questo segmento di mercato oggi rappresenta il 10% del nostro fatturato. Abbiamo imparato ad occuparci anche di temi apparentemente più lontani da quelli che conosciamo da molti anni, come il pane, le salse, il tonno il salmone e i funghi”.

Quante sono le vostre business unit attualmente?

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“Sono quattro, quella del salume tradizionale, quelli degli affettati in vaschetta, la business unit dedicata al bacon e il segmento dei panini e dei tramezzini già pronti”.

Parliamo di numeri.

“La salumeria popolare che vendiamo affettata rappresenta il 70% del fatturato dell’affettato in vaschetta. Per noi l’export rappresenta quasi il 30% del fatturato, per il settore è inferiore al 20%. Esportiamo davvero in tantissimi Paesi del mondo e questo significa che facciamo un lavoro molto importante di certificazione e di abilitazione verso l’export. Ogni Paese ha regole diverse e abbiamo affinato capacità e conoscenze molto importanti in questo settore”.

Veniamo ai mercati, che cosa possiamo dire in questo momento storico?

“Di certo che non sono anni brillanti. Tutti noi siamo a conoscenza dell’aumento dei costi di produzione, in particolare dei costi di energia, ma negli ultimi anni sono aumentate decisamente anche le materie prime e in particolare il costo della carne di suino. Tutta la filiera, dall’allevamento alla macelleria, ha visto aumentare i propri costi, che, solo in parte, sono atterrati sul costo al consumo, cresciuto meno dell’aumento dei costi. Sicuramente in questi anni abbiamo visto alzarsi le vendite di alcuni prodotti più popolari, come la mortadella e diminuire il consumo di prodotti più costosi, con il prosciutto crudo o la bresaola. Abbiamo inoltre notato che diverse persone negli ultimi anni si sono riavvicinate al banco taglio, perché i salumi in vaschetta naturalmente hanno un contenuto di servizio più alto rispetto all’affettato da banco e, di conseguenza, lievemente più alto è anche il prezzo. Resta però un trend crescente delle vaschette, che sono indubbiamente comode e sicure”.

Utilizzate solo carni italiane?

“Per i salumi tradizionali utilizziamo carne italiana. Va però detto, per estrema trasparenza, che in Italia la carne prodotta non è sufficiente per coprire tutta la domanda. I grandi produttori di carne di suino, in questo momento, sono la Germania e la Spagna”.

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La società punta anche all’innovazione. Parliamo di investimenti.

“Puntiamo molto anche su innovazione ed economia circolare. Il Gruppo Cremonini ha in particolare un piano di investimenti in tre anni di 50 milioni di euro sulla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, a cui il Mise, il ministero delle imprese e del Made in Italy partecipa con 20 milioni di euro a fondo perduto”.



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